Ma accade un imprevisto. Un terribile imprevisto. Tutto è di nuovo in pericolo. Ritorna l’assurdo della vita: la morte. Di fronte all’assurdo, ora, persi nello spazio, nel luogo più impensabile, in quel mare asciutto di gente, solo un compagno di lavoro si sacrificherà per lei. Un sacrificio, il suo, pieno di speranza, fatto, direi, con ilarità, con lucidità, fermezza e direi anche letizia (ruolo affidato a Georges Clooney) . Grazie a questo sacrificio, la giovane astronauta ritornerà con i piedi sulla terra. E, riatterrata, guarderà la terra non più con delusione o con lo sguardo dei sopravvissuti, ma con quello sguardo del naufrago che ritorna a casa. Mi ha colpito anche la scena finale, che ai cultori dell’SF non direbbe niente (gli effetti speciali sono ormai spariti, non volano più mezzi super moderni. C’è solo la quiete di una spiaggia.).
Si vedono due occhi guardare il cielo da cui si è caduti che, in questo caso, trattasi di una caduta addirittura “fisicamente reale”. Come per dire: il cielo non è più mio nemico, ma mi ha riportato alla terra. Ella era fuggita dalla terra, dalla madre terra, madre dell’umanità, madre da cui ognuno fugge per cercarne il senso. E lontano dalla terra ha scoperto il senso di ritornarvi. Non so perché la storia mi ha fatto pensare alla storia di altri due grandi uomini che, in un modo o nell’altro, hanno compiuto la stessa parabola, sia in senso fisico che metafisico. Il primo è Antoine de Saint Exupéry che, dapprima, visse, da un punto di vista letterario e umano, molto poeticamente tra le nubi e l’estasi del volo, per finire poi di nuovo tra gli uomini, a terra, non più nel deserto di sabbia, ma nel deserto fatto di uomini, che diventano non più estranei ma compagni. Un’altro “fuggitivo” è stato Charles de Foucauld, anch’egli in principio eremita nel deserto, per amore a Gesù. Anch’egli, però, gradualmente, seguì la stessa parabola che sale fino al culmine per poi discendere di nuovo al luogo di partenza: il mondo degli uomini, l’unico che ci è dato per capire noi stessi.
via Pocherighe
Nessun commento:
Posta un commento