lunedì 31 gennaio 2011

Un ritratto del famoso architetto Carlo Scarpa

cadavere squisito

La gallina ha  fatto le uova, il latte fresco è sulla tavola e la collana è caduta nella bottiglia.
Allora lo zio Augusto insieme a Nietzsche e il superuomo si precipitano al duomo della città:
" Der Sturm... Der Sturm... Der Sturm"
diceva il treno passando...
A Berlino con Otto Gros e Franz Iung, conoscitori di Freud, domandano: che cos'è? la voglia di scappare via? dato che la domanda
"è nato prima
l'uovo o la gallina?"
mette in crisi l'esistenza, in tale modo bisogna correre se vuoi arrivare prima del vento.

By  Anna Telln Giusopova e
Lorenzo Bevilacqua

Velazquez+Bacon+Yue Minjun




Rimandi, interpretazioni soggettive o semplici punti di partenza. Come creare qualcosa di nuovo oggi nell'arte? è possibile? senza un Velazquez sarebbe stato possibile un Bacon? e un Minjun? si va avanti così, seguendo quel poco che si ha capito, provando, sbagliando. La novità è vedere il vecchio con occhi diversi. E' il continuo mutamento, le forme instabili, flessibili, sfuggenti.

vivre sa vie: Nana fa filosofia senza saperlo



Jean Luc Godard, 1962

domenica 30 gennaio 2011

Ipse dixit


"Je suis persuadé que l'espoir est l'unique élément immortel chez l'homme. Aucun tableau statistique, aucune preuve ne peut assassiner l'espoir, car l'espoir ne vit pas dans le monde des preuves mais dans le monde à venir, pour lequel il n'y a pas encore de statistiques. On dit que l'âme humaine est immortelle. Peut-être. Mais, ce qui est sûr, c’est que l’homme se nourrit de l’espoir immortel, et que l’immortalité de son âme en est une manifestation."

Edith Stein e “La struttura della persona umana (from the GreaTeachers)

Nel semestre invernale 1932-1933 Edith Stein tenne presso l’Istituto di Pedagogia scientifica di Münster un corso intitolato “La struttura della persona umana”, che doveva servire come sfondo teoretico per l’elaborazione di una filosofia dell’educazione. La riflessione filosofica sull’educazione conduce infatti alla domanda cruciale: che cos’è l’essere umano in quanto soggetto e oggetto dell’educazione? Per rispondere ad essa, è necessario il ricorso a un’antropologia filosofica Per tale motivo, prima di qualsiasi operazione pedagogica la Stein si preoccupa di rispondere alla domanda essenziale: chi è l’uomo?
Allora la concezione antropologica si pone come fondamento della pedagogia e dell’opera educativa. La stessa fondazione di una antropologia filosofica si presenta come risposta alla psicologia del profondo che non rende conto della struttura dell’essere umano.

venerdì 28 gennaio 2011

McCall au Collège des Bernardins

http://www.collegedesbernardins.fr/index.php/art/expositions.html


du 3 février au 16 avril 2011
dans l'ancienne sacristie



L’artiste britannique Anthony McCall a choisi d’installer une oeuvre lumineuse de la série « solid light films » dont la forme et le sens répondent à l’architecture gothique du Collège des Bernardins. Deux cônes de lumière, formés par le halo des projecteurs vidéo, dessinent sur le sol des figures qui, se déployant en un mouvement perpétuel, construisent dans l’espace une architecture immatérielle.
L’oeuvre de McCall, inspirée du cinéma et de la performance, permet au visiteur d’assister à l’expansion d’un dessin et d’éprouver la puissance de ce simple motif qui, porté par la lumière, devient une géométrie structurant le vide apparent de la sacristie.

Cucina futurista Parte 2


Dischi saporiti
(formula dell'aeropittore futurista Prampolini)

Torta di frutta varia che poggia sopra un disco di cioccolata. La torta è ricoperta da due strati di poltiglia che la taglia a metà: il primo fatto di salsa di pomodoro e il secondo di spinaci

Riso di Erodiade
(formula del futurista Dott. Sirocofran)

Per esaltare insieme e fondere la massima purità virginale con la massima lussuria di profumo, e onorare così il nome glorioso di Mallarmé, che cantò la vergine Erodiade in un verde paesaggio palustre cosparso di sensualissimi giaggioli turchini, prendete del riso e fatelo cuocere in molto latte salato convenientemente. Scolatelo e cospargetelo di polvere finissima di rizoma di giaggiolo

Scintilla
(polibibita del critico d'arte futurista P.A. Saladin)

1/4 liquore di mallo
1/4 liquore di genziana
1/4 liquore di assenzio
1/4 liquore di ginepro

Street Art: stencil


Paris, 22 de janvier 2011


giovedì 27 gennaio 2011

La cucina futurista Parte 1





Giostra d'alcool(polibibita dell'aeropittore futurista Prampolini)
2/4 di vino Barbera
1/4 di cedrata
1/4 di bitter Campari
Nel liquido vengono immersi, infilati in uno stecchino, un quadrato di formaggio e un quadrato di cioccolata

Equatore + Polo Nord
(formula dell'aeropittore futurista Prampolini)

Un mare equatoriale di tuorli rossi d'uova all'ostrica, con pepe sale e limone. Nel centro emerge un cono di chiaro d'uovo montato e solidificato, pieno di spicchi d'arancio come succose sezioni di sole. La cima del cono sarà tempestata di pezzi di tartufo nero tagliati in forma di aeroplani negri alla conquista dello zenit.

martedì 25 gennaio 2011

Gregory Crewdson: Sanctuary (at Gagosian Gallery)

On occasion of the exhibition
Gregory Crewdson: Sanctuary

Gregory Crewdson in conversation with Michael Kimmelman
(Chief Art Critic, The New York Times)

Wednesday 2 February, at 6.30pm
Introduction by Marco Delogu

Auditorium MAXXI Museum
Via Guido Reni 4/A, Rome
Free entrance until places are filled


Opening reception for the artist: Thursday 3 February, 6 - 8pm
Gagosian Gallery 
Via F. Crispi 16, Rome
T. +39 06 4208 6498

venerdì 21 gennaio 2011

Trick by Sakura Adachi




I love this multi-purpose bookcase which, by removing the two chairs at each end, doubles as a table. Although I would find the most use for it somewhere in the middle; housing books while also functioning as a table and chairs.
trick1 425x303 Trick by Sakura Adachi
 It was designed by Milan-based Japanese designer Sakura Adachi and was shown during Milan Design Week 2010. It was designed for Italian furniture company Campeggi, whom Adachi has worked with on more than one occasion.


The “Trick” bookcase is a continuation of Adachi’s work in exploring creative and unconventional book shelving, such as “Cave,” which was inspired by her fascination with pigeons and their ability to create their own nooks in virtually any space.

Un museo Dalí a San Pietroburgo. Florida...

Nuova sede per il museo Dalì di St. Petersburg, Florida il più grande dedicato al maestro catalano fuori Europa. E' stato inaugurato nei giorni scorsi, accanto alla vecchia struttura. E' firmata HOK (Hellmuth, Obata and Kassabaum) ed è in tutto e per tutto figlia della tendenza, nata da Bilbao, di creare strutture in grado di stare alla pari se non di eclissare le opere che contengono. St. Peterburg si trova nella costa occidentale della Florida. L'inaugurazione è solo uno dei grandi eventi artistici che si susseguono nella Florida e in generale nel profondo Sud Usa. E' di due mesi fa, l'inaugurazione a Biloxi, Mississippi, di un museo firmato da Frank O. Gehry, in un'area che sta cercando di risollevarsi dal disastro Katrina e che finora era più nota per i casinò che per la vocazione artistica. E dello stesso Gehry, nella stessa Miami, sarà inaugurata, a giorni, l'atteso New World Symphony Campus.
 

giovedì 20 gennaio 2011

Museo del Novecento, Milano



MUSEO DEL NOVECENTO


Palazzo dell'ArengarioPiazza DuomoMilano


Progetto
La trasformazione del Palazzo dell'Arengario in Museo del Novecento, a cura di Italo Rota e Fabio Fornasari, si è posta quale obiettivo fondamentale l'organizzazione all'interno del contenitore storico di un sistema museale semplice e lineare, che permettesse di ottimizzare l'utilizzo degli spazi a disposizione e di restituire un'immagine forte e attraente all'edificio e alla nuova istituzione, così da trasformarlo in uno dei luoghi privilegiati della cultura a Milano. Nello spazio verticale della torre, è stato inserito un sistema di risalita verticale con una rampa a spirale che dal livello della metropolitana raggiunge la terrazza panoramica affacciata su piazza Duomo. Lo scalone, la terrazza e lo splendido balcone coperto faranno parte di un percorso che offre su Piazza Duomo una visione particolare ai milanesi e ai turisti. L'edificio dell'Arengario è direttamente collegato al secondo piano di Palazzo Reale tramite una passerella sospesa. Questo "pontile", discreto e minimale non è semplicemente un ponte tra due edifici, ma anche un modo di scoprire l'affascinante stratificazione storica dei palazzi dell'area compresa tra via Rastrelli e piazza Diaz.

martedì 18 gennaio 2011

Waiting for God(?)ot 4



Who is Godot? No one Knows. Many critics have given some interpretations, which are only probable and maybe inaccurate. Someone says it represent death, others salvation, which men obtain in a earthly world. Others again Christ’s reincarnation. A lot of critics, in fact, noticed a certain remeblance between “God” and “Godot”. In Beckett’s universe God doesn’t exist. Only mystery, which can have something divine, can exist turning into any kind of God: the theological, the illusory, or the material one.
We’re almost at the and of this short study about Beckett’s figure and is most important work, “Waiting for Godot”, and it’s time to introduce the real main character of this tragy-comedy: the waiting. The author says that Godot can be anyone or anything, he doesn’t know who Godot really is too, it’s not important, the importance is in his waiting. Godot represent the ultimate wish, which every man have, the most difficult to obtain, the one to which dedicate the whole life and which may be reached only when death arrives. Vladimir and estragon wait for Godot because he can save them from their absurd condition, but they do nothing n order to reach him. The waiting is the main character because it permeates all the drama, or maybe the anti-drama, since there isn’t any action. The alienated man, alone and irrational, can do nothing if not waiting for his salvation; in fact what makes Valdimir and Estragon live and save them from hanging is the hope that Godot will came sooner or later. The alienated world brings the men into the Absurd starting from the Absurd. Absurd produces in human being an illusion, which creates a parallel world in which the anxious and allucinated men can wait for Godot’s arrival, who doesn’t permit to be quiet.

La Biennale di Venezia nel 2011


ARTE Illuminazioni
4 giugno > 27 novembre 2011
54. Esposizione Internazionale d'Arte
Dal 4 giugno al 27 novembre 2011, la nuova edizione dell'Esposizione Internazionale d'Arte, diretta da Bice Curiger e intitolata Illuminazioni.




Vernice 1, 2 e 3 giugno 2011
Il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta, accompagnato dal Direttore della 54. Esposizione Internazionale d’Arte, Bice Curiger, ha incontrato oggi a Ca’ Giustinian i rappresentanti dei Paesi invitati, fra cui per la prima volta sono presenti Andorra, Arabia Saudita, Bahrain, Bangladesh, Malaysia, Ruanda, nonché Congo e India, presenti l’ultima volta rispettivamente nel 1968 e 1980.

La 54. Esposizione Internazionale d’Arte si svolgerà dal 4 giugno al 27 novembre 2011 ai Giardini e all’Arsenale (vernice 1, 2 e 3 giugno 2011), nonché in vari luoghi di Venezia.

Il titolo scelto da Bice Curiger per la 54. Esposizione Int.le d’Arte è ILLUMInazioni.

Spiega Bice Curiger:
«La Biennale è uno dei più importanti forum per la conoscenza e l’“illuminazione” dei nuovi sviluppi dell’arte internazionale.
Il titolo della 54. Esposizione, ILLUMInazioni letteralmente “punta i riflettori” sull’importanza di questi sviluppi in un mondo globalizzato.
Mi interessa in modo particolare l’ansia di molti artisti contemporanei di stabilire un dialogo intenso con colui che guarda l’opera, e di sfidare le convenzioni con cui si guarda l’arte contemporanea.
Il lavoro del pittore veneziano Tintoretto giocherà un importante ruolo simbolico in ILLUMInazioni.
Trovo in molti artisti (quelli che mi interessano di più) dell’arte contemporanea quella stessa ricerca della luce, a un tempo razionale e febbrile, che anima alcune opere del tardo Tintoretto, e l’ansia di un rapporto forte con lo spettatore.
Anche Tintoretto aveva la preoccupazione di andare al di là delle convenzioni del proprio tempo, puntando diretto alla mente e all’emotività.
Mi interessa la luce di quei quadri, che non è una luce razionale, ma è una luce estatica.
La presenza di Tintoretto servirà anche a stabilire una connessione artistica, storica ed emotiva con Venezia.
Il termine “nazioni” di ILLUMInazioni si associa metaforicamente ai recenti sviluppi nell’arte in tutto il mondo, dove si formano gruppi di artisti che rappresentano un’ampia varietà di più piccole e locali attività e tendenze. Inoltre sono favorevole a una Biennale con i Padiglioni, poiché rappresenta un’occasione straordinaria di dialogo tra gli artisti.
L’Arsenale mi offre una singolare opportunità di creare dei “para-Padiglioni”, coniugando opere di artisti che usano lo spazio, e opere di artisti che saranno esposte in quello spazio.
Talvolta si è parlato di “anacronismo” rispetto ai Padiglioni della Biennale, che sono invece strumento di riflessione sull’identità. Voglio rafforzare l’unità tra la Mostra internazionale e le Partecipazioni nazionali, ponendo 5 domande sul tema agli artisti di tutti i Paesi, nonché agli artisti di ILLUMInazioni.

La 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia presenterà, come di consueto, le Partecipazioni nazionali con proprie mostre negli storici Padiglioni ai Giardini, oltre che nel centro storico di Venezia.

Anche per questa edizione si prevedono selezionati Eventi collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative a Venezia in concomitanza con la 54. Esposizione.


Bice Curiger. Cenni biografici
Laureata all’Università di Zurigo, Bice Curiger è storica dell’arte, critica e curatrice di mostre a livello internazionale. Dal 1993 è curatrice alla Kunsthaus di Zurigo, uno dei musei più importanti al mondo per l’arte moderna e contemporanea nonché per le sue collezioni artistiche di oltre 500 anni, e che sviluppa da anni uno dei programmi espositivi di maggior rilievo internazionale. Bice Curiger è cofondatrice e capo redattrice di “Parkett”, rivista di arte contemporanea fra le più autorevoli e innovative al mondo, pubblicata a Zurigo e New York dal 1984. Dal 2004 è direttrice editoriale della rivista “Tate etc” della Tate Gallery di Londra.
È autrice di diverse pubblicazioni di arte contemporanea, tra le quali “The Collected Writings” (Lindinger+Schmid, Regensburg, 2002), “Looks and tenebrae” (Peter Blum Editions, New York e Zurigo, 1983), monografia su Meret Oppenheim (1913-1985) “Spuren durchstandener Freiheit” (ABC Publisher, Zurigo, 1982, traduzione inglese nel 1990, MIT Press, Boston).

lunedì 17 gennaio 2011

A una lettrice messicana

ANDRE CHOURAQUI
PROCES A JERUSALEM


Mostra: Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici

Un’esposizione unica, la prima dedicata all’opera di uno fra i più grandi pittori del Cinquecento, Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (1503-1572), raffinato pittore di corte negli anni del governo di Cosimo I de’ Medici, fra i più grandi dell’arte italiana.
Questa mostra ha ottenuto prestiti dai più importanti musei del mondo e offre al visitatore la possibilità di ammirare una settantina di opere pittoriche dell’artista (l'80 % della sua produzione), più altre di Pontormo, Cellini, Tribolo, Bandinelli, Pierino da Vinci, Alessandro Allori. Accogliendo una scelta di capolavori di altissimo livello, permette a un largo pubblico di ammirare e comprendere, attraverso confronti diretti per la prima volta possibili, gli inarrivabili vertici poetici raggiunti dall’artista.
 
Nei versi del Bronzino e nelle pagine delle fonti letterarie coeve si trova esaltato l’interesse di lui nei riguardi della rappresentazione del dato naturale. Pertanto, invece di relegare la sua opera nell’astratta categoria del “Manierismo” (come oggi per lo più accade), nella mostra si suggerisce di assecondare i pensieri esplicitamente espressi da chi quella stagione visse. Si rifletta su alcune frasi di Giorgio Vasari, biografo attendibile specialmente per gli artisti fiorentini suoi contemporanei, che nel 1568 pubblicò la “vita” del Bronzino: «era suo proprio ritrarre dal naturale quanto con più diligenza si può immaginare», i suoi ritratti sono «tanto naturali che paiono vivi veramente e che non manchi loro se non lo spirito», «ritrasse da un vero corpo morto confitto in croce» il Crocifisso per i Panciatichi.
Dell’opera del Bronzino, che fu massima espressione dello splendore della corte di Cosimo I de’ Medici, si propone un percorso che inizia con i dipinti eseguiti al tempo del suo discepolato col Pontormo e si chiude con quelli di Alessandro Allori, l’allievo prediletto che prolungherà fin nel Seicento le sue indicazioni. Nella mostra si enucleano alcuni temi: il rapporto privilegiato con i Medici, la relazione intensa con i coniugi Panciatichi (processati per simpatie luterane), il doppio registro di lui pittore e poeta (sia aulico che burlesco), il suo essere ritrattista fra i maggiori di tutto il Cinquecento italiano, la sua tormentata risposta alle richieste della committenza religiosa nel transito dalle istanze libertarie degli anni quaranta all’età della Controriforma.


Dove? palazzo Strozzi, Firenze
Quando? fino al 23 gennaio
vai alla scheda

Camera Obscura/Street Art....

Visione di Ezechiele, rome on 8th of january after lunch,

L'arte di strada ormai occupa uno spazio tutto suo...
(dalle nostre inviate intineranti)

Nous sommes de moins en moins nombreuses à avoir la volonté de témoigner. Il faut donc que je continue 
Anna Politkovskaïa ;
Rue Tourelles, Paris

domenica 16 gennaio 2011

Lo spazio del reale

"Paolo Uccello  sarebbe stato il più leggiadro e capriccioso ingegno che avesse avuto, da Giotto in qua, l'arte della pittura se egli si fusse affaticato tanto nelle figure et animali quanto egli si affaticò e perse tempo nelle cose di prospettiva; le quali ancorchè sieno ingegnose e belle, chi le segue troppo fuor di misura, getta il tempo dietro al tempo, affatica la natura, e l'ingegno empie di difiicultà, e bene spesso di fertile e facile lo fa tornar sterile e difficile, e se ne cava (da chi più attende a lei che alle figure) la maniera secca e piena di profili; il che genera il voler troppo minutamente tritar le cose; oltre che bene spesso si diventa solitario, strano, malinconico e povero, come Paolo Uccello, il quale, dotato dalla natura d un ingegno sofistico e sottile, non ebbe altro diletto che d'investigare alcune cose di prospettiva difficili ed impossibili, le quali, ancorchè capricciose fossero e belle, l'impedirono nondimeno tanto nelle figure, che poi, invecchiando, sempre le fece peggio. "

Giorgio Vasari, Le Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti, Newton ed., Roma, 2003, p. 294 .


"Dicesi che Demetrio antico Statuario fù tanto studioso della rassomiglianza che dilettossi più dell'imitatione che della bellezza delle cose; lo steso habbiamo veduto in Michelangelo Merigi, il quale non riconobbe altro maestro che il modello, e senza elettione delle megliori forme naturali , quello che à dire è stupendo, pare che fenz'arte emulasse l'arte."

Giovanni Pietro Bellori, Le vite de' pittori, scvltori et architetti moderni, 1672, p. 201.







 Due eccellenti artisti con un pesante giudizio (da parte di due autorità come Vasari e Bellori...) su di loro. Perché? 
Che c'è che non va? Troppo avanguardista?

un uomo a terra, caduto colpito da morte o conversione,  vicino ad armi e cavalli. Entra nella composizione o vien fuori? Un uomo che ammazza per mestiere, per obbligo per natura. Uno colpito da un incontro l'altro colpito solo da morte.
Ecco due eccellenti artisti che a distanza di quasi duecento anni dipingono il dramma quotidiano della vita e della morte. Troppo reale per rientrare in quelle categorie che  i benpensanti del tempo ritenevano le più alte. Lo spazio viene spalancato dai corpi collocati in posizioni inconsuete, manieristiche;i  piedi e le zampe visibili sembrano avere più importanza. dell'uomo a terra: "Che cos'è l'uomo perché tu te ne curi?"  Eppure il nodo centrale è tutto lì...

FLUXUS Partie 2

venerdì 14 gennaio 2011

Fluxus

Fluxus è un gruppo dichiaratamente neo dadaista che nasce nel 1961 e svolge la maggior parte della sua attività in Germania anche se ad esso aderiscono numerosi artisti americani.

Il movimento nasce da un'idea del lituano-americano George Maciunas (1931-1978). I suoi componenti si identificavano sia con la musica e la poesia sperimentale sia con le arti visive.

Maciunas insisteva sul fatto che fluxus non poteva limitarsi ad un solo ambito di attività o identificarsi con le idee tradizionali sullo stile artistico.
La parola "Fluxus" comparve stampata per la prima volta sugli inviti delle tre conferenze musicali "Musica Antiqua et Nova" organizzate nel 1961 da Maciunas cui avrebbero aderito via via anche Ken Friedman, Ben Patterson, Charlotte Moorman, Benjamin Vautier, e in Italia tra gli altri, i fiorentini Giuseppe Chiari e Sylvano Bussotti oltre che a Gianni Emilio Simonetti

Nel 1962 Maciunas promosse il Fluxus festival allo Stadtische musium di Wiesbaden (Germania); le tappe successiva che segnarono la rapida diffusione del movimento in Europa e in Asia furono Copenaghen, Parigi, Düsseldorf, Amsterdam, L'Aja, Londra, Nizza, e successivamente in Giappone.

Fluxus rivendica l'intrinseca artisticità dei gesti più comuni ed elementari e promuove lo sconfinamento dell'atto creativo nel flusso della vita quotidiana, in nome di un'arte totale che predilige come ambiti elettivi d'espressione soprattutto la musica, la danza, la poesia, il teatro e la performance, nascono appunto gli Happening luoghi dove l'arte assume diverse forme, antidogmatiche e libertarie, e dove anche il fruitore assume un ruolo diverso.

http://it.wikipedia.org/wiki/Fluxus

giovedì 13 gennaio 2011

Ipse Dixit: Pasolini

cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'è che ha trasformato le «masse» dei giovani in «masse» di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una «seconda» rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la «prima», il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo «reale», trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'è stata in loro scelta tra male e bene, ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà."

  Aboliamo la tv e la scuola dell’obbligo

Camera Obscura: Perle ai porci

Reggio E. Italia, ore 16.28, dodici gennaio duemilaundici.

Mia Market at Rome

Mia Market is a new food concept by Arabeschi di Latte for Mia. Resembling a kitchen space where a group of friends had assembled and accidentally left the door open, Mia Market is a small “escape” where the market and the living room are fused together, providing a space for direct consumption amid a friendly atmosphere. One litre of organic wine, one kilo of bread hot from the wood oven, some fresh tomatoes, chestnuts in autumn and green beans in spring. Whenever possible Mia Market products try to come from as close by as possible, thus are “less stressed”, better for the environment and healthier altogether.


Mia Market è il nuovo food concept ideato da Arabeschi di Latte per MIA. E' una piccola alcova dove il mercato si insinua nel salotto. Uno spazio accogliente dove si ha la possibilità di acquistare e consumare direttamente prodotti locali e stagionali. L'obiettivo è costruire esperienze piacevoli intorno agli alimenti nella loro quotidianità.


[ via panisperna 225 roma ]

SONETTO XXXVI. (XLVI.)

      Lasso me, che ad un tempo e taccio e grido,
E temo e spero, e mi rallegro e doglio:
Me stesso ad un Signor dono e ritoglio:
De' miei danni egualmente piango e rido.

      Volo senz'ale e la mia scorta guido:
Non ho venti contrari, e rompo in scoglio,
Nemico d'umiltà non amo orgoglio:
Né d'altrui né di me molto mi fido.

      Cerco fermar il Sole, arder la neve:
E bramo libertate, e corro al giogo,
Di fuor mi copro, e son dentro percosso.

      Caggio, quand'io non ho chi mi rileve:
Quando non giova, le mie doglie sfogo:
E per più non poter fo quant'io posso.

Pietro Bembo

"Bologna per me provinciale Parigi minore:
mercati all' aperto, bistrots, della "rive gauche" l' odore
con Sartre che pontificava, Baudelaire fra l' assenzio cantava
ed io, modenese volgare, a sudarmi un amore, fosse pure ancillare.

Però che Bohéme confortevole giocata fra casa e osterie
quando a ogni bicchiere rimbalzano le filosofie...
Oh quanto eravamo poetici, ma senza pudore e paura
e i vecchi "imberiaghi" sembravano la letteratura...
Oh quanto eravam tutti artistici, ma senza pudore o vergogna
cullati fra i portici cosce di mamma Bologna..."

Francesco Guccini, Bologna

mercoledì 12 gennaio 2011

Camera Obscura: Rome, 8th of january 2011

Waiting for God(?)ot 3

Vladimir and Estragon have a foundamental importance because they are the only ones who make the story go on, waiting for Godot. Even if they are very important in the drama, it’s impossible to consider them its mail characters because there isn’t a real action by them, they do nothing, they only wait and speak. Like all Beckett’s characters, they are insensible, motionless, unable to take decision and to leave each others because they are complementary. Vladimir is the active person, but he is afraid of solitude; Estragon is more thoughtfull and absent; they can’t live alone, they even say it, they complete each other. The two personality find a perfect harmony with their social condition, they are tamps and live day by day, without any physical or moral reference point and their life is a “play”. The are compelled to lay a role because their condition is absurd and clownish. Being actors of their life, Vladimir and Estragon leave an halo of uncertainity on their real existence. They are exiled from reality so no one can say if they are really in flesh and bones such as no one can say if Pozzo and Lucky are real or Vladimir and Estragon’s imaginations. What makes Vladimir and Estragon even more unreal is Godot’s messenger’s entrance in the second act. Only one has passed, the place isn’t changed, and so the person but the messenger says that he doesn’t recognize the two characters. Their evanescence reflects modern man’s reality according to Beckett: an absurd and desertic reality, a complete annihilation. World is destroyed as by the effect of an atomic bomb. In a reality, which seems not to exist, it’s evident how Vladimir and Estragon act without knowing the reason why they live, communicate with unfinished and meaningless dialogue, aren’t able to agree about anything. Their life is limited to an endless waiting, which doesn’t allow any happiness. The waiting would finish only if time wouldn’t exist. Vladimir and Estragon’s life is simply waiting for Godot.

martedì 11 gennaio 2011

Cut & Paste: collage!

Richard Hamilton, Just what is it that makes today’s homes so different, so appealing?
J. Heartfield, Hurrah die Butter ist alle!
Angelica Paez,Hey Ho, Let's Kimono
Su un pezzo di cartone incollammo alla rinfusa annunzi di cinti per l’ernia, di libri commerciali e di alimenti concentrati per cani, etichette di bottiglie di grappa e di vino, fotografie di giornali illustrati, ritagliate a capriccio e assurdamente ricomposte… il tutto combinato in modo che il fotomontaggio dicesse con le sue immagini quello che a parole sarebbe caduto sotto le forbici della censura. Preparammo così delle cartoline che potevano sembrare mandate dal fronte in patria o da casa al fronte. Alcuni amici, tra i quali Tretjakojj, ne fecero una leggenda, secondo cui «il popolo, anonimamente» avrebbe inventato, in questa maniera, il fotomontaggio… la verità è che Heartfield ne fu incoraggiato a sviluppare una tecnica precisa da quella che originariamente era stata soltanto una satira politica fatta per divertimento.   


 George Grosz in H. Richter, Dada. Arte e antiarte, ed. Gabrielle Mazzotta, Milano 1966, 1974; p. 142



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domenica 9 gennaio 2011

Ordet

Ordet est le seul film que je peux voir et revoir et qui, chaque fois, me transforme en serpillière. Je le connais pourtant par cœur. Mais il y a en lui une profondeur et un mystère qui me fascinent. J’y vois, mais sublimé, ce que l’on trouve dans toute l’œuvre de Dreyer : une tentative de rendre visible l’invisible. Une sorte de fil tendu, imperceptible, entre la vie et la mort. Je suis toujours aussi bouleversé par cette histoire, celle d’une réconciliation des hommes avec le monde. Une réconciliation qui passe par le corps et par les mots. A la fin du film, un miracle se produit parce que quelqu’un a prononcé une parole, et cette parole, par sa ferveur, fait revivre la chair morte d’une femme bien-aimée. Les personnages avaient rompu peu à peu tout lien avec ce qui les entoure et les voilà forcés de croire à nouveau en la vie. Et même de « croire » tout court. Les désespérés retrouvent leur foi perdue. Quand j’étais enfant, le cinéma m’apprenait à croire au monde. Aujourd’hui, il nous en éloigne à force de trucages. Dans Ordet, la scène finale de la résurrection n’est pas un truc mais un aboutissement spirituel qui ne joue pas sur le spectaculaire. C’est sur le visage d’une enfant qu’on la vit. Et ce qui est audacieux et troublant, c’est que cet événement extraordinaire devient possible grâce à un illuminé, Johannes. Autour de lui, il y a des hommes d’Eglise, mais c’est lui qui prononce la parole, le verbe (tel est le sens du mot ordet). Peut-être faut-il être encore un enfant ou un « fou » pour avoir la force de croire. Je ne sais toujours pas si la fin s’ouvre sur l’espoir ou le désespoir. C’est le secret du film.
(Ordet vu par André Téchiné)

Camera Obscura: cutter

Reggio Emilia 5th of january 2011

mercoledì 5 gennaio 2011

70 anni di Hayao Miyazaki



name: Hayao Miyazaki

born: 5 gennaio 1941

place: Tokyo, Giappone



Regista, autore di numerosi cartoni animati e di manga (fumetti giapponesi), Hayao Miyazaki ha conosciuto con le proprie opere un enorme successo in patria, accolto con entusiasmo da pubblico e critica, ma in occidente è rimasto a lungo poco conosciuto fuori dagli ambiti specializzati. L'Orso d'oro per la La città incantata nel 2002 ed il premio Oscar per il miglior film d'animazione ottenuto con la stessa pellicola nel 2003 (questo non ritirato personalmente per protesta contro la guerra in Iraq[3]), hanno consacrato Miyazaki tra i maestri assoluti dell'animazione mondiale. A conferma di ciò anche il Leone d'oro alla carriera assegnato durante la 62ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.


 

 

martedì 4 gennaio 2011

La lotta di Giacobbe con l’angelo

Passeggiavo qualche giorno fa per il centro di Parigi e mi è capitato di arrivare davanti a quel grande tempio della nostra vita borghese, che é oggi la Chiesa di Saint Sulpice.
Una volta entrato, subito a destra, mi colpì di nuovo quel dipinto di Delacroix che già avevo visto così tante volte. Ma questa volta mi colpì particolarmente. Entrando nella chiesa pensavo infatti alle parole gridate da alcuni manifestanti dell’ultima ora, che avevo incontrato qualche giorno prima, per caso, nella mia Emilia natale. Mi erano rimasti in mente, perché si erano intestarditi a sfilare con il loro corteo proprio la vigilia di Natale e proprio lungo la mia via Emilia, anche lei tempio della mia vita borghese.
Quello sparuto corteo diceva al megafono di non avere più paura di perdere la nostra poltrona che riscalda il sedere, di svegliarci e di rispondere à ciò che accade nel mondo. Vi ho perfino ritrovato un video, che quei manifestanti hanno pubblicato su internet, e che ho, a mia volta, pubblicato nel Ipse Dixit, che precede questo mio post.
Guardando quel dipinto di Delacroix mi sono tornati in mente, loro, le loro parole, i loro visi seri e gioiosi allo stesso tempo. Il dipinto è La lotta di Giacobbe con l’angelo. Mi hanno fatto pensare a loro quei muscoli così umani di Giacobbe, che non fanno finta di combattere, lottano davvero. Come a domandare fino alle lacrime: perché devo soffrire? E perché mi permetti di restare in silenzio davanti al dolore dell’altro? Perché io mi lamento perfino della mia bella vita borghese quando altri ringraziano perfino della loro misera vita da povero? E perché non mi schiacci? o non vieni a rifarmi di nuovo? Come se Giacobbe dicesse: lascia la presa sulla mia gamba, e con quelle braccia angeliche, abbraccia me e tutti.

Ipse Dixit: manifestar

"Manifestar significar per verba non si poria
ma per urli si
e anche per striscioni; o canzoni;

Sono venuti a rifare il mondo
e, manifestando, se ne dichiarano all'altezza..."
Pier Paolo Pasolini,
Manifestar (appunti)






Oggi, Ipse Dixit offre anche un video di attualità in allegato (clicca qui). Buona visione

lunedì 3 gennaio 2011

Ipse Dixit: Mark Twain (dagli archivi di Tonalestate)

Erano tempi di grande ed entusiasmante eccitazione; il Paese era in fermento: c’era la guerra e, in ogni cuore, ardeva il fuoco sacro del patriottismo… E venne la domenica mattina (il giorno dopo, i battaglioni sarebbero partiti per il fronte): la chiesa era gremita di gente e i volontari erano lì… Poi fu il turno della preghiera… Con le palpebre chiuse, il pastore concluse con queste parole: “proteggi i nostri soldati, concedici la vittoria, Signore nostro Dio”… Credete che sia una preghiera sola? No, sono due: una espressa e l’altra non espressa… Riflettete su questo nella vostra mente, affinché non vi capiti di implorare una benedizione per voi e, allo stesso tempo, senza volerlo, invochiate una maledizione sul vostro vicino… E, nel momento in cui avete pregato per la vittoria, avete pregato anche per molti effetti, non detti, che accompagnano la guerra…
Ed ecco la parte non espressa della preghiera: “O Signore e Padre nostro, i nostri giovani vanno in battaglia per colpire il nemico. O Signore Dio nostro, aiutaci a straziare, con i nostri proiettili, i soldati nemici in sanguinanti brandelli; aiutaci a ricoprire i loro campi ridenti con le esanimi forme dei loro corpi morti; aiutaci ad affogare il tuono dei cannoni nelle grida dei loro feriti che si contorcono nel dolore; aiutaci a devastare le loro umili case con un uragano di fuoco; aiutaci a straziare il cuore delle loro vedove innocenti con inconsolabili pene, a scacciarle dai loro tetti insieme ai figlioletti e a farle vagare tra gente ostile nella desolazione, rivestite di stracci, sofferenti fame e sete, zimbello dell’infuocato sole estivo e dei gelidi inverni invernali, disperate, affrante, esauste e imploranti di ottenere da Te il rifugio della tomba, rifugio che Tu negherai. Per noi che Ti adoriamo, o Signore, annienta le loro speranze e distruggi le loro vite; protrai il più possibile il loro amaro pellegrinaggio, fa’ pesanti i loro passi, bagna il loro cammino con le loro lacrime, macchia la neve bianca con il sangue dei loro piedi piagati! Questo noi chiediamo, in nome dell’amore, a Colui che è la fonte dell’Amore e che è sempre il fedele rifugio e l’amico leale di quanti sono sopraffatti dall’angoscia e chiedono il Suo aiuto con cuore umile e contrito. Amen”.

Mark Twain, The War Prayer, 1904-1905, satira pubblicata postuma nel 1923





domenica 2 gennaio 2011

Camera Obscura: All

Reggio Emilia 2nd of january 2011

Le Avventure di Sir Edwin Fuzz XIII

Sir Edwin non tardò molto a scoprire che il premio che cercava era sul posto. Infatti "l'Uomo" si trovava in una stanza al piano di sopra preparando una "dose". Mentre Sir Edwin fumava "la maria", agenti segreti strategicamente schierati si preparano a a far scattare la trappola. Tra i "beatnik" c'erano parecchi investigatori che seguendo l'esempio di Sir Edwin, erano riusciti a farsi passare per criminali.