Tempesta
Anagoor
Verona, Teatro Nuovo ; 13 ottobre 2013
“Tempèstas
in origine indicava un momento del giorno, solo in seguito divenne condizione,
stato atmosferico e infine, in modo speciale, un tempo burrascoso e rovinoso”
suggerisce Anagoor.
Nella Tempesta di questa compagnia veneta che
tenta coraggiosa nuovi linguaggi performativi, nuove drammaturgie iconografiche
ritroviamo in uno scarto temporale che parte da neoclassiche ambientazioni
cinquecentesche e arriva ai multimediali e incombenti segni della nostra
contemporaneità uno sguardo fisso sulla fugacità del tempo, sull’irreparabile
finitezza della condizione umana.
I paesaggi
di Giorgione, a cui si ispirano i vari quadri scenici, portano evidenti le
tracce tanto universali quanto personali dell’imminente Apocalissi. Su ognuno di noi, nuovi San Sebastiano e nuove Giuditta, incombe riattualizzata e
ineluttabile la fine. Le atmosfere e la luce di quel Veneto, catturato
nell’attimo fulmineo e fugace di un lampo sono lo scenario contemporaneo delle
nuove battaglie personali.
La giovane
compagnia si sottrae a qualsiasi narrazione e preferisce una performance costruita
sulla matericità del suono e sulla
creazione di quadri scenici e quadri multimediali, sulla loro sovrapposizione
simultanea e atemporale, ricorrendo a due schermi verticali e all’installazione
di una struttura in plexiglas da cui emergono, terrene e sublimi, le varie
figure.
Non stupisce
quindi la Segnalazione Speciale al Premio Scenario nel 2009 e il più recente
Premio Hystrio nel 2013.
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