martedì 26 aprile 2011

Restauri Con il Fai torna a vivere il museo della Lettera 22

Era stato mutilato, privato della luce della prospettiva, affogato da souvenir anonimi. Adesso, dopo un restauro durato un anno, il negozio - vetrina voluto da Adriano Olivetti a Venezia è resuscitato. Le Procuratie Vecchie, in piazza San Marco, hanno recuperato un frammento di storia che porta la firma di uno degli architetti italiani più prestigiosi, Carlo Scarpa. Il nuovo bene affidato al Fondo Ambiente Italiano (Fai) e inaugurato ieri non è solo un manifesto di purezza architettonica. Mostra come la vera ricchezza del patrimonio culturale italiano si riveli nei dettagli, nei particolari che all' osservatore disattento - e al legislatore disattento - possono sfuggire rischiando di far scomparire il bene da tutelare. Quel negozietto di 21 metri per 5, mortificato dalla trasformazione in una bottega per lo smercio di modellini del duomo made in Asia, era diventato invisibile. Ma il proprietario, le Assicurazioni Generali, hanno deciso di farlo rinascere restituendolo alla sua funzione originaria. Adriano Olivetti aveva affidato a Scarpa un compito impegnativo: realizzare un biglietto da visita per un' azienda che vendeva prodotti d' eccellenza perché li sintonizzava su un modello d' eccellenza, su un progetto di comunità che voleva essere la base dell' intero tessuto produttivo. Tra il 1957 e il 1958 Scarpa rivoluzionò quell' angolo di piazza San Marco facendolo ruotare attorno a una scala composta da blocchi di marmo accostati. «Una scala costosissima», ammetteva Scarpa. «Però Olivetti può permettersela, per il re si può fare un palazzo reale».
 
E, accanto alla scala, una scultura di Alberto Viani, inserita sopra una base di marmo nero del Belgio e coperta da un velo d' acqua in leggero movimento. Tutto attorno vetrine in cristallo molato e pareti in stucco veneziano che poggiano su un pavimento composto da un mosaico di tesse di vetro: un gioco di riflessi e di luci che rimanda al linguaggio espressivo della città. Ora la creazione di Scarpa torna alla sua funzione originaria di show room, diventa il museo della propria storia. La Olivetti infatti ha donato al Fai una collezione di macchine da scrivere e da calcolo: dalla mitica Lettera 22 esposta nella collezione permanente del MoMa a New York alla Lexicon 80 del 1948 e alla macchina da calcola Divisumma 24 del 1954. «La funzione originaria di questo luogo superbo si era persa negli anni Ottanta, ma i veneziani hanno buona memoria: mi ha impressionato la partecipazione alla cerimonia inaugurale di gente che sentiva di aver recuperato un pezzo della storia della città», racconta la presidente del Fai, Ilaria Borletti Buitoni. «Quest' anno il Fai, in occasione dei 150 anni dell' unità d' Italia, aprirà tre beni. Dopo il negozio Olivetti toccherà alla rinascimentale Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia, sui Colli Euganei, e al Bosco di San Francesco ad Assisi. Ma i privati e le fondazioni non possono essere l' unico argine contro l' abbandono. L' Italia non può mortificare il suo straordinario patrimonio di arte continuando a tagliare i fondi per la cultura, che sono ormai ridotti a nulla».
 

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