sabato 10 settembre 2011
11 settembre 2011. Basta genocidi
Col tragico massacro dell’ 11 settembre 2001 negli Stati Uniti si è aperto sanguinosamente il nuovo secolo. E un campo di battaglia, su molti fronti, fu la risposta della politica internazionale.
Il popolo americano non meritava quanto è accaduto, così come i popoli del mondo non meritano quanto hanno dovuto pagare in dieci anni di guerre, odio razziale e culturale, menzogne della grande finanza sorella dei signori della guerra.
Se questa azione terroristica è stata realizzata dall’odio, sarebbe orribile se noi tutti seguissimo chi ci ha invitato a rispondere allo stesso modo. In questo anniversario, nel quale dobbiamo tristemente ricordare anche le migliaia di morti che sono seguiti, CHIEDIAMO ai Governi di riflettere a fondo, una reazione solo vendicativa non ha avuto altro esito che massacrare altri innocenti.
Occorre uscire dalla logica di ingiustizia, rivolta, vendetta, risentimento, punizione perchè, in tutto questo, oltre al fatto che non ci sarà mai pace tra gli uomini, a pagare sarà sempre moltissima gente innocente. Occorre fare un “salto di qualità” (o di umanità) per uscire da questa logica: il “salto” verso il rispetto dell’ unità del destino di tutti gli uomini della Terra. Occorre portare gesti capaci di far ritrovare alla gente il coraggio e la possibilità di vivere insieme.
Occorre abbandonarsi a un piano di coesistenza mondiale che superi la logica della corsa al benessere sempre più alto, della prevaricazione e della vendetta. C’è bisogno di un salto qualitativo nella dimensione umana stessa e di fronte alle imprevedibili prospettive prossime future.
La speranza dei Paesi dall’economia schiacciata dal debito internazionale non va minimizzata e, insieme, denunciamo la cronica incapacità di favorire, o l’aperta volontà di impedire, l’aiuto ad attività produttive capaci di avviare un reale sviluppo dei popoli. Ci devono essere prospettive di sviluppo che consentano eque condizioni di vita nel rispetto delle culture e delle tradizioni religiose e che diano ai giovani, con la pace e il lavoro, la possibilità di partecipare alla costruzione del loro futuro.
PANE PACE LAVORO continuerà a diffondere questa richiesta, nel rifiuto della guerra e dell’intolleranza, nella denuncia di ogni tipo di ingiustizia, chiedendo politiche più attente ai bisogni della povera gente e non alle pretese del potente dio Denaro.
Via panepacelavoro
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