Il santuario di Sambutsuji, costruito nel tardo XI secolo, sorge sul fianco di una scarpata. L'edificio non ha più fondazioni - e come potrebbe? - ma pali di diverse altezze, che si appoggiano letteralmente come possono (la citazione è di Le Corbusier) alla roccia nuda. Rinunciando a poter girare intorno al tempio, la struttura non può essere due volte simmetrica, ma offre una sola facciata, che è una piattaforma coperta e nulla più. Rinunciando alle viste da diversi punti (infatti tutte le fotografie che troverete sono prese dallo stesso punto di vista), viene curata una sola "scenografia": l'angolo della piattaforma, con il bellissimo dettaglio della parete di carta di riso, posta non parallelamente, ma ortogonalmente.
La cosa più bella è che il santuario non si confonde con la roccia, come nell'architettura rupestre occidentale, ma resta una geometria ben distinta, un parassita aggrappato alla montagna ma ben deciso a non mollare la presa.
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