"Quand'ero giovane vivevo
pensando di essere innocente, vale a dire che non pensavo affatto. Non
sono il tipo del tormentato, sono partito con il piede giusto. Tutto mi
riusciva bene, ero intelligente, avevo successo con le donne, e se avevo
qualche inquietudine, passava come era venuta......Col tempo mi sono
accorto che anche quelli che erano migliori degli altri non potevano
fare a meno di uccidere o di lasciar uccidere: era nella logica in cui
vivevano, non si poteva fare un gesto in questo mondo senza correre il
rischio di far morire. Sì, ho continuato ad avere vergogna, e ho capito
che tutti eravamo nella peste; e ho perduto la pace. Ancor oggi la
cerco, tentando di comprendere tutti e di non essere nemico mortale di
nessuno. So soltanto che bisogna fare il necessario per non essere più
un appestato, e che questo soltanto ci può far sperare nella pace, o, in
mancanza di questa, in una buona morte. Questo solo può dar sollievo
agli uomini, e, se non salvarli, almeno far loro il minor male
possibile, persino, talvolta, un po' di bene. Ecco perchè ho deciso di
rifiutare tutto quello che, direttamente o indirettamente, con
motivazioni buone o cattive, fa morire o giustifica che si faccia
morire".
Albert Camus
La Peste
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