Come avviene anche nella lingua greca ed ebraica gli arabi danno un valore numerico ad ogni singola lettera, classificandola in tre serie di 9: unità da 1 a 9, decine da 10 a 90, centinaia da 100 a 900 e infine 1000. Questa organizzazione delle lettere tramite valori numerici e i calcoli che si possono ottenere sommando i loro singoli valori all’interno di una parola ha portato allo sviluppo della tecnica dell’abağad per speculazioni mistico spirituali: “Ciascuna lettera araba è divenuta anche l’iniziale di un attributo di Allah. Questo insieme di lodi ha condotto alla formazione di un sistema, in cui ciascuna lettera vale non per la cifra alfabetica consueta, ma in base al valore numerico dell’attributo divino di cui è iniziale. La lettera alif per esempio, iniziale dello stesso nome di Dio, di solito vale 1, ma con questo sistema acquista il valore di 66 che è il risultato della somma delle lettere che compongono il nome di Allah calcolato secondo il metodo abağad. Questo sistema viene largamente usato nella teologia simbolica per invocazioni quali ausilio della meditazione. Mistici e indovini lo usano per comporre sistemi di calcolo divinatorio”. I colori che vengono utilizzati sono anch’essi fondamentali per un interpretazione mistico spirituale e come aiuto per la suggestione immaginativa di cui abbiamo già parlato.
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