Tutti sappiamo più
o meno qualcosa sulla grande pittura
italiana e perciò tutti abbiamo
visto qualche opera del Beato Angelico. E’ facile, perciò, avere uno sguardo
superficiale perché certi riferimenti diventano talmente quotidiani che si
impoveriscono.
L’artista è colui
che crea qualcosa per il popolo. Fra Giovanni venne definito
beato nel significato di fortunato perché è uno dei pochi pittori che identifica la sua pittura
con il senso della sua vita. Voleva
vedere il volto del suo Dio. Hegel dirà che non c’è pittura
più significativa di questa. Divenne l’Angelico perché non era un semplice
artista di bottega, come molti a quel tempo, ma era colui che, in mezzo a
quelli che vivevano con lui della medesima identità,
aveva saputo raffigurare ciò che avevano cercato e trovato.
Ogni uomo porta in
sé la domanda di bellezza, giustizia e verità
perché ogni progetto di vita è una
ricerca della bellezza e della giustizia. Domandare tale compimento è domanda
globale che sinteticamente è domanda di “dio”. Ognuno cerca tale suo “dio”
(lettera minuscola) cioè tale realizzazione globale.
Beato Angelico
volle raffigurare il volto del suo Dio. Una persona qualunque, come ognuno dei
suoi simili, era entrato nella storia degli uomini con questa pretesa di essere
Dio, perciò il volto di Cristo è il volto di Dio.
Cristo venne
deriso, schernito nel senso più
volgare e osceno del termine, non da Pilato o dai Romani, bensì dal Sinedrio,
cioè da una comunità che fondava su
Dio il suo esistere. Una struttura religiosa di potere non poteva accettarlo e
lo accusò di bestemmiare proprio per essersi detto Dio.
Era impossibile che uno
che conoscevano, con quel volto particolare, fosse la rivelazione del senso
ultimo dell’esistere. Egli, di fronte a tale mentalità
di potere, tace perché la sua legge era “vieni, vedi, seguimi”. Una delle celle
del convento dove Beato Angelico visse e dipinse, che oggi è lo splendido Museo
San Marco nel centro di Firenze, conserva l’immagine del “Cristo deriso”.
Un’immagine che pone l’interrogativo se Dio non sia diventato un’entità religiosa o filosofica o antropologica alta ma
senza legame con il presente di ogni uomo. E in ciò non si compia nuovamente il
dileggio del Cristo.
Nessun commento:
Posta un commento