domenica 18 aprile 2010

L'incubo

Johann Heinrich Füssli, L'incubo, olio su tela, 1781, Institute of Arts Detroit.
Un’immagine ci torna alla mente, un dipinto nato dal pennello di Johann Heinrich Füssli nel 1781, figure spaventose e spaventate che popolavano, forse, il suo cuore. Quel incubo concepito così tanto tempo fa, lascia oggi il mondo delle figure sognate e irreali, per posarsi sul mondo reale, sociale, politico, umano.
Quel mostro, tremenda personificazione dell’ingiustizia dell’odierna società, delle sue leggi, delle sue istituzioni, dei suoi potenti astuti e putridi che fagocitano il cuore dell’uomo, schiaccia la realtà. Il mostro si siede su quel ventre di donna che sarebbe, per natura, capace di abbracciare il bene e di dare la vita nuova, e che è reso invece sterile e senza frutti da quel peso. L’uomo che io sono e che tu sei, quel essere capace di infinito, è ridotto all’immagine di quella donna priva di sensi e di senso. L’immagine onirica fa pensare che, una volta svegli, quel mostro scomparirà. Invece è proprio quel essere astuto che ci addormenta. Egli non rivela un’ingiustizia evidente, ma nel segreto dei cuori, frammenta, divide, fa temere l’atro, imputridisce l’ideale, e ci rende incapaci di svegliarci.

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