La precisione matematica della scrittura ci porta a considerare anche la precisione geometrica della pagina; ogni calligrafo deve aver ben preciso il ritmo dell’intera pagina già nella scrittura della prima parola poiché già il colpo d’occhio d’insieme risulta essere fondamentale. L’imprecisione sia nelle proporzioni che negli spazi tra le parole rischia di compromettere l’intero lavoro: “The regularity of the line, based on the three co-ordinates (alif, dot, circle) chosen by the calligrapher, lead to a spatial distribution of the appendicular elements of the letter, forming parallel groups, perceived or imagined by the eye. By arbitrarily extending the ends of the appendices, a grid pattern is formed over the whole page”.
Sappiamo che la lingua e la scrittura araba derivano dall’aramaico del ceppo nabateo che si diffuse prima nell’Arabia nordorientale e poi nella regione di Mecca. Inizialmente scritto senza punti diacritici e vocali brevi, aggiunte dall’VIII sec. La prima grande caratteristica assegnabile alla lingua araba è che fu scelta da Allah per la sua rivelazione, è considerata dunque lingua divina. Diversi sono i miti che spiegano la nascita dell’alfabeto arabo, sicuramente questo è il più interessante: “ Allah created the angels according to the name and number of the letters, so that they should glorify him with an infinite recitation of the Qur’an. Allah said to them «Praise Me! I am Allah, and there is none other but I». The letters prostrated themselves before him, and the first to do so was the alif, whereupon Allah said «You have prostrated yourself to glorify My Majesty. I appoint you to be the first letter of My Name and of the alphabet».
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