domenica 17 gennaio 2010

Il grido silenzioso dell'uomo nella pittura di Masaccio


Pinsi, e la mia pittura al ver fu pari;
l'atteggiai, l'avvivai, le diedi il moto,
le diedi affetto; insegni il Buonarroto
a tutti gli altri, e da me solo impari.


Annibal caro


... fu cagione che mediante un continuo studio imparò tanto, che si può anoverare fra i primi che per la maggior parte levassino le durezze, imperfezzioni e difficultà dell'arte, e che egli desse principio alle belle attitudini, movenze, fierezze e vivacità, et un certo rilievo veramente proprio e naturale.
Giorgio Vasari

"La cacciata dal paradiso terrestre"  della cappella Brancacci rappresenta il non senso e il dolore della vita dell'uomo di ogni tempo. Adamo ha i muscoli dello stomaco contratti, è la sofferenza del tradimento, della malatia, della morte. Eva è raffigurata con la bocca aperta. Il grido di Eva è il grido dell'essere umano. È la domanda di uno che grida: "Aiuto! sto affondando!". Quel grido, quel "perché" è il livello
più alto della ragione umana. Questa domanda ricollega me al senso del vivere e del morire, mi ricollega al "da dove vengo" e al "dove vado".Questa domanda mi ricollega ad un mistero che riguarda il tutto. "Mi lega"  deriva dalla parola latina "Religare" ossia "rimettere in collegamento", "tornare a", e viene tradotta con la parola "religio". Il vertice della ragione coincide con il religioso (non di religione si parla, ma del livello basilare del ragionamento ultimo che è "religioso").
Quel grido diventa espressione del desiderio di vivere, del desiderio di positivo. Tutto questo ci dice che c'è un senso del positivo che viene prima del negativo, e che il positivo è nella sensazione di qualcosa che viene meno. Come se ci fosse nel nostro DNA o nel nostro nucleo costitutivo, la memoria di un bene grande che abbiamo vissuto, di una bellezza grande che abbiamo vissuto e dalla quale sembra che il presente, sempre in peggioramento, e la morte, ci portino via. Altrimenti non grideremmo, perché sarebbe normale che fosse così. Davanti a questo male che ho , o che mi raggiungerà domani o dopodomani, o mi ribello, maledico tutto e divento violento con tutti continuando a maledire il destino e distruggendo me stesso, oppure, se capisco che c'è questa memoria di tutto, mi conviene abbracciare questo destino, puntando su questa memoria di bene che c'è.



Tommaso di ser Giovanni Cassai, nato a San Giovanni di Valdarno nel 1401. Morto a soli 27 anni nel 1428, fu pittore che rivoluzionò l'arte italiana. Roberto Longhi disse di lui «Giotto rinato, che ripiglia il lavoro al punto dove la morte lo fermò».

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