Il crocefisso di s.Domenico a Chioggia sembra un prodotto della scultura moderna romantica o espressionista, una caricatura grottesca ed esasperata della sofferenza. E invece non è nessuna di queste cose.
Questo crocefisso è del 1300; la sua origine è contesa fra molte leggende, segno di apprezzamento durato nei secoli. La vista frontale di questa scultura ne fa subito notare la totale sproporzione tra braccia rachitiche e la testa enorme, nel pellicano striminzito appollaiato sulla croce; ma è avvicinandosi che lo spettatore vede trasformarsi questa statua nella rappresentazione di un dolore che plasma la materia stessa, che incurva gli arti, torce il collo e preme per uscire dalla testa.
Il dolore fisico espresso dal corpo è però diverso da quello espresso dal volto. Si vede, sì, la stanchezza e la fatica, ma se ne vede anche l'abbraccio. Cristo, uomo nuovo, che si fa "obbediente fino alla morte e alla morte di croce", è così espressione senza confronto di vita dedicata ad un ideale.
Questo crocefisso (forse non realistico, ma concreto) racconta l'incarnazione, l'aver scelto un posto, un corpo, un tempo particolari ed il legarsi fino al sacrificio di sé ad essi.
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