venerdì 18 dicembre 2009

OUTRENOIR


 Stando alla teoria dei colori formulata da Newton nel 1672, la luce che percepiamo quotidianamente non è bianca, ma composta dai sette colori dello spettro solare: il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’ìndaco e il violetto. Basandoci perciò sugli esperimenti di Newton possiamo dire (in modo impreciso ma breve) che un oggetto che riflette allo stesso tempo tutte le 7 onde luminose ci sembra bianco, il “non-colore” che è somma di tutti gli altri colori. Se l’oggetto invece assorbe tutte le onde tranne una, quel oggetto avrà ai nostri occhi il colore di quell’unica onda riflessa.
Nel caso in cui esso assorba al contrario tutte le onde luminose, esso ci apparirà nero, il “non-colore” che è dunque annullamento di tutti gli altri colori.
Diciamo perciò che il colore nero, in natura, non riflette la luce.
Seppur constatando un compiacersi intellettuale dell’autore e del suo pubblico, visitando questa mattina la mostra di Pierre Soulages, soprattutto nella sua seconda parte, ho ammirato la “creatività” dell’uomo, “creatività” intesa (nel senso più realistico della parola) come “manipolazione” (poiché non si crea mai nulla, si fabbrica e si opera, da creature, sul già creato.) Così Soulages manipola, trasforma, rende funzionale a un suo progetto il non-colore nero. A tratti lo lascia tranquillo nella sua natura, a tratti lo solca, lo tormenta, vi incide il gesto della sua mano, e incredibilmente, quel colore lascia riflettere la luce. Così la realtà del colore, si piega, divertita, al lavoro dell’uomo. E la realtà dello spazio che ospita la mostra, invita lo spettatore a spostarsi e muoversi, per cambiare a sua volta quella luce inattesa e segreta.
La mostra si conclude l’8 marzo 2010, gli orari di apertura sono dalle 11 del mattino alle 21 la sera, il costo è di 12 euro, e 9 euro prezzo ridotto per i giovani sotto i 25 anni e gli studenti di arte.
Seppur constatando un compiacersi intellettuale dell’autore e del suo pubblico, visitando questa mattina la mostra di Pierre Soulages, soprattutto nella sua seconda parte, ho ammirato la “creatività” dell’uomo, “creatività” intesa (nel senso più realistico della parola) come “manipolazione” (poiché non si crea mai nulla, si fabbrica e si opera, da creature, sul già creato.) Così Soulages manipola, trasforma, rende funzionale a un suo progetto il non-colore nero. A tratti lo lascia tranquillo nella sua natura, a tratti lo solca, lo tormenta, vi incide il gesto della sua mano, e incredibilmente, quel colore lascia riflettere la luce. Così la realtà del colore, si piega, divertita, al lavoro dell’uomo. E la realtà dello spazio che ospita la mostra, invita lo spettatore a spostarsi e muoversi, per cambiare a sua volta quella luce inattesa e segreta.
La mostra si conclude l’8 marzo 2010, gli orari di apertura sono dalle 11 del mattino alle 21 la sera, il costo è di 12 euro, e 9 euro prezzo ridotto per i giovani sotto i 25 anni e gli studenti di arte.

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