giovedì 25 marzo 2010

Restauro fatto a pezzi

A partire dal prossimo 25 marzo l’Ufficiale Giudiziario potrà sigillare la Sede storica dell’Istituto Centrale del Restauro (ora Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro), seppellendo così 70 anni di storia del restauro dell’Italia e del mondo.
In compenso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali risparmierà 120.000 euro annui di affitto: di fronte ai quali contano poco o niente l’attività finora svolta a favore della tutela del Patrimonio Culturale e non solo del nostro Paese – Assisi, il Marco Aurelio, il Cenacolo, la Cappella Scrovegni, Palazzo Te, la Camera degli Sposi, la Torre di Pisa o i restauri in Cina, Iraq, Afghanistan, ex Jugoslavia, India – la formazione di centinaia di veri restauratori italiani e stranieri, l’impegno civile (e non solo culturale) del personale e dei suoi direttori, a cominciare da Cesare Brandi e Giovanni Urbani.

Si tratta del resto dell’ultimo atto di un disegno che, lucidamente, tende da anni a ridurre sempre più gli spazi di azione, di progettualità e di realizzazioni normative, che hanno consentito al sociologo del lavoro Domenico De Masi di includere l’Istituto tra i pochi gruppi creativi europei dell’ultimo secolo: ora, semplicemente, lo si vuole soffocare per interposta persona e nell’anonimia della “fatalità”.
Il Comitato di sostegno all’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (tra i promotori le Università di Roma e della Tuscia, le Associazioni Brandi, Bianchi Bandinelli, Secco Suardo, il Comitato per la Bellezza, ECCO, ARI, Italia Nostra) ha perciò rivolto un appello al Presidente della Repubblica, che ha finora raccolto circa 4.000 adesioni, soprattutto di Enti e studiosi stranieri, e ha indetto per venerdì 12 marzo pv (alle ore 17) all’Accademia Nazionale di S. Luca una manifestazione di solidarietà all’ISCR, chiamando a testimoniare studiosi, uomini ed Enti di cultura, interessati ad impedire che si chiuda nel silenzio la vicenda di una delle istituzioni più prestigiose della cultura italiana, esigendo al contrario dalle Autorità competenti impegni concreti e immediati in merito alle seguenti richieste:

1. rinviare la scadenza del contratto d’affitto a fine 2011 con impegno formale, da parte del MiBAC, ad avere restaurati e resi funzionali entro quella data i locali da tempo assegnati all’ISCR nell’Ex Istituto S. Michele ed ora riconfermati, assieme a quelli già restaurati ma via via “provvisoriamente” occupati da altri Uffici ministeriali;

2. in caso di reale impercorribilità di questa soluzione garantire almeno altri 6 mesi di proroga per consentire la presa in possesso e funzionalizzazione di spazi idonei alla prosecuzione dell’attività dell’ISCR, e in particolare la scuola (solo ora riattivata completamente dopo una inspiegabile eclissi), i laboratori scientifici con le loro apparecchiature costose e fragili , le attrezzature per la informatizzazione, ancora in corso, delle centinaia di migliaia di foto e documenti degli archivi storici;

3. concreti impegni formali da parte del MiBAC a garantire all’ISCR le risorse necessarie a svolgere adeguatamente il suo ruolo istituzionale, invertendo così la tendenza recente ad attribuirgli funzioni residuali e di supplenza marginale;

4. conservare all’ISCR almeno la torre e gli altri ambienti già proprietà dei Borgia per adibirli a Museo del restauro, come già richiesto più volte a partire dal 1981. 
12 marzo 2010, Accademia Nazionale di San Luca, Roma.

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