“La sfera e la croce” G.K Chesterton
Dopo la conferma della scoperta del bosone di Higgs si fa strada la convinzione che siamo prossimi ad una spiegazione razionale, cioè scientifica (?), dell’origine della realtà fisica. Da quanto abbiamo scoperto- dicono già gli scienziati- c’è una provocazione ad indagare oltre: qualcosa si profila ancora più in là.
C’è come una “follia” radicata nella ragione umana che è fatta per indagare ed è protesa verso l’origine di ciò che consideriamo reale dentro e fuori dell’uomo.
L’attualità ci suggerisce la rilettura de’ la Sfera e la Croce, romanzo pubblicato nella prima decade del ‘900 da Gilbert K. Chesterton, scrittore ritenuto un “visionario”.
James Turnbull , direttore della rivista l’Ateo, pubblica un articolo nel quale, un lettore, Evan Mc Jan, crede di vedere un insulto alla Madonna. I due si sfidano a duello per la difesa della propria idea sull’uomo e sulla vita. Un duello che non può aver luogo, continuamente disturbato da fatti e personaggi che lo impediscono. Entrambi i protagonisti, all’inizio, sono due fanatici della loro posizione, indisponibili a un confronto e, perciò, entrambi fideisti. Nel momento in cui sono prossimi a battersi, si imbattono in Lucifero che ha fatto dell’Inghilterra un grande manicomio per chi ha smarrito lo scopo del proprio agire dopo aver abbandonato l’idea di condurre la ragione fino al suo vertice sul quale si profila la risposta della fede. Nella chiusa perfezione della sfera c’è il simbolo dell’autoreferenzialità luciferina che tenta di scrollarsi di dosso la provocazione della croce, con le sue braccia aperte in ogni direzione, un legno sul quale un uomo ha preso posizione sullo scopo della vita.
L’ultimo gesto di Satana è appiccare un incendio alla casa di reclusione prima che la questione arrivi al dunque. A tal punto era già pervenuto Michele, rinchiuso per questo nella cella più segreta, senza alcuna via d’uscita. McJan lo sente cantare e lo vede indicare a tutti una via verso la salvezza: è possibile riconoscere una risposta al mistero dell’esistenza e tale fede vale il sacrificio della vita. “Questo mondo crudele mi è dolce perché più alto dei cieli c’è qualcosa di più umano dell’umanità (…) Io non potrei vivere in questo mondo imbecille.”
T.B.
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