domenica 31 ottobre 2010

uno dei nostri lettori passeggia e scatta foto, grazie.

Morin à l'Institut du Monde Arabe

Ipse Dixit: Edgar Morin
On a assisté, jeudi dernier, à une belle conférence du sociologue Edgar Morin à Paris. On dit « belle conférence » parce que Morin nous rappelle, (aujourd’hui ! où nous avons peur de l’autre, non pas seulement en tant qu’étranger, mais aussi en tant que « nostalgie de quelque chose d’autre », en tant que « sentiment qu’il y a autre chose » comme disait Vladimir Jankélévitch),que l’autre est partie de nous.
Voici donc quelques notes prises jeudi :
« Le problème de l’altérité est que l’autre est différent de soi et qu’au même temps il est un sujet, un individu comme moi. L’autre est un sujet en soi, autre que moi. Personne ne peut dire « je » à ma place, ou à la place de l’autre. Ce qui fait que l’autre est comme moi, mais aussi tout à fait différent. Il existe une unité humaine incontestable qui est génétique mais aussi affective. La reconnaître permet d’avoir compassion pour l’autre. L’unité et la diversité humaines sont inséparables. L’unité est le trésor de la diversité et la diversité est le trésor de l’unité. Chacun a plusieurs identités mêlées et c’est une erreur de considérer un seul aspect de l’homme et de refuser les autres. Je suis français, je suis d’origine juive, je suis européen, méditerranéen, et je suis un homme. »

giovedì 28 ottobre 2010

Modernikon. Arte Contemporanea dalla Russia


A cura di Francesco Bonami e Irene Calderoni
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
23 settembre 2010 - 27 febbraio 2011
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, in collaborazione con la Fondazione Victoria - The Art of being Contemporary di Mosca, dedica una grande esposizione all’arte contemporanea russa: Modernikon. Arte contemporanea dalla Russia, a cura di Francesco Bonami e Irene Calderoni.
La mostra è realizzata con il Patrocinio del Ministero per gli Affari Esteri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Pasolini e la forma della Città - Orte

The greaTeachers: London River

The greaTeachers: London River: "Non vi è mai capitato di essere attratti da un film semplicemente per il titolo e di essere poi completamente risucchiati dalla bellezza di ..."

mercoledì 27 ottobre 2010

Comunicare attraverso l'immagine

Così mediante i nuovi sviluppi creativi, lo spettatore non subisce più l'arte passivamente ma viene stimolato a partecipare ai processi di produzione artistica. “Le destinataire n'est plus l'objet d'un art ayant pour fonction de l'éclairer didactiquement, mais il participe à l'élaboration de ses conditions de vie.”(1) Ma questo pone un interrogativo: chi detta il contenuto da trasmettere? Chi c'è dietro a questo o quell'altro manifesto? Peter Gay s'esprime in questi termini: "Dal 1929 al 1933, anni in cui la disoccupazione crebbe a livelli disastrosi e si governò per decreti fra lo sfacelo dei partiti del ceto medio e il riacutizzarsi della violenza, la cultura divenne specchio più che critica degli eventi. La stampa e l'industria cinematografica cominciarono a macinare propaganda di destra, i migliori architetti, romanzieri, scrittori di teatro o divennero lacché o furono costretti al silenzio e tutto il paese fu inondato dalla crescente marea del Kitsch, per buona parte di ispirazione politica."(2)

domenica 24 ottobre 2010

El que morira cantando las verdades verdaderas

Yo no canto por cantar
ni por tener buena voz
canto porque la guitarra
tiene sentido y razon,
tiene corazon de tierra
y alas de palomita,
es como el agua bendita
santigua glorias y penas,
aqui se encajo mi canto
como dijera Violeta
guitarra trabajadora
con olor a primavera.

Que no es guitarra de ricos
ni cosa que se parezca
mi canto es de los andamios
para alcanzar las estrellas,
que el canto tiene sentido
cuando palpita en las venas
del que morira cantando
las verdades verdaderas,
no las lisonjas fugaces
ni las famas extranjeras
sino el canto de una alondra
hasta el fondo de la tierra.

Ahi donde llega todo
y donde todo comienza
canto que ha sido valiente
siempre sera cancion nueva.

giovedì 21 ottobre 2010

Venezia. I musei civici come non li avete mai visti!

Scopri le sedi, i percorsi e le collezioni, in un percorso multimediale divertente e affascinante...

http://www.museiciviciveneziani.it/frame.asp?sezione=multimedia

Carlo Scarpa e la forma delle parole

Centro Carlo Scarpa, Treviso, 16 ottobre 2010 - 15 gennaio 2011
Per informazioni, orari, immagini e approfondimenti:

Festival della creatività 2010


In questo 2010, dal 21 al 24 ottobre, il Festival della creatività 2010 si aprirà al territorio e alla città di Firenze.
“Brainstorming, le idee che ci cambiano la vita”: è questo il titolo della quinta edizione di una manifestazione che negli anni ha conquistato un pubblico numerosissimo e un posizionamento internazionale di rilievo.
Dopo quattro anni il Festival della Creatività cambia con un'edizione nuova sia nel format che nella location. Più territorio, con un festival che “abita” le strade e le piazze delle città e più rapporto con chi lavora, studia, progetta, ricerca, innova. (...)
Un nutrito programma di appuntamenti proposto in soli quattro giorni: dibattiti, installazioni artistiche, convegni, spettacoli teatrali e concerti, performance e degustazioni. 
Anche per quest’edizione 2010 sono centinaia gli eventi a ingresso gratuito che invaderanno Firenze. Come è stato sin dalla prima edizione della kermesse, arrivando a toccare le 400mila presenze del 2009, il Festival offre ai cittadini cultura, innovazione e intrattenimento.
Particolarmente interessanti gli eventi inseriti negli spazi delle Murate, che ospiteranno istallazioni artistiche e performance nomadi. All’interno dell’ex carcere delle Murate, gli spazi espositivi del SUC (Spazi Urbani Contemporanei) saranno aperti a collettivi di artisti, fotografi, grafici e designer che daranno vita, nei giorni del festival, ad un laboratorio informale ed aperto per la definizione di nuovi stili di vita urbana, di modalità inedite attraverso cui l’arte può generare processi di socializzazione, comportamenti virtuosi ed un approccio consapevole e positivo alla complessità della vita nella città contemporanea.

Per maggiori informazioni:
Via Bisenzio 21/25 - 50127 Firenze 
Tel. 055 4249253 - Fax 055 4249127

domenica 17 ottobre 2010

Victor Hugo, L'Année terrible -XII


Terre et cieux ! si le mal régnait, si tout n'était
Qu'un dur labeur, suivi d'un infâme protêt,
Si le passé devait revenir, si l'eau noire,
Vomie, était rendue à l'homme pour la boire,
Si la nuit pouvait faire un affront à l'azur,
Si rien n'était fidèle et si rien n'était sûr,
Dieu devrait se cacher de honte, la nature
Ne serait qu'une lâche et lugubre imposture,
Les constellations resplendiraient en vain !
Que l'empyrée abrite un scélérat divin,
Que derrière le voile étoilé de l'abîme
Il se cache quelqu'un qui prémédite un crime,
Que l'homme donnant tout, ses jours, ses pleurs, son sang,
Soit l'auguste jouet d'un lâche Tout-Puissant,
Que l'avenir soit fait de méchanceté noire,
C'est ce que pour ma part je refuse de croire.

giovedì 14 ottobre 2010

Camera Obscura: ColiseumOnFire

Sei gradi di separazione


La teoria dei sei gradi di separazione è un'ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona attraverso una catena di conoscenze con non più di 5 intermediari. Tale teoria è stata proposta per la prima volta nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy in un racconto breve intitolato Catene.

lunedì 11 ottobre 2010

Comunicare attraverso l'immagine

La pubblicità e la propaganda, svolgono una parte importante sia come campo di sperimentazione artistica, sia come elemento comunicativo in cui le masse s'identificano. La pubblicità è un'arte funzionale, “ses réalisations répondent d’ailleurs aux exigences de l’époque qui allait dans le sens d’une fonctionnalité technique appropriée au matériau utilisé.”(1) Essa deve piegarsi alla sua funzione, così da trasmettere un’informazione chiara, sua missione sociale è creare un ordine estetico a livello di contenuto, “la forme devait […] découler logiquement du contenu.”(2) Un caso particolare è rappresentato da John Heartfield; l’esperienza del Dada berlinese è stata fondamentale per l’evoluzione del suo linguaggio artistico. Qui avviene l’importante innovazione del fotomontaggio, praticato dalla maggioranza del gruppo con la precisa intenzione di fare della critica e della satira politica. Tralasceremo qui la discussione su chi sia stato lo scopritore di questa tecnica, considerando più importante l’uso che ne viene fatto. Interessante è però la testimonianza lasciataci da Grosz: "Su un pezzo di cartone incollammo alla rinfusa annunzi di cinti per l’ernia, di libri commerciali e di alimenti concentrati per cani, etichette di bottiglie di grappa e di vino, fotografie di giornali illustrati, ritagliate a capriccio e assurdamente ricomposte… il tutto combinato in modo che il fotomontaggio dicesse con le sue immagini quello che a parole sarebbe caduto sotto le forbici della censura. Preparammo così delle cartoline che potevano sembrare mandate dal fronte in patria o da casa al fronte. Alcuni amici, tra i quali Tretjakojj, ne fecero una leggenda, secondo cui «il popolo, anonimamente» avrebbe inventato, in questa maniera, il fotomontaggio… la verità è che Heartfield ne fu incoraggiato a sviluppare una tecnica precisa da quella che originariamente era stata soltanto una satira politica fatta per divertimento".(3)

giovedì 7 ottobre 2010

Where were you on Jan. 8th?


WHERE WERE YOU ON JANUARY 8TH? Texte et mise en scène de Amir Reza Koohestani, théâtre de La Colline, Paris, du 5 au 17 octobre 2010. Avec : Saeid Changizian, Fatemeh Fakhraee, Negar Javaherian, Elham Korda, Ahmad Mehranfar, Mahin Sadri.
Le 8 janvier quatre jeunes femmes sont réunies pour répéter une pièce en vue de leur diplôme. Il y a là aussi un garçon, Abdi. Mais aussi Ali, le fiancé d’une des quatre filles. Il est un soldat. Pendant son sommeil, cette nuit du 8 janvier, quelqu’un lui vole son arme. Prétexte suffisant pour être puni, peut-être avec la mort, par l’armée, étant donné que la loi interdit d’entrer chez des particuliers avec une arme.
Mais, à la fin des comptes, peu importe qui, parmi les personnages, a réellement volé le pistolet. Le noyau de l’histoire est l’arme elle-même, en tant que possibilité de mettre fin, chacun à sa façon, à l’absurdité de la vie. Maintenant qu’on possède un flingue on est, au moins, presque justifiés de notre méfiance, de notre violence, du complot, de la nonchalance, du non sens de nos rapports quotidiens.

mercoledì 6 ottobre 2010

martedì 5 ottobre 2010

Posters contre la peine de mort


A l’occasion de la Journée mondiale contre la peine de mort, le 10 octobre, le musée des Arts décoratifs de Paris expose 100 affiches appelant à l’abolition universelle de la peine capitale.

L’initiative revient à «Poster for tomorrow», qui organise pour la seconde fois un concours d’affiches suivi d’une exposition simultanée dans 100 villes à travers le monde.

A voir du 7 au 10 octobre.

Tiré de: www.liberation.fr/monde


Andy Warhol Eats a Hamburger

Comunicare attraverso l'immagine


Sulla tipografia, in sintonia con il lavoro di Bayer, Moholy-Nagy esprime una volontà di servirsi in modo potenziale delle possibilità tecniche offerte dalla macchina: chiarezza, concisione e precisione. La fortuna della comunicazione tipografica perciò, dipende dall’evoluzione dei mezzi tecnici al suo servizio. Il procedimento tipografico si fonda sull’efficacia delle relazioni visive. Dai tempi di Gutenberg la tipografia è stata il collegamento necessario tra contenuto e destinatario:

comunicazione ← tipografia → uomo(1)

Ma con i manifesti, s’avverte un’evoluzione in cui gli altri elementi […] incominciano ad avere “una forte efficacia visiva”(2): la fotografia è in aggiunta al testo o senza di esso, un «fototesto», precisa forma rappresentativa che, nella sua obbiettività, non permette alcuna interpretazione individuale.”(3) Nel 1925 viene pubblicato Pittura fotografia film di Moholy-Nagy, il testo forma parte della collana dei Bauhausbücher (uscito come ottavo volume). In breve, il libro dà conto del rapporto che intercorre tra la pittura ed il binomio fotografia-film.

The greaTeachers: Gran Torino: did I throw my life?

The greaTeachers: Gran Torino: did I throw my life?: "Walt Kowalski is a veteran of Korean war, a Ford ex-engineering, a few time widower and misanthrope; he is a old irascible man and he spend ..."

lunedì 4 ottobre 2010

Think different.


http://it.wikipedia.org/wiki/Think_different (1997)

Think small.

In un periodo in cui tutta l’America urlava “Think BIG!”, Bill Bernbach, giustamente, andò in controtendenza (1959).

http://it.wikipedia.org/wiki/William_Bernbach

Think.


THINK was a one-word slogan developed by IBM founder Thomas J. Watson, Sr. It appeared in IBM offices, plants and company publications in the 1920s and in the early 1930s began to take precedence over other slogans in IBM. It eventually appeared in wood, stone and bronze, and was published in company newspapers, magazines, calendars, photographs, medallions -- even New Yorker cartoons -- and it remained for years the name of IBM's employee publication. You can still find echoes of Watson's motto in the brand name of IBM's popular notebook computers: the ThinkPad. This photograph shows a number of THINK signs rendered in a variety of languages for display by IBM employees around the world.