giovedì 25 febbraio 2010

EDWARD HOPPER a Roma

16 febbraio – 13 giugno 2010, A cura di Carter E. Foster
La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia arriva a Roma
Per la prima volta in Italia, Roma e Milano rendono omaggio all’intera carriera di Edward Hopper (1882-1967), il più popolare e noto artista americano del XX secolo, con una grande rassegna antologica senza precedenti nel nostro paese. Accolta dal pubblico con grande successo nella sede di Palazzo Reale a Milano, con oltre 180 mila visitatori, la mostra è attesissima a Roma, dove sarà aperta al pubblico il 16 febbraio 2010 nelle sale del Museo Fondazione Roma, con importanti novità: l’arrivo di altri capolavori dai musei americani, un originale e suggestivo allestimento e una nuova edizione del catalogo.
Promossa dalla Fondazione Roma, cui si deve l’impulso iniziale alla realizzazione dell’evento, grazie all’iniziativa del Presidente Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, la mostra è prodotta con il Comune di Milano – Cultura ed Arthemisia Group, in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation de l’Hermitage di Losanna.
“Edward Hopper – afferma Il Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Roma – è senza dubbio uno degli artisti americani più significativi del XX secolo, che ha dato visibilità, trasferendoci sentimenti e sensazioni originali, ad un’America meno sfolgorante di quella che l’iconografia tradizionale ci ha trasmesso in quell’epoca. Un’America dai contorni meno monumentali, meno attrattivi: un’America del quotidiano, fatta di posti apparentemente anonimi, ma in cui pulsa la vita di tutti i giorni di quella “middle-class” che costruisce, lo si voglia riconoscere o meno, la vera forza di quella grande nazione. Nel contesto di questa America che possiamo definire in crescita tumultuosa, Hopper visualizza gli aspetti più borghesi, più intimi, dando loro tuttavia una patina originale, nella quale – con grande crudezza, frutto di una sua visione personale – ci mostra, nel contesto urbano e agricolo, i sentimenti di una stagione dell’anima che sono la conseguenza della solitudine e dell’alienazione dell’uomo. È con grande orgoglio, quindi, che presentiamo questa mostra a Roma, augurandoci che questa operazione da noi promossa d’intesa con il Comune di Milano ed Arthemisia Group, realizzata grazie alla partnership con il Whitney Museum of American Arts e con la Fondazione dell’Hermitage di Losanna, oltre che rappresentare un contributo al grande artista americano, costituisca un’ulteriore testimonianza della nostra attenzione al processo di osmosi interculturale che da sempre muove l’attività del Museo della Fondazione Roma. Tutto ciò, ancora una volta a dimostrazione del mio convincimento che tali sinergie – che mettono nella condizione di operare assieme strutture pubbliche e private, senza pretese egemoniche di una sull’altra – possano dare origine ad eventi di livello internazionale, persuaso come io sono che questo sia il mezzo attraverso cui la cultura può essere diffusa in maniera razionale permettendone una fruizione più ampia”.
LA MOSTRA A Roma nuovi eccezionali dipinti. Oltre alle 160 opere esposte alla mostra milanese, a Roma giungeranno altri grandi capolavori dell’artista, quali il bellissimo Self-Portrait del 1925-1930 e, inoltre, The Sheridan Theatre (1937), New York Interior (1921 circa), Seven A. M. (1948); South Carolina Morning (1955) accanto ai relativi disegni preparatori. Dipinti straordinari che completano il gruppo delle opere celebri già presenti a Milano, tra cui Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e la bellissima Girlie Show (1941).
Un percorso, a cura di Carter E. Foster, che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.


Fonte: http://www.museodelcorso.it

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