lunedì 7 marzo 2016
Lorenzo e Jacopo Salimbeni, Crocifissione
E' il racconto della crocifissione di Gesù come fatto che riguarda il tempo: accade nel contemporaneo di chi lo ha dipinto, come si osserva dalle vesti e dai volti dei personaggi; e accade mentre accadono tante cose di minor importanza, come bambini che scappano dalle madri o cani che si spulciano. E mentre le donne si disperano e si strappano i capelli, altri non mostrano nessun segno di attenzione. Il centurione che pronuncia: "Davvero questo è il figlio di Dio" è specchiato rispetto a Longino; l'uno solenne e cosciente di aver detto qualcosa di rischioso, l'altro impaurito e dubbioso. Insomma, questo avvenimento così decisivo, da cui dipendono così tante cose, non obbliga l'intelligenza di nessuno; davanti al fatto ognuno reagisce diversamente.
Sopra le scene umane, accadono quelle divine, dipinte in modo molto intellegibile: l'anima di un ladrone viene portata via dal diavolo e l'altra anima viene presa in custodia dall'angelo; e sopra la croce fiorisce una pianta dove si trova il nido del pellicano, che si strappa la carne per nutrire i suoi figli.
l ciclo pittorico realizzato dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni nell’oratorio di San Giovanni Battista a Urbino documenta la precoce adesione dell’ambiente artistico marchigiano ai modi del gotico internazionale. Datati 1416, gli affreschi raffigurano sulla parete di fondo della piccola chiesa, dal soffitto a carena di nave, un’affollata Crocifissine.
Colpisce il contrasto stridente tra la drammaticità della scena principale – che raffigurazione del cattivo ladrone tocca punte di tragico espressionismo – e il disperdersi della narrazione in mille episodi indifferenti al dramma che si svolge nella parte superiore della composizione.
Nelle Storie di san Giovanni Battista, dipinte sulla parete destra, la narrazione è più pacata e distesa. I personaggi vestiti all’ultima moda con cappelli fantasiosi e vesti sontuose, l’amore per il dettaglio, il gusto di raffigurare particolari tratti dall’osservazione della realtà denotano un’adesione del tutto personale allo stile tardogotico.
La qualità pittorica è sempre molto alta e tocca vertici di virtuosismo negli angeli del Battesimo di Cristo, dalle ali variopinte e intarsiate con applicazioni di madreperla a restituire, ancora una volta, la preziosità dei dipinti su tavola alle pitture parietali.
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