martedì 26 aprile 2016

Parlerò con voi solo di bridge, di golf, di politica e di cravatte?




Leggere il piccolo principe da adulti.

La prima ragione è perché il suo autore, Saint Exupery, lo ha dedicato a una persona adulta. Quando poi spiega perché lo fa, uno dei motivi è che questa persona “è il migliore amico che abbia al mondo”, ma anche perché “questa persona ha fame, sente freddo e ha molto bisogno di essere consolata”. Sono ragioni più che valide per ognuno di noi, per dedicare questo testo a chi ha libertà di cuore.
Una seconda ragione è nella frase: “per coloro che comprendono la vita, sarebbe stato molto più vero, perché non mi piace che si legga il mio libro alla leggera”.
Una terza è che il racconto è scritto per non dimenticare un amico: “è triste dimenticare un amico”.
Infine perché: “posso diventare anch’io come i grandi che non si interessano più che di cifre”.

Lo scopo del viaggio del Piccolo Principe è la ricerca di chi gli possa offrire protezione per un fiore, unico, essenziale per la sua vita e per quella del suo pianeta. Cerca un amico, cioè cerca corrispondenza su un bisogno essenziale.
Gli incontri sui diversi asteroidi sono la lucida scoperta del mondo non solo fuori da noi ma anche di quello di cui siamo impastati: la smania di potere, l’accentramento egoista, la vergogna presuntuosa che non sa accettare la propria debolezza, l’affarista calcolatore, colui che fa dei propri interessi e del proprio compito una rocca inavvicinabile, quello che sa pensare agli altri soltanto se questi sono funzionali ai propri fini.
Ma “cosa diventerai se nessuno ti prende per mano per mostrarti le provviste di miele fatto non di cose ma del senso delle cose?” (A. de S.Exupery-la Cittadella)
Il comparire della volpe. Non un essere umano, come aveva tratteggiato fin lì, quasi un’amara considerazione; eppure la narrazione restituisce piuttosto la realtà dell’imprevisto simile all’apparire del Piccolo Principe all’aviatore disperso nel deserto.
Tutta l’esegesi che si è fatta sul verbo addomesticare cui la volpe vorrebbe essere soggetta non pare ancora esaustiva. Addomesticare cioè creare dei legami.
Corrispondenza, amicizia, legami, bisogno di realizzazione: questa come molta altra terminologia ha bisogno di pulizia, di liberazione da montagne di ambiguità.
Bisogna per forza citare di nuovo il testo nell’esempio del turco che parla dell’esistenza di un piccolissimo asteroide in un grande convegno. Lo fa vestito con i suoi abiti normali, quelli della sua tradizione, della sua identità. Nessuno ne tiene conto. Quando poi, obbligato da un dittatore a vestirsi all’europea, si presenta sulla scena con un elegantissimo abito occidentale, tutto il mondo fu con lui.

La realtà è che “Quando un mistero e’ cosi’ sovraccarico, non si osa disubbidire…… Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della terra fino a che all'uno o all'altro pigli la fantasia di risvegliarsi”.
Siccome il Mistero è straniero, il mondo cerca di dirci che è una banalità, perfino che non esiste, dal momento che non veste l’abito che gli vuole mettere addosso; non ha la fisionomia che il mondo gli vuole dare; non si lascia definire se non quando ti lasci addomesticare. Si serve di un amico che porta qualcosa di buono nella vita e di una domanda che, grazie a quell’incontro, si infittisce nel cuore, mai definitivamente risolta.
Addomesticare può essere sinonimo di amicizia come realizzazione del desiderio che brucia il cuore dell’uomo e che trova corrispondenza?
Gli sguardi che ci guardano dai campi profughi- o di prigionia- dei nostri giorni in Europa bruciano lo spirito perché cercano un amore che li corrisponda. La nostra impotenza, l’arroganza, l’ignavia preoccupata di perdere la propria tranquilla comodità, i pretesti dietro cui nascondiamo la nostra indifferenza sono la loro croce e la nostra piaga puzzolente.




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