lunedì 6 febbraio 2012

Uomini e Topi

Lennie è troppo. Troppo grosso, troppo innocente, troppo disabile, troppo sprovveduto, troppo dipendente da George, troppo maldestro, troppo sincero, troppo indifeso, troppo indifendibile, troppo abitato dallo stupore. E' un aggettivo, troppo, che dipinge un uomo buttato negli avvenimenti che altri creano alle sue spalle, altri che sanno come mediare il proprio comportamento e la propria natura alla malvagità e all'ineluttabilità. Quando accade ciò che George aspettava, non gli resta che uccidere l'amico per salvarlo.

Anche sull'amicizia fra i due c'è uno sguardo sorprendente. La gratuità: nessuno dei due trae vantaggio calcolato dal loro legame. La lealtà: nessuno dei due finge all'altro un altro diverso da ciò che è. La comunione: l'ideale della fattoria propria in cui allevare conigli e pensare il lavoro delle proprie mani come speranza di felicità invece che solo mezzo di sopravvivenza. Un ideale capace di affascinare altri (esclusi al par loro). Sarebbe stato affascinante leggere un seguito che riguardasse George. Lennie è stato per lui solamente un accidente? Una provacazione profonda che, tuttavia, è possibile lasciarsi alle spalle?

T.B.

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