lunedì 26 ottobre 2015

Latent Architecture

Vi segnaliamo questo nuovo blog, di cui riportiamo la pagina intitolata Regole del blog:

REGOLE DEL BLOG

Cosa sarebbe il mondo senza linee editoriali ben specifiche? Un paradiso, forse. Ma i paradisi non mi piacciono e quindi ho stilato una lista di regole a cui attenermi strettamente, o almeno che avranno bisogno di una valida scusa quando deciderò di infrangerle.
_________________________________________________________________________________
qui sopra, un esempio di linea editoriale.
REGOLA N°1 – Ridare spazio agli spazi
un edificio di cui non parleròun edificio di cui non parlerò
Non parlo di architetture / edifici / luoghi / posti / famosi. Non si tratta di snobismo, è solo che poi dovrei cambiare il nome al blog e sinceramente non ne ho voglia.
Latent Architecture significa architettura nascosta in bella vista, o come dicono gli inglesi, hidden in plain sight, quindi per un motivo o per l’altro, dimenticata.
Ad esempio:
L’ultimo edificio dell’ultimo premio Pritzker? Non mi interessa.
Il nuovo capolavoro di Renzo Piano? Lèvate.
La casa di campagna che mio nonno si è fatto costruire nel ’34 da quel suo amico che faceva il muratore? Nemmeno (non che mio nonno fosse famoso, è che quella casa faceva davvero schifo.).
Se un giorno parlerò della Fallingwater di Wright, e spero vivamente di farlo, sarà uno strappo alla regola.
Del resto il blog è il mio, e faccio come mi pare.

REGOLA N°2 – Non ci prendiamo – troppo – sul serio

Chiunque sano di mente sa bene che l’architettura può essere tremendamente noiosa.
Nonostante la passione che ci muove tutti e nonostante la bellezza indiscutibile a cui siamo quotidianamente esposti, i dettagli costruttivi di un plinto di fondazione in calcestruzzo armato possono rivelarsi una gran rottura di coglioni.
Quindi non solo non vedrete dettagli tecnici su questo blog, se non quando davvero necessario, ma non vedrete neanche le famose piante tutte bianche coi muri neri e le ombre che tutti amano ma nessuno sopporta, gli alberelli che sembrano bonsai, i recinti, gli “schemi” planivolumetrici, i diagrammi, e, che dio ce ne scampi, non vedrete mai opere a forma di “casa archetipale” ovvero architetture con due muri e un tetto a falde in cemento o legno.
Non vedrete stucchi bianchi e case “minimali”, e saremo tutti felici.
O almeno ci avremo provato.
Perché se l’architettura dev’essere strumento di oppressione ed esclusione culturale, se dev’essere vezzo elitario, allora la rifiutiamo.

REGOLA N°3 – Solo live
I giornalisti musicali non fanno altro che dire che non si conosce un gruppo finché non lo si vede in un concerto dal vivo.
Perché dovrebbe essere diverso per l’architettura? Cercherò di trattare solo posti / edifici che ho visitato di persone, e solo con foto fatte da me. Questo approccio ha innumerevoli vantaggi, ma anche alcuni svantaggi:
1. Sarò lento. Le visite dal vivo richiedono tempo e denaro, due cose di cui sono sempre a corto. Ci metterò un po’.
2. Le foto, come già detto, saranno scattate da me.
buon proseguimento.

Nessun commento:

Posta un commento