lunedì 28 febbraio 2011

La calligrafia islamica, dalla calligrafia ai graffiti.Parte I



Vomitare colore sulla noia

Che cos’è che sta alla base della calligrafia? La ricerca di ricreare attraverso dei segni una raffigurazione che spinga il nostro intelletto a comprendere il significato della parola solo guardando l’immagine. L’arte calligrafica cerca di unificare vista e intelletto: «What calligraphy does is to take the written sign and alter its form and decorative style by changing the treatment of line. This plastic form simultaneously serves both the meaning of the actual statement and the composition of images, of letters that are recreated as image. The actual meaning of the statement here becomes secondary, so that the imagined reader is like a dreamer awakened, whose vision in woven within a context of art» .
È indubbio allora che sia necessario in preciso studio geometrico che permetta linearità e precisione. Le penne di ogni calligrafo sono tagliate appositamente per ogni stile calligrafico, ogni maestro può poi tagliare il pennino in modo da personalizzare maggiormente la sua scrittura tenendo però sempre presente il modulo di base: l’alif. L’alif viene presa come metro di misura per tutte le altre lettere, il numero dei “punti” con cui viene scritta e la pressione con cui questi vengono tracciati sono alla base della scrittura del resto dell’alfabeto. I punti vengono infatti disposti in modo orizzontale o verticale e sono il diametro della circonferenza per le lettere con curvatura . Il calcolo geometrico deve tenere poi presente tutte le possibili legature delle singole lettere e la presenza dei punti diacritici come anche quella di tutti gli altri segni grammaticali (vocali brevi, sukūn, tanwīn, ecc.) in presenza di iscrizioni coraniche.

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