Diversamente ONLUS e Sergio Olivotti con il patrocinio di EIDD Design For All lanciano la seconda edizione del FaceBook-concorso per la realizzazione di un manifesto di grafica sociale. Il tema di quest'anno è DESIGN VS POVERTY.
Il brief La crisi finanziaria internazionale, le guerre, le azioni devastanti di un capitalismo oligarchico, hanno fatto sì che l'alba del nuovo millennio, lungi dal portare segnali positivi per il benessere del mondo, abbiano segnato la nascita di una nuova globale POVERTÀ.
Accanto alle forme tradizionali di estrema povertà dei paesi del terzo mondo, se ne stanno manifestando di nuove anche nei paesi una volta considerati immuni al problema.
A seconda della propria sensibilità, della propria esperienza personale, dei propri sentimenti, i progettisti che parteciperanno al concorso potranno concentrare la loro analisi sulle nuove povertà dei paesi una volta più ricchi del pianeta, o sulla povertà estrema delle parti meno fortunati del mondo:
1) Nel mondo marketing-oriented esiste l'idea preconcetta che il cibo è un prodotto. Questo preconcetto errato è la base delle peggiori forme di povertà, quelle tipiche dei paesi più poveri del mondo, e appare lontanissimo da quanto affermato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo: "Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere per se stesso e per la propria famiglia". Il cibo dovrebbe essere dunque un diritto umano inalienabile.
Secondo l'economista Amartya Sen, premio Nobel nel 1998: "La fame è la caratteristica per cui le persone non hanno cibo a sufficienza. Non è tanto la caratteristica per la quale non c'è abbastanza cibo da mangiare. Se il secondo punto può essere dovuto al primo, ma è solo una delle tante possibili cause ".
La questione della povertà non è esclusivamente legata al concetto di quantità e distribuzione degli alimenti. È anche legata al concetto di alimentazione di qualità: mangiare tutti e mangiare meglio.
2) Anche se l'Unione europea è una delle aree più ricche del mondo, il 17% dei cittadini UE possiede ancora risorse talmente limitate da non potersi permettere la soddisfazione dei bisogni minimi. Esiste dunque un nuovo tipo di povertà che colpisce i paesi cosiddetti industrializzati, una povertà che tocca ampi e diversificate fasce della popolazione afflitte da una costante insicurezza economica e sociale.Questo fenomeno potrebbe non essere così eclatante come in altri luoghi della terra, ma è comunque importante, e dipende dalla presenza contestuale di diversi fattori, come l'incapacità di affrontare la crisi individuale o familiare, associata alla elevata vulnerabilità dei rapporti e la inferiore visibilità sociale di soggetti ad alto rischio di esclusione, come le famiglie mono-parentali, giovani con lavoro precario, persone sopra i 50 che sono stati licenziati, e così via.
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