sentint el pes del pressent,
on radica la nostra raó d’ésser..."
Salvador Puig Antich
La Model de Barcelona, dicembre 1973,
frammento di una lettera scritta alla sorella Marçona
I giovani lottano contro il potere contro l'oppressione, la dittatura; in Germania contro la dittatura nazista, c'è la Resistenza in Italia, la dissidenza contro il comunismo stalinista, il movimento pacifista contro la Guerra in Vietnam; Martin Luther King, Arafat, Che Guevara; e in Spagna, certo, contro la più duratura dittatura fascista in Europa, quella di Francisco Franco.
Agli inizi degli anni Settanta si forma in Spagna il Movimento Iberico de Liberacion, un gruppo di giovani militanti nel partito di estrema sinistra che si pone come obiettivo, attraverso una lunga serie di rapine e azioni provocatorie, quello di finanziare l'ala più militare del movimento. Tra loro c'è Salvador Puig Antich, un ragazzo introverso, lunatico forse, ma dal fine e sensibile intelletto. Inizialmente le azioni vanno tutte a "buon fine", ma quando in una rapina rimane ferito un impiegato le cose cominciano a precipitare. La polizia, frustrata dalle continue imprese del movimento, riesce a tendere un imboscata in cui perde la vita un giovane ispettore, ma che vale l'arresto di Salvador. Da quel momento comincia una lotta contro il tempo per bloccare la condanna a morte del ragazzo.
Salvador Puig Antich è stato garrotato alle 9,40 del 2 marzo 1974 presso il carcere Modelo di Barcellona all’età di 26 anni. Aveva ucciso un poliziotto in occasione del suo arresto avvenuto il 25 settembre del 1973 ed in seguito alla sentenza di un tribunale militare è stato condannato senza appello alla pena di morte in un clima di tensione provocato dall’attentato dell’Eta a Carrero Blanco, il probabile successore di Francisco Franco, il 20 dicembre 1973.
Grido di protesta e di denuncia verso uno dei fatti che più scosse la Spagna in quegli anni, e di cui si sente ancora oggi l'eco silenzioso e distante. Quello verso Salvador Puig Antich fu un atto criminoso quanto inutile compiuto da un regime militare che, messo sotto scacco dall'ETA, scelse il giovane come capo espiatorio. Il film di Manuel Huerga racconta la difficile vicenda del Movimento Iberico de Liberacion concentrandosi sulla vita di Salvador, sui suoi rapporti con gli amici, la famiglia e, naturalmente, la politica. Da una parte la gioventù che "non ci sta", dall'altra un regime, un potere che si serve ancora di strumenti medievali, di torture, di disumanità e mancanza di dignità persino davanti alla morte. Persino papa Paolo VI era stato interpellato per promuovere la richiesta di grazia per Salvador; ma quella sera al telefono Franco non si è fatto trovare nemmeno dal Papa.
Un film assolutamente commovente, ma non sentimentale; è rivolto ai giovani, prima loro, prima di tutto.
E lo si avverte nel momento in cui tutta la famiglia stretta intorno a Salvador, l'avvocato militante, la sua guardia carceraria, amico delle ultime ore, fino alla fine tengono viva la speranza. Come si fa a uccidere la speranza di un giovane che sta dando la vita per quello in cui crede? La Grazia.
Salvador non è un martire, come non lo è Sophie Scholl, o Bobby Sands, ma le loro vite sono state spese per dare speranza a tanti altri giovani; e quindi dovevano essere fatti sparire velocemente.
Oltre trent’anni fa, il regime franchista ormai agonizzante, insieme al suo titolare, spezzò con il garrote la vita di un ragazzo di 26 anni che all’anagrafe si chiamava Salvador Puig Antich, “El Metge”, anarchico, militante del MIL, Movimiento Ibérico de Liberación.
Lo seppelliranno in tutta fretta l’indomani nel cimitero di Montjuic, una collina di calcare, dove il rosso dei garofani svanisce sullo sfondo della roccia, davanti al mare. Persino ai funerali la violenza - unica arma che può opporsi alla speranza - ha dato prova di sè. Quel giorno, nonostante le cariche dei poliziotti, ugualmente i suoi compagni delle organizzazioni libertarie catalane - e con loro tante e tante persone - sono scesi nelle strade.
La memoria è un lavoro che dovrebbe spettare a chiunque. Ma ad alcuni preme forse un po’ di più.
Un film di Manuel Huerga. Con Daniel Brühl, Tristán Ulloa, Leonardo Sbaraglia, Leonor Watling, Ingrid Rubio. Celso Bugallo, Mercedes Sampietro Titolo originale Salvador (Puig Antich). Drammatico, durata 134 min. - Spagna, Gran Bretagna 2006.
Agli inizi degli anni Settanta si forma in Spagna il Movimento Iberico de Liberacion, un gruppo di giovani militanti nel partito di estrema sinistra che si pone come obiettivo, attraverso una lunga serie di rapine e azioni provocatorie, quello di finanziare l'ala più militare del movimento. Tra loro c'è Salvador Puig Antich, un ragazzo introverso, lunatico forse, ma dal fine e sensibile intelletto. Inizialmente le azioni vanno tutte a "buon fine", ma quando in una rapina rimane ferito un impiegato le cose cominciano a precipitare. La polizia, frustrata dalle continue imprese del movimento, riesce a tendere un imboscata in cui perde la vita un giovane ispettore, ma che vale l'arresto di Salvador. Da quel momento comincia una lotta contro il tempo per bloccare la condanna a morte del ragazzo.
Salvador Puig Antich è stato garrotato alle 9,40 del 2 marzo 1974 presso il carcere Modelo di Barcellona all’età di 26 anni. Aveva ucciso un poliziotto in occasione del suo arresto avvenuto il 25 settembre del 1973 ed in seguito alla sentenza di un tribunale militare è stato condannato senza appello alla pena di morte in un clima di tensione provocato dall’attentato dell’Eta a Carrero Blanco, il probabile successore di Francisco Franco, il 20 dicembre 1973.
Grido di protesta e di denuncia verso uno dei fatti che più scosse la Spagna in quegli anni, e di cui si sente ancora oggi l'eco silenzioso e distante. Quello verso Salvador Puig Antich fu un atto criminoso quanto inutile compiuto da un regime militare che, messo sotto scacco dall'ETA, scelse il giovane come capo espiatorio. Il film di Manuel Huerga racconta la difficile vicenda del Movimento Iberico de Liberacion concentrandosi sulla vita di Salvador, sui suoi rapporti con gli amici, la famiglia e, naturalmente, la politica. Da una parte la gioventù che "non ci sta", dall'altra un regime, un potere che si serve ancora di strumenti medievali, di torture, di disumanità e mancanza di dignità persino davanti alla morte. Persino papa Paolo VI era stato interpellato per promuovere la richiesta di grazia per Salvador; ma quella sera al telefono Franco non si è fatto trovare nemmeno dal Papa.
Un film assolutamente commovente, ma non sentimentale; è rivolto ai giovani, prima loro, prima di tutto.
E lo si avverte nel momento in cui tutta la famiglia stretta intorno a Salvador, l'avvocato militante, la sua guardia carceraria, amico delle ultime ore, fino alla fine tengono viva la speranza. Come si fa a uccidere la speranza di un giovane che sta dando la vita per quello in cui crede? La Grazia.
Salvador non è un martire, come non lo è Sophie Scholl, o Bobby Sands, ma le loro vite sono state spese per dare speranza a tanti altri giovani; e quindi dovevano essere fatti sparire velocemente.
Oltre trent’anni fa, il regime franchista ormai agonizzante, insieme al suo titolare, spezzò con il garrote la vita di un ragazzo di 26 anni che all’anagrafe si chiamava Salvador Puig Antich, “El Metge”, anarchico, militante del MIL, Movimiento Ibérico de Liberación.
Lo seppelliranno in tutta fretta l’indomani nel cimitero di Montjuic, una collina di calcare, dove il rosso dei garofani svanisce sullo sfondo della roccia, davanti al mare. Persino ai funerali la violenza - unica arma che può opporsi alla speranza - ha dato prova di sè. Quel giorno, nonostante le cariche dei poliziotti, ugualmente i suoi compagni delle organizzazioni libertarie catalane - e con loro tante e tante persone - sono scesi nelle strade.
La memoria è un lavoro che dovrebbe spettare a chiunque. Ma ad alcuni preme forse un po’ di più.
Un film di Manuel Huerga. Con Daniel Brühl, Tristán Ulloa, Leonardo Sbaraglia, Leonor Watling, Ingrid Rubio. Celso Bugallo, Mercedes Sampietro Titolo originale Salvador (Puig Antich). Drammatico, durata 134 min. - Spagna, Gran Bretagna 2006.
via thegreateachers
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