sabato 4 novembre 2017

Forma Urbis: la comunidad "Las Margaritas" a Santa Tecla, El Salvador


LE COMUNITÀ MARGINALI
San Salvador e Santa Tecla, nello stato centroamericano di El Salvador, presentano parti di tessuto insediativo spontanee, costituite da case povere, in lamiera, adobe o blocchi di calcestruzzo. Questi insediamenti vengono chiamati “comunidades”, e sono luoghi in cui il governo comunale permette la costruzione di abitazioni, senza fornire però servizi di urbanizzazione primaria e secondaria.


CAUSE
El Salvador è un piccolo paese, di cui solo il 35% della popolazione vive in aree rurali. Non è sempre stato così: le piantagioni di caffè e di añil occupavano gran parte della popolazione, fino agli anni ’50. A partire da quella decade, un fenomeno di inurbamento sempre maggiore si è manifestato nell’area metropolitana della capitale.
Le cause sono, in generale, legate alla ricerca di migliori condizioni di vita; scendendo nel particolare, possono essere grandi opere che richiamano operai e manovali, epidemie o violenze subite nelle aree rurali, motivi di studio o di lavoro, riunificazioni familiari.

Queste masse di persone trasferite venivano in origine alloggiate in dormitori pubblici, detti “portales”. Quando l’affollamento diventava insostenibile, il comune destinava un terreno ai migranti, in cui poter costruire una casa, senza nessun controllo nè aiuto.


SVILUPPO
COSTRUZIONE
Nel terreno su cui il comune “chiude un occhio”, le famiglie sfrattate dai dormitori costruiscono in modo autonomo le proprie abitazioni, utilizzando materiali accessibili alle proprie risorse.
DIRITTO DI PROPRIETÀ
In assenza di controlli, nessun abitante della comunità inizialmente possiede documenti che attestino la proprietà della propria casa. Recenti provvedimenti del municipio di Santa Tecla hanno fornito a parte delle famiglie un atto di proprietà “di fatto”.
GHETTIZZAZIONE
Tutte le comunità marginali, una volta espanse e venute a contatto con la città “formale” sono state recintate e separate da essa, rendendo ancora più grande la distanza fra i suoi abitanti e gli altri cittadini.
CRIMINALITÀ
I membri delle “maras” rimpatriati dagli Stati Uniti si sono impossessati di gran parte delle comunità, rendendole le zone più pericolose della città.
RECUPERO

Grazie al Piano Regolatore, all’impegno di alcuni municipi e alla solidarietà internazionale, alcune comunità, come quella chiamata “Las Palmas” sono state rinnovate, fornendo servizi e nuove abitazioni.

IL CASO DE "LAS MARGARITAS"
Osservando la parte settentrionale di Santa Tecla, si notano, nel normale tessuto a maglia rettangolare, due strette strade perpendicolari, fittamente riempite di case dal tetto in lamiera. Si tratta di una comunità marginale, chiamata “Las Margaritas”.


L’incrocio tra la 13a Calle e la 7a Avenida si presenta normale. Essendo al limite dei sobborghi settentrionali, ancora non presenta una densità elevata: la città si mescola con le coltivazioni di caffè.



Il governo mette a disposizione di 384 famiglie il terreno delle strade ancora non urbanizzate per costruire le proprie case. Queste sfruttano lo spazio della sede stradale per costruire la propria comunità. Un muro divide la comunità dalla città “formale”.



La costruzione del Bulevar Monseñor Romero e dello svincolo di uscita porta alla demolizione di gran parte degli alloggi della comunità e alla sua separazione in due tratti. Vengono costruite altre mura di sicurezza sul lato della comunità confinante con la nuova strada.


Nuovi alloggi più dignitosi vengono forniti in risarcimento delle demolizioni. Un ponte pedonale ricongiunge le due parti della comunità, ma, di fatto, c’è una ghettizazione che comporta un proliferare della criminalità e della violenza.


In questa circostanza lavorano, specialmente intervenendo in aiuto all'infanzia, i volontari di FUNDIPRO, associazione di cooperazione salvadoregna, aiutata dalla controparte italiana I Sant'Innocenti (qui il sito web).

Estratto dalla tesi di laurea: 
Pietro Vecchi, Progettazione di un'"aula di aiuto scolastico e umano" a Santa Tecla, El Salvador, Sapienza, marzo 2017

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