Infatti, in ogni azione ciò che è soprattutto inteso dall'agente, sia che agisca per necessità naturale sia per volontà libera, è rivelare il proprio volto; da ciò segue che ogni agente, in quanto agisce, trae diletto dall'agire; poiché ogni cosa che è desidera il suo essere, e poiché nell'azione l'essere dell'agente è in certa misura più intenso, ne segue necessariamente un diletto... Perciò nulla agisce se non per far esistere il suo sé sconosciuto.
giovedì 10 marzo 2011
Ipse Dixit: Dante
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