venerdì 27 maggio 2011

La calligrafia islamica. Dalla calligrafia ai graffiti ultima parte

Tutti i graffitari hanno avuto un’intuizione molto felice, quella di ridare vita alla parola, cercare di avvicinare nuovamente immagine e parole “cercando così di sfuggire all’anonimia alla quale ci ha condannato la tipografia, la famigerata invenzione di Gutenberg, da cui la nostra cultura occidentale ha ricevuto tanta forza, ma anche tanta povertà sensoriale”. La scrittura e lo studio calligrafico tornano ad avere una posizione centrale che porta nel mondo occidentale a creare nuove tipologie di scrittura e nel mondo orientale in genere, islamico in particolare, a portare avanti e a trasferire su supporti diversi ciò che è stato tradizione secolare; in generale è “come si fossero trasformati in schiere di miniaturisti, dove tuttavia il termine è da riusare nel significato letterale originario, che viene dal minio, cioè dal ricorso a un colore squillante, nell’atto della scrittura. Le lettere devono campeggiare sulle fiancate dei vagoni della metropolitana o dei treni, appunto impresse con colori sgargianti, densamente emotivi”.
Nel mondo dell’arte islamica il XX secolo aveva già dato grandi innovazioni introducendo la calligrafia  nelle più elevate tecniche di pittura, portando quindi la calligrafia a essere da decoro artistico a espressione artistica in quanto tale. Possiamo distinguere diverse caratteristiche in cui si sviluppa la nuova espressione artistico-calligrafica: 1. Un intreccio geometrico di lettere nel quale il pittore incomincia da una frammentazione e ricompensazione creativa dell’alfabeto, per guidarci dentro un talismano magico del linguaggio. 2. Lettere o parole che si impongono di per se stesse su di uno sfondo colorato o con diverse raffigurazioni. 3. Un semplice trattamento decorativo di lettere, parole, frasi o interi testi con uno stile di rapida comprensione per fare subito presa sullo spettatore, i testi scelti sono di facile comprensione anche per permettere una meditazione sulle parole scritte.
I graffiti islamici riprendono e accettano tutte le tecniche dell’arte calligrafica standard ma ormai viene abbandonata la calligrafia religiosa; oggi si gridano le proteste o si danno messaggi che sperano di attirare l’attenzione per far meditare non in senso mistico ma dichiaratamente politico. “Sometimes the letter is presented in a variety of different ways (horizontal, vertical, slanting, reversed or superimposed to give a palimpsest effect), so that the writing appears to walk and run and skip across the space. On another occasion, with a sustained energy that can sometimes be ferocious, the artist projects the viewer into a maze where one is liable to trip on the reading of a word and be thrown off balance”.
Nuovi quadrati magici sufi per meditazione e cura (della società?) sono comparsi e continueranno a comparire nei (non)luoghi più insoliti per accompagnarci nella giornata.

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