Gli altari più fastosi e più belli, gli stucchi più ricchi, le sculture e i dipinti più importanti furono sacrificati da questo falso assioma e la cosa è particolarmente deplorevole da noi, in Austria, perché le nostre chiese hanno in gran parte ricevuto nel Sei e nel Settecento la loro ricca decorazione. In casi innumerevoli, dietro alla parola d'ordine dell'unità e della purezza stilistica da perseguire come meta, si cercò di annullare anche le trasformazioni architettoniche che le chiese avevano subito nel corso degli anni, demolendo le aggiunte dei tempi successivi e non costruendo nello 'stile originario" le parti più tardi rielaborate. Dovunque si possono vedere ancor oggi i danni incalcolabili inferti in tal modo ai monumenti antichi; tuttavia, poiché queste tendenze non sono ancora del tutto scomparse, specialmente presso il clero, è necessario richiamare l'attenzione sulla falsità delle promesse su cui poggiano questi fatti.
E' soprattutto falso ritenere questo o quello stile come l'unico degno di considerazione perché l'arte, nel suo sviluppo millenario, non può essere giudicata sulla base di una formula valida tutti i casi, ma deve essere valutata a seconda dei suoi intenti artistici e delle sue relazioni che sono ovviamente diverse in tempi diversi e in diversi paesi. L'arte non sarebbe arte se, come hanno preteso i profeti di un certo stile nel secondo passato, le sue opere fossero elaborate secondo una precisa ricetta. Legata a esigenze nuove e a nuove idee, l'arte si sviluppò in maniera analoga alla lingua e alla letteratura ed è teoria infondata o preconcetto arbitrario ritener valido solo quello che fu creato in un determinato momento, considerando invece di minor valore e condannando alla distruzione tutto ciò in cui si erano realizzati la creatività dell'ideale artistico di molti altri secoli. E' ridicola presunzione definire l'arte che ha creato opere come la chiesa di San Carlo a Vienna o il monastero di Melk come un ciarpame di nessun valore, ed anche se per preferenze personali o per interessi generali si può rivolgere maggiore attenzione a questo o a quello stile, non vi è ragione di mettere in disparte tutto il resto perché il tempo può venire che potrà giudicare valido quello che sembra non avere valore alcuno, come noi abbiamo sperimentato in concreto nei confronti dell'arte barocca.
Spesso la preferenza accordata ad un determinato stile nasce da ragioni che ben poco hanno a che fare con la forma artistica che questo stile riveste e molto invece con pretesti di tutt'altra natura. Ad esempio, lo stile gotico è stato creduto più consono all'edificio sacro di quello barocco, dimenticando invece che proprio allo stile barocco è legata la maggior ripresa della vita religiosa e, soprattutto in Austria, è molto più strettamente connesso all'attuale tradizione ecclesiastica di quanto non sia lo stile gotico medioevale sorto in Francia.
Coloro — e sono la netta maggioranza —ai quali i monumenti offrono gioia e piacere, non sanno nulla di vecchi stili e quando ammirano, profondamente attratti, un'antica e mirabile chiesa o una nobile e antica città, non si chiedono se i singoli elementi appartengano a questo o a quello stile. L'effetto che i monumenti del passato producono sulla fantasia e sul sentimento non dipende da una legge stilistica, ma viene suscitato da una visione concreta che nasce quando le forme artistiche universali si fondono con i caratteri locali e personali, con tutto l'ambiente e con tutto ciò che ha elevato il monumento, attraverso il processo storico, a contrassegno di quell'ambiente. Le chiese o gli altri edifici, le strade o le piazze, che nel corso dei tempi a poco a poco abbiano ricevuto e conservato il loro carattere artistico costituito da elementi stilistici diversi, somigliano ad esseri viventi, mentre perdono tutta la loro vitalità e il loro fascino quando si mutano in squallidi esemplari ricalcati da manuali, quando a viva forza vengono ricondotti ad una unità stilistica.
Alla la tutela dei monumenti non deve limitarsi solo a proteggere tutti gli stili: essa deve essere rivolta anche al carattere locale e storico dei monumenti che non siamo autorizzati a correggere
secondo qualsivoglia regola, perché con queste 'correzioni' si distrugge proprio ciò che conferisce anche al più modesto monumento un valore insostituibile.