Louis Kahn è il solo architetto della seconda metà del novecento che può essere collocato nell'Olimpo di Le Corbusier, di Walter Gropius, di Frank Llyod Wright e di Ludwig Mies van der Rohe.
Dopo la guerra diventa professore di architettura a Yale e ottiene nel biennio 1950-1951 una borsa Fulbright all'Accademia americana di Roma che gli permette di viaggiare anche nel bacino del Mediterraneo. Al ritorno a Philadelphia il suo stile muta radicalmente e la realizzazione alla fine degli anni Cinquanta dei laboratori Richards all'Università di Pennsylvania - di cui dal 1956 è diventato professore - lo proietta all'attenzione critica internazionale. I capolavori si succedono l'uno all'altro e l'architetto ottiene anche incarichi fuori degli Stati Uniti. Il dibattito architettonico del secondo dopoguerra viene profondamente vivificato dal lavoro di Kahn e la sua influenza è decisiva in architetti come Robert Venturi, Charles Moore, Louis Sauer, Mario Botta, Romaldo Giurgola e tanti altri. Il dettato razionalista che lega meccanicamente forma e funzione, lascia il posto alla riflessione sulle ragioni umane, simboliche e istituzionali del costruire. A quello che il maestro chiama il voler essere di ogni progetto. La separazione tra il momento razionale e quello espressivo della progettazione viene definitivamente superata. La forma, nelle costruzioni di Kahn, ridiventa funzione e la funzione, forma. La morte lo coglie il 17 marzo del 1974 al ritorno da Ahmedabad per una supervisione del cantiere dell'Istituto Indiano di Amministrazione che insieme al parlamento di Dacca lascia tracce visibili del suo pensiero anche nella lontana India.
Il lavoro del Kahn che opera negli anni Trenta e nel periodo bellico ha una chiara impronta funzionalista e si sviluppa in progetti di urbanistica e per la razionalizzazione degli insediamenti da edificare in supporto allo sforzo bellico degli Stati Uniti. Oltre ai temi di rilevanza sociale, condotti in associazione con Howe e Storonov, l'architetto progetta case unifamilari che riecheggiano i motivi formali e gli impianti di Walter Gropius e Marcel Breuer emigrati dalla Germania. In queste case non vi è alcun elemento che lasci presagire il successivo sviluppo di Kahn, eccetto un forte senso di radicamento al terreno della costruzione. Il passaggio da questa prima fase funzionalista al Kahn maturo è segnata dai disegni che l'architetto esegue nel 1950-51 nei suo viaggio nel bacino del Mediterraneo. È la premessa che apre la strada allo sviluppo della sua poetica. I capolavori cominciano a nascere dalla metà degli anni Cinquanta: la nuova Galleria d'arte di Yale, i laboratori Richards a Philadelphia, l'Unitarian Church a Rochester, l'istituto Salk a La Jolla, la biblioteca Philips a Exeter, il museo Kimbell a Fort Worth.
Tre materiali assumono il valore di autentiche pietre miliari del percorso artistico di Kahn e permettono di cogliere con chiarezza il passaggio dall'architetto di scuola bauhausiana, al grande innovatore successivo.
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