mercoledì 22 giugno 2011

Le teste DADA di Sophie Taeuber-Arp

Sophie Taeuber-Arp
Introduzione
Sophie Taeuber-Arp si inserisce nel contesto del Dada zurighese nel 1915, quando visitando una mostra alla galleria Tanner1, conosce Hans Arp, suo futuro marito. I due cominciano a collaborare e dalla reciproca influenza e sperimentazione artistica derivano opere realizzate di concerto come il Duo-collage o la Composition verticale-horizontale à éléments d’objets, Calice o Coupe dada2. Queste ultime due riproducono in forma stilizzata oggetti di uso comune (evocati dal titolo stesso) e, per il materiale e la tecnica di lavorazione, si apparentano senza dubbio con le Têtes realizzate dal 1918 al 19203. Analogamente alle opere realizzate in collaborazione con Hans Arp, le otto Têtes presentano lo stesso sviluppo verticale a partire da una base di sostegno. Le Têtes constano di tre parti: una base, uno stelo o gambo di sostengo ed in cima una forma di pera rovesciata che costituisce la testa vera e propria. La decorazione pittorica con forme geometriche e motivi stilizzati le differenzia dalle opere precedenti.


Hans Arp and Sophie Taeuber
Duo-Collage, 1918

Purtroppo oggi delle otto Têtes confezionate dall’artista ne restano soltanto quattro di cui due conservate al Centre George Pompidou di Parigi, una in una collezione privata ed una al Moma di New York. Le opere perdute si conoscono soltanto tramite riproduzioni fotografiche. Gli studiosi considerano queste opere il contributo più importante dell’artista al movimento dada. In particolare la Tête DADA del 1920 porta addirittura la firma dell’artista, “sht” (Sophie Henriette Taeuber), ma anche e soprattutto il titolo DADA scritto in spessi caratteri neri. Gabriele Mahn4 considera quest’opera una vera e propria dichiarazione di appartenenza al dadaismo, considerando che fino ad allora, per motivi professionali, Sophie Taeuber-Arp aveva preferito restare nell’anonimato5. Prima di analizzare le opere in questione, non si può trascurare di menzionare la commissione ottenuta da Sophie Taeuber-Arp nel 1918 per la realizzazione delle marionette per lo spettacolo Il Re Cervo di Carlo Gozzi. Per l’adattamento di Werner Wolff e René Morax6, Sophie confeziona diciassette marionette in legno dipinto, ottenute assemblando forme geometriche quali coni, sfere e cilindri.


Sophie Taeuber-Arp and Hans Arp
Coupe Dada, 1916


La realizzazione di questi corpi deriva anche dagli studi effettuati da Sophie presso la scuola di Rudolf von Laban, pioniere della danza moderna, che le permettono di applicare lo studio dei meccanismi e l’analisi del movimento alla rappresentazione della figura umana7. Negli anni del Cabaret Voltaire8 era forte il legame tra danza e teatro: durante gli spettacoli di danza, Sophie eseguiva le sue innovative coreografie indossando costumi “cubisti”.

Dunque le marionette, fatte di corpi geometrici, ben sintetizzano le esperienze condotte fino a quel momento dall’artista svizzera e che avrebbe trovato ancora modo di esprimersi nelle Têtes dada.

Seguono una serie di riflessioni che mettono in luce le tendenze artistiche di Sophie Taeuber- Arp ed i legami della sua opera con il movimento dada, non solo di Zurigo, ma anche di Berlino e Parigi




1 La mostra «Moderne Wandtepicche, Stickereien, malereien, Zeichnungen. Otto van Rees, Paris, Hans Arp, A. C. van Rees Dutilh, Paris» si tenne alla galleria Tanner di Zurigo nel mese di novembre.

2 Duo-collage, 1918, Staatliche Museen, Neue Nationalgalerie, Berlino; Composition verticale-horizontale à éléments d’objets,1919, Stiftung hans Arp und Sophie Taeuber-Arp e. V., Rolandseck; Calice, 1918, collezione privata; Coupe dada, 1916, Musée d’art moderne et contemporain, Strasburgo.

3 A. Lemonnier, Sophie Taeuber-Arp: Têtes dada, in Dada, catalogo della mostra tenuta a Parigi, Centre Pompidou, 5 ottobre 2005 - 9 gennaio 2006, Paris : Editions du Centre Pompidou, 2005, p. 934.

4 G. Mahn, Tête dada (1920) de Sophie Taeuber. Une manifeste plastique , in “Les cahiers du Musée national d’art modern”, Paris, n. 88, été 2004, p. 62.

5 Sophie Taeuber-Arp insegnò disegno tessile all’Università di Zurigo dal 1916 al 1929. Per una biografia dell’artista cfr. W. Krupp, Sophie Taeuber Arp 1889-1943, in E. Càrdenas Malagodi – S. Cecchetto (a cura di), Dada e oltre, catalogo della mostra, Marsilio, Venezia 2006, pp. 191-93; A. L. Hockensmith, Sophie Taeuber-Arp, in Dada, catalogo della mostra tenuta a Parigi, Centre Pompidou, 5 ottobre 2005 - 9 gennaio 2006, Paris : Editions du Centre Pompidou, 2005, p. 924.

6 Lo spettacolo del Re cervo fu commissionato da Alfred Altherr (direttore della scuola delle arti applicate di Zurigo) e venne rappresentato l’11 settembre 1918. Altherr incaricò Sophie Taeuber di realizzare i decori della scena e le marionette. La nota fiaba di Carlo Gozzi, riadattata da Morax e Wolff, è ambientata nella clinica di Burghozli e presenta, sin dai nomi dei personaggi (Dr Complex, Freud Analyticus etc.), una chiara rivisitazione in chiave pscicanalitica. I. Merly, Sophie Taeuber-Arp: Le Roi cerf, in, Dada, op. cit., p. 930.

7 G. Mahn, op. cit., p.61.

8 Con un invito pubblicato sulla stampa zurighese, Hugo Ball annuncia l’apertura del Cabaret Voltaire il 2 Febbraio 1916 nel quartiere di Niederdorf, Zurigo. Ball specifica che il cabaret Voltaire è “ [..] une association de jeunes artistes et écrivantes dont le but est de créer un centre de divertissement artistique” Ben presto però l’associazione si orienterà in senso chiaramente politico divenendo luogo d’incontro di tutti gli artisti stranieri che si rifugiavano a Zurigo per sfuggire alla guerra. Le serate al Cabarte Voltaire erano caratterizzate da una pluralità di linguaggi: spettacoli di danza, letture di poesie e poemi, pareti completamente rivestite di opere degli artisti del movimento: in altre parole un’opera d’arte totale. L.Dickerman, Zurich in Dada, op. cit., p. 989-90; N. Ghanem, Cabaret Voltaire, in Dada, op. cit., p. 202-207.

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