Mostra-evento "Archeologi tra ‘800 e ‘900. Città e monumenti riscoperti tra Etruria e Lazio antico"
E’ ispirata alla figura di Rodolfo Lanciani, insigne archeologo vissuto tra l’Ottocento e i primi decenni del Novecento, la sezione dell’Antiquarium di Guidonia Montecelio nell’ambito della terza edizione della mostra itinerante dopo quella di Vetulonia (2010) e Alatri (2011).
L’esposizione trae il suo principale significato dall’accostamento e dalla presentazione di alcune influenti personalità del passato collegate a grandi scoperte archeologiche, che proprio alla ricerca nel passato hanno spesso dedicato la loro vita. Questi personaggi rappresentano i vari settori nei quali si snoda il percorso espositivo.
La sezione ospitante è dedicata a Rodolfo Lanciani, la cui famiglia antica e nobile era originaria di Montecelio e che qui esercitò la professione di ingegnere comunale nei primi anni di attività. Grande divulgatore all’estero delle scoperte archeologiche italiane, dopo numerosi incarichi pubblici fu chiamato ad insegnare per lunghissimi anni Topografia Romana presso l’Università di Roma.
Alatri, l’antica Aletrium, è descritta dai racconti dello storico prussiano Ferdinand Gregorovius, che ebbe modo di visitarla nell’800 e di ammirarne le impressionanti mura in opera poligonale. Lanuvio evidenzia le attività degli Ispettori alle Antichità, i pittori Arthur John Strutt e Vincenzo Seratrice, che nell’ultimo ventennio dell’Ottocento seppero fondare un percorso di salvaguardia e rispetto per le antichità di quel territorio ancora oggi capillarmente diffuso. Guido Ucelli, è il personaggio collegato a Nemi. Industriale, ingegnere e al contempo umanista, egli riuscì negli anni Trenta con una operazione di altissima tecnologia a portare a termine il recupero delle splendide navi di Caligola sommerse da millenni nelle acque del lago. Al medico condotto maremmano Isidoro Falchi è invece legata la ri-scoperta della città etrusca di Vetulonia, in precedenza collocata diversamente.
Fulcro dell’esposizione oltre ai personaggi sono i reperti esposti a partire dagli splendidi corredi funerari etruschi provenienti da Vetulonia e dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ai pregevoli scultorei ed epigrafici di Alatri, testimoni dell’alta qualità espressa dalle sue classi sociali. Da Lanuvio provengono i vari frammenti del gruppo scultoreo equestre di Licinio Murena, un mosaico con rappresentazione dei Navalia e un interessantissimo ex voto fittile a forma di prua di nave. Dal Museo delle Navi di Nemi proviene un eccezionale resto del fasciame in legno delle navi e alcuni calchi eseguiti da Guido Ucelli per la sezione dedicata alla navigazione nel Museo. Dal territorio di Guidonia Montecelio, oggetto dei primi studi giovanili di archeologia del giovane Lanciani, proviene il gruppo più numeroso dei reperti molti dei quali rinvenuti in seguito agli interventi di scavo avvenuti nel corso degli ultimi anni in ambito comunale come nel caso del Centro Agroalimentare Romano (CAR), con le interessanti sculture e le decorazioni architettoniche in terracotta; alcuni oggetti sono esposti al pubblico per la prima volta, come quelli scoperti recentemente nelle località di Martellona e nella tenuta dell’Inviolata. Da quest’ultimo luogo proviene anche l’eccezionale gruppo scultoreo della Triade Capitolina, che dalle sale del Museo Nazionale di Palestrina rientra eccezionalmente in seguito all’apertura dell’ex convento San Michele. Dal Museo di Sant’Angelo Romano, ma pertinenti al territorio di Guidonia, provengono le testimonianze più antiche risalenti all’età del Bronzo finale insieme agli interessantissimi vasi d’abitato di via S. Maria a Montecelio. Testimonia, invece, la vita millenaria di Montecelio la sezione dedicata ai reperti, esclusivamente ceramici, di epoca medievale e rinascimentale, provenienti da butti scoperti nel centro storico.
E’ ispirata alla figura di Rodolfo Lanciani, insigne archeologo vissuto tra l’Ottocento e i primi decenni del Novecento, la sezione dell’Antiquarium di Guidonia Montecelio nell’ambito della terza edizione della mostra itinerante dopo quella di Vetulonia (2010) e Alatri (2011).
L’esposizione trae il suo principale significato dall’accostamento e dalla presentazione di alcune influenti personalità del passato collegate a grandi scoperte archeologiche, che proprio alla ricerca nel passato hanno spesso dedicato la loro vita. Questi personaggi rappresentano i vari settori nei quali si snoda il percorso espositivo.
La sezione ospitante è dedicata a Rodolfo Lanciani, la cui famiglia antica e nobile era originaria di Montecelio e che qui esercitò la professione di ingegnere comunale nei primi anni di attività. Grande divulgatore all’estero delle scoperte archeologiche italiane, dopo numerosi incarichi pubblici fu chiamato ad insegnare per lunghissimi anni Topografia Romana presso l’Università di Roma.
Alatri, l’antica Aletrium, è descritta dai racconti dello storico prussiano Ferdinand Gregorovius, che ebbe modo di visitarla nell’800 e di ammirarne le impressionanti mura in opera poligonale. Lanuvio evidenzia le attività degli Ispettori alle Antichità, i pittori Arthur John Strutt e Vincenzo Seratrice, che nell’ultimo ventennio dell’Ottocento seppero fondare un percorso di salvaguardia e rispetto per le antichità di quel territorio ancora oggi capillarmente diffuso. Guido Ucelli, è il personaggio collegato a Nemi. Industriale, ingegnere e al contempo umanista, egli riuscì negli anni Trenta con una operazione di altissima tecnologia a portare a termine il recupero delle splendide navi di Caligola sommerse da millenni nelle acque del lago. Al medico condotto maremmano Isidoro Falchi è invece legata la ri-scoperta della città etrusca di Vetulonia, in precedenza collocata diversamente.
Fulcro dell’esposizione oltre ai personaggi sono i reperti esposti a partire dagli splendidi corredi funerari etruschi provenienti da Vetulonia e dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ai pregevoli scultorei ed epigrafici di Alatri, testimoni dell’alta qualità espressa dalle sue classi sociali. Da Lanuvio provengono i vari frammenti del gruppo scultoreo equestre di Licinio Murena, un mosaico con rappresentazione dei Navalia e un interessantissimo ex voto fittile a forma di prua di nave. Dal Museo delle Navi di Nemi proviene un eccezionale resto del fasciame in legno delle navi e alcuni calchi eseguiti da Guido Ucelli per la sezione dedicata alla navigazione nel Museo. Dal territorio di Guidonia Montecelio, oggetto dei primi studi giovanili di archeologia del giovane Lanciani, proviene il gruppo più numeroso dei reperti molti dei quali rinvenuti in seguito agli interventi di scavo avvenuti nel corso degli ultimi anni in ambito comunale come nel caso del Centro Agroalimentare Romano (CAR), con le interessanti sculture e le decorazioni architettoniche in terracotta; alcuni oggetti sono esposti al pubblico per la prima volta, come quelli scoperti recentemente nelle località di Martellona e nella tenuta dell’Inviolata. Da quest’ultimo luogo proviene anche l’eccezionale gruppo scultoreo della Triade Capitolina, che dalle sale del Museo Nazionale di Palestrina rientra eccezionalmente in seguito all’apertura dell’ex convento San Michele. Dal Museo di Sant’Angelo Romano, ma pertinenti al territorio di Guidonia, provengono le testimonianze più antiche risalenti all’età del Bronzo finale insieme agli interessantissimi vasi d’abitato di via S. Maria a Montecelio. Testimonia, invece, la vita millenaria di Montecelio la sezione dedicata ai reperti, esclusivamente ceramici, di epoca medievale e rinascimentale, provenienti da butti scoperti nel centro storico.
via MiBAC
Redattore: RENZO DE SIMONE
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