Conclusioni
Nonostante all’interno del Bauhaus non vi fosse uniformità di tendenze artistiche, se Feininger, Marcks e Schlemmer si possono considerare figurativi, gli altri, eccetto Klee, di difficile collocazione, sono invece astratti; la scuola diventa un centro di sperimentazione di tendenza per lo più “astratta”. Anche se l’intenzione di Gropius era di creare una scuola che non fosse il centro propulsore di uno stile particolare, ma il luogo dove confluissero le tendenze artistiche più avanzate; l’evoluzione della scuola è fortemente influenzata dalla presenza di quei pittori astratti –Itten, Moholy-Nagy, Albers –che dirigono i corsi preliminari, particolarmente importanti proprio perché, impartiti all’inizio, condizionano la maturazione artistica degli studenti per il resto dei corsi. L’astrattismo sembra trovare nel Bauhaus uno dei suoi principali centri d’azione e d’influenza(1), per di più, grazie alla pubblicazione dei suoi quaderni, i Bauhausbücher, diventa il punto di confronto delle tendenze astratte, da De Stijil alle avanguardie russe(2).
Promotori di questa situazione sono Moholy-Nagy e Albers che, pur diversi, sono accomunati dall’idea di fondo di “una pittura razionalmente costruita, in cui dominano la forma geometrica semplice e chiara, il rigore compositivo, ed il colore neutro ed impersonale”(3). Albers è stato una figura chiave all’interno della scuola, le ambizioni sperimentali del suo corso preliminare erano di fornire agli studenti, attraverso la presa di familiarità con l’uso appropriato dei materiali, gli strumenti intellettuali e tecnici atti a rispondere a quello che era diventato lo scopo della scuola: la produzione di prototipi industriali. Il contributo di Albers è stato importante soprattutto nel campo didattico, con i suoi metodi dell’insegnamento elementare, ma si mise in luce al Bauhaus anche nel campo della pittura su vetro, nella progettazione di mobili e nel disegno di caratteri tipografici.
«Une vache ne voit dans l’herbe qu’un produit comestible. Je ne pense pas qu’elle confonde un pré et un tapis… mais le poète fourre son nez dans l’herbe et y voit une forêt. Telle est la réalité pour moi: le mythe derrière les faits»(4).
Albers era un romantico, malgrado la sua disciplina.
1 M. BONELLI, Astrattismo e Costruttivismo, Milano, Fabbri Editori, 1977. pp. 92-93
2 J. NIGRO COVRE, L’arte tedesca nel Novecento, Carocci,1998. p.100
3 M. BONELLI, Astrattismo e Costruttivismo, Milano, Fabbri Editori, 1977. p. 94
4 J. ALBERS, intervista The artist’s voice, 1960, in O. STELZER, in Bauhaus 1919-1969, catalogo della mostra, Musée National d’Art Moderne, Musée National d’Art Moderne de la ville de Paris, 1969. p. 35
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