Così, Edvard Munch, nella sua opera l'Urlo descrive l'angoscia dell'esistenza della condizione umana. Questa angoscia, quest'intima paura, può ben riscontrarsi in altre opere dell'artista che visse tra il XIX e XX secolo. Sintomatico è l'autoritratto in uno stato di tormento interiore (1919-1921). Qui vediamo l’uomo distrutto nel suo essere, nel suo vivere e nel suo corpo; immagine che presenta il dramma dell’esistere. Una apparente tranquillità pervade tutta la stanza: l'alternarsi di piani diversi crea un vortice che risucchia il personaggio dal volto insofferente che compie un lento movimento in avanti; le tonalità piuttosto grigie-opache rendono la scena ancor più drammatica. Munch sembra quasi preludere la condizione dell'uomo contemporaneo, cioè io e te.
L'uomo soffocato da una mentalità comune, da un potere dominante, che ci vuole sempre più omogenei, che non lascia spazio al domandarsi; un complesso di rapporti ingiusti e arbitrari che viene diffuso dai grandi mezzi di omologazione e di standarizzazione, quali la pubblicità e gli strumenti di comuncazione globalizzati. Il potere non ci accosta nella nostra interezza di uomo, ma ci spezza e si rivolge a te e me come soggetti di singoli bisogni. Questo potere ci non ci accosta come uomini interi, ma nei nostri singoli bisogni: ora come produttori, ora come studenti, ora come inquilini, ora come consumatori, ora come figli, ora come bisogno di affezione, ora come compleso di diritti, ecc. Il potere pretende rompere l'unità dell'uomo, l'unità dell'io, secondo il vecchio adagio del "divide et impera". L'uomo così scompare dietro a quei particolari a cui il potere è interessato. La realtà che ci circonda prende spunto da un nostro particolare bisogno e tenta di ridurre la questione umana a quel particolare. Così Munch, presenta una situazione per cui non vale la pena lottare, amare, vivere e tutto sembra condannato dall'imminente morte.
L'uomo soffocato da una mentalità comune, da un potere dominante, che ci vuole sempre più omogenei, che non lascia spazio al domandarsi; un complesso di rapporti ingiusti e arbitrari che viene diffuso dai grandi mezzi di omologazione e di standarizzazione, quali la pubblicità e gli strumenti di comuncazione globalizzati. Il potere non ci accosta nella nostra interezza di uomo, ma ci spezza e si rivolge a te e me come soggetti di singoli bisogni. Questo potere ci non ci accosta come uomini interi, ma nei nostri singoli bisogni: ora come produttori, ora come studenti, ora come inquilini, ora come consumatori, ora come figli, ora come bisogno di affezione, ora come compleso di diritti, ecc. Il potere pretende rompere l'unità dell'uomo, l'unità dell'io, secondo il vecchio adagio del "divide et impera". L'uomo così scompare dietro a quei particolari a cui il potere è interessato. La realtà che ci circonda prende spunto da un nostro particolare bisogno e tenta di ridurre la questione umana a quel particolare. Così Munch, presenta una situazione per cui non vale la pena lottare, amare, vivere e tutto sembra condannato dall'imminente morte.
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