fig. 1 |
Restando nello stesso ambito di ricerca delle “Deux négresses”, è obbligatorio un parallelo con le “Bagnanti” di André Derain (fig. 1); contemporaneo come realizzazione, ma soprattutto opera di un artista molto vicino a Matisse nel 1907 a livello personale e ideologico, è un dipinto quasi più scultoreo della scultura stessa, le donne qui rappresentate sembrano manichini di legno. Prendiamo ad esempio la mano, nella statuetta di bronzo, della figura con le gambe semiaperte appoggiata sulla schiena dell’altra, ricorda molto da vicino, quella della figura centrale in primo piano delle “Bagnanti”, lampante esempio di quella deformità tanto condannata dai critici; come nel bronzo, in maniera quasi identica, anche qui è tutto l’arto ad essere estremamente semplificato, deformato fino a sformarsi, non c’è restringimento alcuno dei volumi fra il braccio e la mano, tanto da sembrare che a queste donne manchi il polso(22). Soffermandoci sui volti delle donne, anche qui, come e molto più che in Gauguin, i visi sono appena accennati ed estremamente semplificati; infine guardando la figura delle “Bagnanti” di spalle a destra, non è facilmente deducibile se si tratti di un uomo o di una donna; la parte superiore del corpo farebbe pensare ad un uomo, come i piedi molto grandi, ma quella inferiore con un accenno di fianchi, ad una donna; l’ambiguità sessuale dei protagonisti dell’opera è anche uno dei tratti salienti delle “Due negre”di Matisse: infatti, se non fosse per il titolo e per la foto a cui fa esplicito riferimento questa scultura, la distinzione dei generi non sarebbe così chiara. Per quanto l’artista abbia scolpito entrambe le figure connotandole nel genere femminile con dei seni pronunciati, quella con il braccio piegato sul fianco sembrerebbe un personaggio maschile, con una muscolatura ancora più sviluppata rispetto all’altra e con una posizione che potrebbe sembrare dell’uomo che conduce la danza(23).
fig. 2 |
In questa statuetta, qualunque sia il genere della coppia di personaggi rappresentati, c’è indubbiamente una spiccata valenza erotica, come del resto nella maggior parte della produzione artistica africana cui vuole richiamarsi. Per completare il quadro di riferimento al tema delle bagnanti, non si può non dare uno sguardo alle serie di “Bagnanti” realizzate da Cezanne, anche queste all’insegna della deformazione, ma soprattutto della semplificazione, fino ad arrivare ad alcune tele in cui i volti sono appena accennati come in questa scultura di bronzo e nei due dipinti fin qui ad essa relazionati(24).
Matisse stesso nel 1953 alla domanda “qual è il pittore che ha esercitato maggiore influenza su di voi?” rispose senza esitare “Cézanne” (25). Nonostante questa intervista risalga a quasi mezzo secolo dopo il periodo qui analizzato, Cézanne fu una presenza ed un esempio fondamentale per Matisse fin dai suoi primi approcci con la pittura e nelle sue ricerche attraverso la scultura .(26) “È evidente che Derain e Matisse guardano ai reperti egizi con gli occhi di Cézanne, memori del suo monito a vedere per successive focalizzazioni concentriche, per cogliere l’emergenza, in un punto di massimo risalto, della valenza di massa plastica dell’oggetto considerato”.(27) Proprio dove i detrattori di Cézanne vedevano imperfezioni attribuite ad un’ ignoranza del disegno, Matisse vedeva il raffinato frutto di un sapere fuori dal comune. (28)
22 La mano in entrambe le opere è esageratamente grande, quasi disumana, con solo quattro dita di cui la prima (trattandosi in entrambi i casi di una mano sinistra di una figura frontale) dovrebbe essere un pollice, ma, o la figura manca di pollice opponibile, o il dito è dipinto molto più lungo del normale, tanto da farlo sembrare uguale agli altri tre.
23 Anche la capigliatura delle due fanciulle è appena accennata e poco significativa nella connotazione del genere femminile, un richiamo diretto lo si riscontra in una scultura dell’ anno successivo è il”Nudo di schiena I (Nu de dos I)” del 1908-1909(fig. 2).
24 Quello che interessava ad artisti come Matisse e Derain di Cézanne era proprio ciò che gli altri gli criticavano: la sua ‘imperfezione’ e ‘goffaggine’, le sue ‘deformazioni’; aggettivi che poi diverranno quasi manifesto di questo nuovo tip di ricerca pittorica antiaccademica e che spesso verranno attribuiti ai due artisti in senso dispregiativo, ma da loro accolti come complimento e comparazione al proprio maestro. A volte la critica accusò Matisse e Derain anche di ‘astrazione’, da non intendersi come assenza di un soggetto identificabile, ma come assenza di elementi espressivi di un linguaggio tradizionale, negazione del modello.
25 Estratto da Matisse answers twenty questions nella rivista << Look>> del 25 agosto 1953. Cfr. FOURCADE 1972, pag.345.
26 Per quanto Cézanne fosse sempre stato disinteressato alla scultura (tuttavia alcune delle sue opere, le serie di “Bagnanti” in particolare, architettonicamente organizzata per piani geometrici e caratterizzate da figure monumentali, la ricordano sotto molti aspetti), e per quanto non intendesse far professione di primitivismo, ne fu suo malgrado scelto come rappresentante in una nuova accezione, che guardava alla scultura analizzandola attraverso l’arte negra, vista come esempio culminante di quella ricerca di ‘originarietà’ da intendere nella valenza di adesione immediata all’essenza delle cose. Cfr. MESSINA 1993, pag.189.
27 MESSINA 1993, pp. 186-187pag.200.
28 Sappiamo inoltre che nel 1905, Matisse e Derain visitavano spesso lo studio di Aristide Maillol, ritenuto all’epoca l’equivalente di Cézanne in scultura28 accusato anch’egli dalla critica di ‘goffaggine’.Cfr. MESSINA 1993, pag.198.
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