sabato 17 settembre 2011

Punta della Dogana, firmato Tadao Ando


Restauro di Punta della Dogana, ex porto monumentale della città, ora sede permanente delle opere dalla collezione di François Pinault.
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Il progetto architettonico
I primi disegni di Tadao Ando tracciano fin dall’inizio le grandi linee del suo intervento, scegliendo di conservare il montaggio caratteristico dei magazzini affiancati e linearmente disposti tra le rive del Canal Grande e del Canale della Giudecca.
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Realizzando imponenti lavori di rifondazione della fabbrica per porla al riparo sia dall’umidità sia dagli affetti delle alte maree e prevedendo di riconfigurare i soppalchi esistenti, il fine del progetto era quello di attrezzare tutto lo spazio dell’edificio.
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In posizione più o meno baricentrica rispetto all’impianto triangolare del complesso, Ando ha immediatamente previsto di inserire un nuovo spazio a tutta altezza, una sorta di perno posizionato all’interno di uno dei magazzini mediani, da realizzarsi in cemento armato lisciato e lucido, ormai riconosciuto come una cifra delle sue costruzioni. Successivamente questo asse intorno al quale ora ruotano gli spazi espositivi e al quale riconducono i percorsi, ha assunto la configurazione di un cubo che attraversa verticalmente l’ambiente in cui è attualmente collocato.
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Nel continuo, diffuso tessuto degli interventi di restauro, volti ad eliminare le invadenti superfetazioni che negli anni erano venuti affliggendo il complesso di Punta della Dogana, gli inserimenti di nuovi setti, scale, percorsi, spazi di servizio appaiono come accadimenti puntuali. Tra l’antico corpo di fabbrica e questi interventi non si osservano mediazioni né passaggi mimetici, bensì continui accostamenti, quasi Ando abbia deciso di incastonare tra le innumerevoli stratificazioni che formano l’antico edificio dei volumi e dei piani che le separano e le offrono così ordinate come uno spettacolo da godere prodotto dallo scorrere del tempo.
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Infine, ha scelto di affiggere griglie sulle alte porte affacciate sui fronti acquei modellate come esplicite citazioni di quelle realizzate da Carlo Scarpa. Fatte di acciaio e di vetro, benché pensate in modo molto moderno, vengono dall’artigianato veneziano.
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Tadao Ando è riuscito a stabilire a Punta della Dogana un dialogo tra vecchi e nuovi elementi, che crea un legame tra la storia antica dell’edificio, il suo presente e il suo futuro.
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