domenica 29 novembre 2009

Magic Italy riparato | SocialDesignZine


da SocialDesignZine

Il Giornale, quotidiano ufficiale del Governo che nei giorni scorsi ci aveva pacatamente definito "iene", pubblica oggi la versione "ufficiale" del nuovo marchio turistico italiano. Secondo la consolidata abitudine di smentire se stessi — tutti hanno sentito le vive parole di Berlusconi dichiarare di aver pensato allo slogan "Magic Italy" e la ministra Michela Vittoria Brambilla duettare con Emilio Fede per offrire l'anteprima del logo — adesso il Governo ci fa sapere, attraverso le righe de Il Giornale, che quella era solo un "fermo immagine". Prendiamo per buona la dichiarazione. Tuttavia la questione della realizzazione di un marchio rappresentativo della nostra cultura, come abbiamo ripetuto in questi giorni, non è semplicemente estetica e va molto al di là dei flame in rete. È una questione che riguarda la professionalità, la trasparenza e, in definitiva, la correttezza delle scelte che un'amministrazione pubblica, foss'anche il Governo, deve seguire in questi casi (è necessario richiamare sempre esempi stranieri, come quello recente del Governo olandese?).

Ricordiamo a Il Giornale, che si bea di mandare in pensione il baccello rutelliano, che proprio su queste pagine furono allora raccolte oltre 3.400 firme di protesta per il risultato di un concorso che giudicammo mal gestito. Ma almeno era un concorso! Ora ci troviamo invece di fronte all'imposizione di una scelta del tutto soggettiva, casuale ed estemporanea, frutto del parto del Presidente del Consiglio e del Ministro del Turismo i quali, fra le loro pur numerose doti, di certo non annoverano una conoscenza adeguata del graphic design. Riproponiamo quindi le dieci domande al Presidente del Consiglio sul metodo progettuale seguito per la realizzazione di questo logo Magic Italy - Italia, sperando magari che gli informati giornalisti de Il Giornale ci aiutino a trovare risposta:
1. Da chi è composto il team di grafici che l'hanno accompagnata nei voli di stato per lavorare al nuovo marchio per il Made in Italy?
2. A che titolo sono stati selezionati?
3. Ha già avuto modo in passato di avvalersi, a qualunque titolo, della collaborazione di questi grafici? Per quali lavori?
4. Qual è il compenso totale riconosciuto loro?
5. Oltre a Lei e al team grafico chi altri, e a che titolo, partecipa alla definizione di questo progetto?
6. Chi ha redatto il brief su cui il team ha lavorato/sta lavorando?
7. Chi valuterà la corrispondenza qualitativa del risultato alle finalità richieste?
8. Che budget è stato messo a disposizione per questo progetto?
9. A quanti e quali ministeri e/o dipartimenti fa capo il suddetto progetto?
10. È stato richiesto un parere al Consiglio Nazionale del Design?



La magia di Magic Italy


Ultimi aggiornamenti (11 giugno ore 14:00):
"Stanotte ho varato il marchio 'Magic Italy' per rilanciare il turismo in Italia. Il nostro obiettivo, che è anche la missione del ministro, è raddoppiare in quattro anni, grazie al turismo, il Pil. Abbiamo la possibilità di farlo", ha detto il premierall'assemblea nazionale di Confartigianato.
9 giugno:
Ecco qua. Siamo in grado di mostrarvi, in esclusiva assoluta, la prima immagine del nuovo logo di promozione del brand Italia presentato dalla neo ministra al Turismo Michela Brambilla l'altra sera durante lo speciale elettorale del tg4. Niente è dato di sapere sugli autori dell'immmagine se non che la sua realizzazione è stata personalmente seguita dal Presidente del Consiglio. Non riusciremo mai a rimpiangere il cetriolo di It, ma certamente è difficile trovare qualche positività — non diciamo grafica, ma anche solo comunicativa — in questo tetro campionario di effetti di Photoshop.
Di seguito il video della presentazione al Tg4 che era stato rimosso da Vimeo e che è stato reinserito su YouTube.





Segue un commento della redazione di sdz
Maggica...
Certo è abbastanza conseguente che una ‘fantasilandia’ come sta ormai diventando l’Italia (con le ‘veline’ che si candidano ai posti di responsabilità politica, i giullari e i cantori che volano ‘di stato’, con ‘papi Silvio’ che ha parole mielate per la sua 'piccola grafica pubblicitaria'), riesca a partorire e giustificare uno scempio del buon senso comunicativo e visuale come questo Magic Italyche la neo ministra ‘che dio la perdoni’ Brambilla, ha presentato in tono minore da Emilio Fede.
Questo accrocchio di luminescente barbarie grafica, a ben guardare, non ha né struttura, né status, ne dignità di marchio: ci sembra scarsamente applicabile in qualsiasi contesto, non ha un retroterra né simbolico né narrativo. Non dice nulla, non racconta nulla, non significa nulla. In Italia parla una lingua che non è l’italiano, va a occupare spazi che, su internet, sono già occupati da onesti gestori di campeggi e di bed and breakfast. Si segnala solo per la presupponente inutilità grafica che anche ogni pur modesta progettazione photoshoppata dovrebbe aver cura di evitare.

Magic Italy è offensivo per un paese che continua a vantare una decorosa, a volte gloriosa, ‘cultura del progetto’. Poco ci interessa in fondo (anche se si tratta di denari pubblici in primis e poi di buon senso collettivo) che non si sia attivato un normale meccanismo concorsuale, né che non si sia pensato di rivolgersi ad uno o più degli eccellenti maestri del settore che l’Italia vanta, né che non ci si sia in alcun modo rapportati con l’associazione dei grafici.

Ci preoccupa di più, prima come cittadini e poi come operatori del settore, che il presidente del consiglio abbia ancora una volta occupato uno spazio non suo, con l’arroganza cialtronesca che lo contraddistingue da tempo e che l’età tende a accentuare, e si sia trasformato in art director e copy di questa sesquipedale scemenza visuale, affidata poi, per l’esecuzione materiale, a quel fantasmatico ‘team di grafici’ di cui ha parlato nei giorni scorsi e di cui, al momento, non si hanno altre notizie.

Abbiamo rivolto, ironicamente ma non tanto, dieci domande al ‘presidente grafico' ma naturalmente, come ha fatto con Repubblica in un contesto ben più serio, non ha sentito, né crediamo sentirà, il dovere di risponderci. Pensiamo comunque che la comunità dei progettisti debba, in difesa della propria funzione e della propria professionalità, prendere in qualche modo posizione.

Altrimenti non si sarà solo progettato un marchio indecente ma si sarà dato un nuovo colpo, tra i tanti, alla credibilità di questo paese.

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