venerdì 25 settembre 2015

Astral Weeks - Van Morrison

"If I ventured in the slipstream..." Così comincia a cantare Van Morrison nella prima canzone dell'album più bello di tutti i tempi, mentre il contrabbasso, la chitarra acustica e le spazzole del batterista formano il più bel tappeto sonoro che si possa improvvisare. La canzone è Astral Weeks, è la title-track ed è una canzone d'amore fatta a domanda, per "rinascere di nuovo".

Tutto l'album è strutturato con canzoni acustiche, di due o tre accordi, ma improvvisate nell'arrangiamento: questo fa sì che la complessità degli accordi jazz e la semplicità della composizione si sposino in un suono che, semplicemente, fa star bene. Sopra tutto questo, c'è Van Morrison, che ha 23 anni e si sgola come un disgraziato, rendendo tutto l'album più soul che jazz, più nero che country.
Ci sono canzoni lente e lunghe da capire come Madame George, ci sono momenti in cui ci si chiede a che punto sia il mal di gola del cantante per poter continuare così come in Ballerina, ci sono momenti in cui la chitarra e il contrabbasso si inseguono in modo così travolgente che se non ci si sta attenti si balla sulla sedia dell'autobus, come Sweet Thing. In The Way Young Lovers Do, sembra che ogni strumento vada per conto suo.
Alla fine di tutti questi momenti viene la canzone perfetta per chiudere l'album: Slim Slow Slider. Raccontando di una persona che se ne è andata, e che lui vede tutte le mattine con "il suo nuovo ragazzo e la sua Cadillac", un contrabbasso perfetto ed un sax accompagnano la voce beffarda, fino al "Ogni volta che ti vedo, semplicemente non so cosa fare"; poi impazziscono per tre secondi e tacciono.

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