La
chiesa è la forma di architettura più sperimentata in Europa, dagli inizi del
Medioevo fino quasi ad oggi. Il primo edificio di culto non clandestino della
cristianità fu costruito nell’epoca di Costantino, nel IV secolo, ed è la
basilica del Salvatore, oggi San Giovanni in Laterano.
La “basilica”, nella romanità, era uno spazio formato da più navate
avente la funzione di una piazza coperta. Quando gli architetti si chiesero
come dovesse essere un tempio cristiano, presero l’ispirazione da questi edifici,
adatti per riti dove un grande numero di persone potesse ascoltare e vedere in
un dato punto. Il punto dove si svolge il rito è indicato dall’abside, elemento
già presente nelle basiliche non cristiane, da cui parlava l’imperatore.
I materiali delle chiese sono scarti di costruzioni più antiche e
mattoni; la decorazione è data soprattutto dai mosaici e non da statue e fregi.
L’esempio più bello e meglio conservato di basilica
protocristiana è Santa Sabina, sul colle Aventino. Innanzitutto, è quasi fuori
dalle mura della città, in un luogo alto e silenzioso. A chi si avvicina, non
presenta la facciata, ma la curva dell’abside. Sembra si voglia nascondere, e
invece già ne conosci la forma. L’interno è luminoso e silenzioso, le finestre
hanno un ritmo uniforme, non ce n’è una più importante, e così lo sguardo
percorre le navate senza interruzioni. Ma, allo stesso tempo, tutte le linee
convergono verso il punto dell’altare, per cui si è irresistibilmente costretti
a guardarlo. È un luogo fatto per la preghiera, non una galleria di stucchi
dorati.
Queste chiese sono coperte con un tetto di legno, a capriate; gli
incendi sono molto frequenti. Così i costruttori francesi riscoprono il metodo
di copertura della volta a crociera, fatta in pietra. Ma le volte pesano molto
di più del tetto in legno, e richiedono archi, campate, contrafforti; tutte
“invenzioni” da riscoprire. È da queste necessità che nasce lo stile romanico. (continua…)
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