Nel semestre invernale 1932-1933 Edith Stein tenne presso l’Istituto di Pedagogia scientifica di Münster un corso intitolato “La struttura della persona umana”, che doveva servire come sfondo teoretico per l’elaborazione di una filosofia dell’educazione. La riflessione filosofica sull’educazione conduce infatti alla domanda cruciale: che cos’è l’essere umano in quanto soggetto e oggetto dell’educazione? Per rispondere ad essa, è necessario il ricorso a un’antropologia filosofica Per tale motivo, prima di qualsiasi operazione pedagogica la Stein si preoccupa di rispondere alla domanda essenziale: chi è l’uomo?
Allora la concezione antropologica si pone come fondamento della pedagogia e dell’opera educativa. La stessa fondazione di una antropologia filosofica si presenta come risposta alla psicologia del profondo che non rende conto della struttura dell’essere umano.
Con essa siamo ancora a livello della vita naturale e spontanea dell’anima che non ha ancora un centro (Kern). Secondo la Stein per il fondatore della psicanalisi le potenze del profondo, che determinano la vita come forze invincibili, sono le pulsioni dell’uomo. Rispetto alla concezione idealista, diventa chiara, in questa nuova visione dell’uomo, la detronizzazione dell’intelletto e della libera volontà sovrana, il venir meno dell’accettazione di una realtà oggettiva, del riconoscimento di uno scopo accessibile e raggiungibile con la volontà. Si frantuma anche l’unità spirituale dell’umanità e il senso oggettivo della sua creazione culturale. Ha ancora senso, in una tale visione, un impegno pedagogico? Come scopo resta, in fondo, solo l’essere umano in cui le pulsioni funzionano “normalmente”, come compito la cura o la prevenzione di disturbi dell’anima, come mezzo l’analisi della vita superficiale, la scoperta della pulsione attiva. In realtà, anche la Stein ammette che non tutto il nostro agire scaturisce dalla guida sicura della volontà, tuttavia non si può neanche sostenere in maniera assoluta che la persona è determinata dalle pulsioni inconsce e dalla psiche sottoposta a mere leggi causalistiche. Stein passa all’analisi preparatoria dell’essere umano inteso nella sua totalità di corpo, anima/psiche e spirito. Se formazione ed educazione devono cogliere l’essere umano nella sua totalità di corpo vivente ed anima, è importante per l’educatore conoscere la struttura, funzioni e leggi di sviluppo del corpo umano per sapere cosa può essere utile o dannoso in maniera conforme alla sua natura. È ugualmente importante conoscere le leggi generali della vita dell’anima umana per tenerne conto nell’opera educativa.L’umanità concreta così come ci appare nella realtà della vita ha un logos, una legge costitutiva o una struttura d’essere universalmente comprensibile che può essere messa in rilievo muovendo da ciò che è dato concretamente, in quanto essa parte da realtà di vita concrete e da forme storiche, afferra l’essere umano come spirito e in tal modo ciò che è essenziale come persona spirituale; tutto ciò che è esteriore e che viene preso in considerazione è linguaggio dello spirito o sua pienezza d’essere.
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