FROM THE GREATEACHERS
 LA CITTA’ INCANTATA di H.Miyazaki, animazione, Giappone, 2001
Il viaggio nella città incantata è una favola, ma è anche un  metaforico viaggio, tra la bellezza e il pericolo del mondo.  Il titolo  originale potrebbe essere tradotto con Il rapimento spirituale di Sen e  Chihiro, ma la lingua giapponese si presta a molteplici interpretazioni e  molti concetti sono intraducibili, per questo è possibile solo una  traduzione che si avvicini all'originale. Kamikakushi è un concetto  della tradizione giapponese: quando un bambino si perde si dice che è  stato portato via spiritualmente da un dio (spesso uno dei capricciosi  dèi minori) e si usa il termine kami-kakushi (nascosto dagli dei). Il  bambino rapito o scomparso si risveglia poi lontano da dove è stato  rapito e non ricorda nulla del tempo intercorso. Il titolo inglese  Spirited Away sembra avvicinarsi maggiormente all'originale.
Osservando poi il nome della protagonista, che agli inizi del film viene  tramutato da Chihiro a Sen, si vede che si basa sui seguenti kanji: 千  che si pronuncia "Sen" o "Chi" e significa "mille"; と che significa  "braccio" (è una unità di misura delle profondità marine equivalente a  1,8 m). Il passaggio quindi da Chihiro 千と (che significa probabilmente  "grande profondità") a Sen 千 avviene "rubando" un carattere, rubandole  l’identità, rubandole “profondità”. Quindi Chihiro vendendo il proprio  nome alla strega Yubaba vende la propria “profondità” e di lei resta  solo un numero “mille”; nel momento dei passaggi se non c’è un incontro  che ti permette di conservare l’identità un bambino/giovane si perde e  diventa “un numero”, uno come tanti, nel mondo e nella mentalità  comune.  
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Il problema educativo è anche il problema evolutivo. E a chi non capita  di perdersi nel tempo dei passaggi e della crescita? Si tratta di avere  verso i giovani quella stessa attenzione che un genitore potrebbe avere  per il proprio figlio; un giovane deve poter sentire di essere  accompagnato nelle scelte che fa, nei passi importanti, da una compagnia  che costituisce la sua identità. 
Ciascuno deve guardare a se stesso e domandarsi a che cosa è stato  educato e perché, magari, continua a fare le proprie scelte in base a  “qualcosa” che ha incontrato di importante nella propria vita; se i  giovani non vengono educati a questo “qualcosa” non vengono educati a  niente. 
Ho svolto un'attività per le scuole medie (I media) su questo film  parlando del mito, delle leggende e di tutto quello che sono i tentativi  che l'uomo fa per spiegarsi quello che non comprende.
Si può ampliare il discorso lavorandosulle tradizioni e le religioni di  altri popoli, e lavorare sulla propria identità, facendo cercare ai  ragazzi un simbolo che rapprensenti il proprio nome, che ne trattenga il  significato.
La più grande capacità dei bambini/ragazzi è quella di dare un nome alle cose!

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