mercoledì 29 febbraio 2012

MAX ERNST: Tomaso Pieragnolo traduce Juan Carlos Mestre



Zdenek Janda
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MAX ERNST- Juan Carlos Mestre
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Dos niños amenazados por un ruiseñor huyen por el filo
doblado del horizonte con una pluma de gacela en la mano.
Huyen por un bosque de columnas de cuero y cementerios
nevados, entre las máquinas de vapor de los mennonitas
y el filamento remoto de la electricidad.
Dos niños, dos labios de caracola marina besan el sueño
de dos hermosas muchachas desnudas. El que mira un astro
y el que escucha a un insecto, huyen por el fondo de un río
con la idea de la muerte en la mano. Huyen por la aureola y la tiniebla,
bajo el azogue frío de los puentes y el humo de los aeroplanos.
Dos niños, dos sombras fecundadas por la mariposa celeste
de los paracaídas, huyen por el humo rojo de los obradores de tinte
guiados por el ánade de las navegaciones.
Dos huellas puras alumbradas de espanto, la que gime como
un agua que oye, y la que como una piedra que oye contempla
la medusa con ojos de gata, huyen por un estambre infinito
de pensamientos mojados y bocinas abstractas en las que suena la muerte.
Dos niños, dos almas iridiscentes como una sombra de hielo, huyen
por la desembocadura del cielo perseguidos por un ruiseñor.
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Zdenek Janda
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MAX ERNST- Juan Carlos Mestre
 Due bimbi minacciati da un usignolo fuggono nel filo
ripiegato dell’orizzonte con una piuma di gazzella nella mano.
Fuggono in un bosco di colonne di cuoio e cimiteri
innevati, tra le macchine a vapore dei mennoniti
e il filamento remoto dell’elettricità.
Due bimbi, due labbra di chiocciola marina baciano il sogno
di due leggiadre ragazze denudate. Quello che guarda un astro
e quello che ascolta un insetto, fuggono nel fondo di un fiume
con l’idea della morte nella mano. Fuggono nell’aureola e nella nebbia,
sotto il mercurio freddo dei ponti e il fumo degli aeroplani.
Due bimbi, due ombre fecondate dalla farfalla celeste
dei paracadute, fuggono nel fumo rosso degli operatori di tintoria
guidati dall’anatra delle navigazioni.
Due orme pure illuminate di spavento, quella che geme come
un’acqua che ode, e quella che come una pietra che ode contempla
la medusa con occhi di gatta, fuggono in uno stame infinito
di pensamenti bagnati e trombe astratte in cui suona la morte.
Due bimbi, due anime iridescenti come un’ombra di ghiaccio, fuggono
nella foce del cielo perseguiti da un usignolo.
 .
Poesia tratta da Elogio de la palabra, 2009, Fundación Casa de Poesía – cura e traduzione di Tomaso Pieragnolo e Rosa Gallitelli
*
Relativamente all’autore:
Juan Carlos Mestre  Juan Carlos Mestre è nato in Spagna a Villafranca del Bierzo, León, nel 1957. Poeta e artista visuale, è autore delle raccolte Siete poemas escritos junto a la lluvia (1982), La visita de Safo (1983), Antífona del Otoño en la Valle del Bierzo (1985, Premio Adonais), Las páginas del fuego(1987), La poesía ha caído en desgracia (1992, Premio Jaime Gil de Biedam) eLa tumba de Keats (1999, Premio Jaén de Poesía), quest’ultimo scritto durante la sua permanenza a Roma come borsista dell’Accademia di Spagna. La sua opera poetica dal 1982 al 2007 è stata raccolta nella antologia Las estrellas para quien las trabaja, pubblicata nel 2007. Ha realizzato le antologie poetiche di Rafael Pérez Estrada (La palabra destino, 2001) e di Rosamel del Valle (La visión comunicable, 2001) ed è autore de El universo está en la noche (2006) libro sui miti e le leggende mesoamericane. Le sue opere grafiche e le sue sculture sono state esposte nelle gallerie di Spagna, Stati Uniti, Europa ed America Latina. La sua poetica, arricchita da una ampia conoscenza delle arti pittoriche e plastiche, continua e supera con personalità e finezza le istanze espressioniste e surrealiste, giungendo ad una forma poetica in esperto equilibrio tra ritmo e misura; le reminescenze romantiche aggiungono alla sua creatività un onirismo mai eccessivo, un colore spesso estatico e sognante come se l’autore sempre si muovesse nella raffigurazione della propria poesia.
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RIFERIMENTI IN RETE:
Juan Carlos Mestre

martedì 28 febbraio 2012

L'annuncio a Maria. Paul Claudel

L’annuncio a Maria di Paul Claudel è un’opera scritta per il teatro ma la sua difficoltà ad essere rappresentata rischia di farcela mancare. E non ci si dovrebbero far mancare quelle parole che trasportano dove ci si scopre più veri come persone.
Tre quadri:
la casa di Anna, padre di due figlie, Violaine e Mara, cresciute in una grande fattoria la cui solidità dovrà essere conservata. Anna programma per Violaine la sicurezza, non l’avventura, perciò la promette a Giacomo, un buon lavoratore che lui stesso aveva formato per far crescere i propri possedimenti.
La stalla dei cavalli dove una sera Violaine stava per essere sedotta da Pietro, il costruttore di chiese, sempre in viaggio, nella Francia divisa (senza re e con due papi) dell’epoca di Giovanna d’Arco, per esser là dove lo aspetta il proprio compito. “Forse non avevo abbastanza pietre da ammassare perché d’un tratto mettessi mano all’opera di un altro e desiderassi un’anima?”
La cava in cui è rinchiusa Violaine, colpita dalla lebbra contratta da Pietro.
La vicenda non va svelata, va percorsa, e si potrà scoprire che ognuno di noi è come una pietra in un’edificio, la nota di una sinfonia che si svolge nel tempo e “non alla pietra tocca fissare il suo posto, ma al maestro che l’ha scelta”. Non si raggiunge la pace in virtù della quantità di cose che si afferreranno nella vita, piuttosto per il cuore che abbiamo, per ciò cui il cuore aderisce accettando il rischio di ogni giorno. Forse, in questo c’è la chiave per comprendere il titolo di questa pièce.

VANCOUVER by Orlando Lanza


Comprami Vendimi Affittami a cura di Togaci


Il 9 marzo 2012 inaugura la personale dell'artista romano Alessio Fralleone negli spazi dell'HulaHoop Club


Un crescendo di musica e arte, sono queste le premesse della serata d'apertura di "Comprami Vendimi Affittami". Alessio Fralleone sceglie le note di Morgan Morrison per intraprendere un viaggio iniziatico insieme al pubblico. L'opera nasce dal mondo delle idee e viene scaraventata in quello reale grazie all'azione, alla foga improvvisata del momento, aiutata dalle note vibranti della musica sperimentale. Il mistero della creazione si sdoppia per tutta la durata della performance, intenso spaccato temporale in cui lo spettatore amplifica la totalità dei cinque sensi e sfiora la grandiosità dell'arte. La metodicità del fare si nutre della libertà di condividere, i limiti sono erosi dalla partecipazione e gli animi possono muoversi all'unisono per un breve, fugace attimo. 

testo di Camilla Cossu

La parola possiede la potenza di unire, sovvertire, specificare, confondere. La rara forza che un vocabolo scritto acquisisce dipende da variabili prettamente umane, da quel legame tra vissuto interiore e contesto culturale che supera i limiti del tempo e si ricollega all'immaginazione. E se l'immaginario visivo viaggia su un binario parallelo alla parola, vi è un momento in cui la fusione tra le due vie origina ciò che i dibattiti secolari degli uomini chiamano "opera d'arte". Esiste un momento, sospeso nell'immaterialità del pensiero creativo, in cui l'artista si affida al proprio universo di regole ed inizia a tessere un progetto di ciò che ancora non è ma sarà, sovvertendo a priori ogni realtà esistente. Per Alessio Fralleone la progettualità è la base su cui muoversi per accostarsi al caos, il vero nucleo da cui la sua arte attinge per potersi mostrare. Egli è il mezzo che sceglie come tradurla attraverso quel tipo d'agire viscerale che trasforma il pigmento puro in elemento sovversivo, condotto sulla materia traslucida dal gesto di chi sa riconoscere il caos e vuole renderlo libero. 
"Comprami Vendimi Affittami" è il fulcro concettuale dell'artista romano, discorso nato dal connubio tra la sua consapevolezza tecnica e la capacità di bilanciare il calore espressivo con la fermezza significante della parola, ora tra luccicanti misture e muscolature sanguigne di corpi torti, ora tra bande vivaci di colore steso in campiture studiate. I suoi prodotti guardano all'arte e alla sua tradizione affondando le radici nella contemporaneità di chi adopera la processualità ed il segno come ingredienti per la propria ricetta personale. L'osservatore si trova dinnanzi all'opera come fosse seduto a tavola, impegnato a gustare un piatto ricco che ha bisogno di essere digerito, scisso degli elementi complessi con cui è stato creato ed infine accolto nella lucidità fredda di un esame individuale. L'happening dell'artista non guarda al passato ma accoglie l'accadere, supera l'intricata questione della tematica figurativa anche quando l'opera d'arte si presenta già conclusa tra gli ambienti privati dello studio e volge all'astratto. 
Ciò perchè essa è frutto del dialogo privilegiato che intrattiene con il suo creatore, l'unico in grado di testimoniare sulla tela o su qualsiasi altro supporto che ogni manifestazione, ogni rappresentazione ha luogo a prescindere dall'involucro formale che la contiene. 
L'affissione dei cartelli "Comprami Vendimi Affittami" amplifica la dimensione dell'opera d'arte e limita la portata emotiva ed individuale, chiude il cerchio innescato dalla creatività dell'uno per stimolare alla ricezione pensata di molti. Ci si trova dinnanzi ad un oggetto parlante, ricco di suggestioni giacenti nel profondo ma idealmente progettato per essere creato e donato al suo pubblico in qualità di artefatto artistico. Ciò che l'arte di Alessio Fralleone porta con sè stimola la volontà umana di allenare l'occhio a guardare e la mente a lasciar giungere le cose a sè, scatenare quel fluire di domande che si oppone alla tendenza esistenziale del voler trovare un senso univoco nella risposta. La preziosa potenza della parola e di ciò che chiamiamo opera d'arte fonda la sua eternità proprio nell'indefinitezza, in quella pulsione interiore che smuove gli animi ed allo stesso tempo, paradossalmente, li raffredda. Non esistono parole che siano definitive per spiegare ciò che va oltre lo scibile e supera la piccolezza degli esseri umani, solo un grande mistero che si origina nell'immaginazione di questi ultimi e sfugge loro nel momento in cui l'opera stessa dichiara all'artista il suo epilogo creativo. 

Hula Hoop Club
Via L.F. De Magistris 91/93
00176 Roma

tel.3493191935 
info:togacipreservice@gmail.com
aperitivo ore 19.30

MOSTRA Adam Marušić. Zara e il paesaggio dalmata. Dialoghi contemporanei nelle opere di Adam Marušić- Galleria Tondinelli Roma


Inaugurazione: lunedì 5 marzo 2012 ore 18.30-20.30
Sede: Galleria Tondinelli Indirizzo: Via Quattro Fontane, 128/a - 00184 Roma
Tel: 06 4744300 www.galleriatondinelli.it  Durata: 5-23 marzo 2012
Catalogo in galleria: a cura di Rina Villani con un testo di Alessandro Masi
Organizzazione e ufficio stampa: Galleria Tondinelli Tel 06 4744300
Orario: lunedì-venerdì 10.00-12.30 e 16.00-19.00




La Galleria Tondinelli presenta dal 5 al 23 marzo 2012 la mostra personale diAdam MarušićZara e il paesaggio dalmata. Dialoghi contemporanei nelle opere di Adam Marušić a cura di Floriana Tondinelli con un testo di Alessandro Masi. Adam Marušić e' un artista che si distingue nella ricerca sia per un progetto artistico creativo, che per un percorso coerente e leale riguardo le sue origini ed il suo amore per la sua terra. Questo amore e' trasmesso attraverso le sue opere d'arte, ma anche attraverso l'insegnamento che ha amorevolmente accompagnato la sua vita e la sua dedizione all'arte. E' stato anche il leader artistico dando il via nel 1977 al "Salone dei giovani" a Zara, dove ha presentato negli anni diversi artisti facendoli conoscere al grande pubblico []
Ampie sono le pennellate che compongono una tavolozza ricca di colore, di armonia, di vibrazioni intense. Una pittura fortemente evocativa, sfumature vibranti protagoniste di un ritmo costante, un ritmo naturale, il colore si imprime sulla tela come il vento accarezza il paesaggio, il mare di Zara. Tra sogno e realta' sono i paesaggi dalmata di Marušić, in equilibrio, dove l'artista disegna un confine tra atmosfere rarefatte e una natura piu' che mai viva e vibrante, l'artista ci rivela la forma ideale della natura.
Cenni biografici: Adam Marušić e' nato il 25 dicembre 1953 a Fiume. Si è diplomato alla Scuola d’Arte Applicata a Spalato nel 1974. Si laurea  in arti visive nell'Accademia di Pedagogia dell'Universita' di Zara  nel 1978. Lo stesso anno lascia Zara e s’iscrive all'Accademia di Belle Arti a Roma, si laurea in pittura nel 1982 nella classe del prof. Alessandro Trotti. Realizza la sua prima mostra a Zara nella “Loggia civica” nel 1976. Adam Marušić è fra gli organizzatori e partecipanti del “Salone dei giovani” del 1977, in quei tempi l'avvenimento segnò la sensibilità artistica contemporanea di Zara. La sua prima mostra a Roma la presenta nel 1984 nella galleria “Forum Interart”. All’inizio degli anni ‘90 a Roma frequenta i pittori Carlo Bazzoni, Dino Celati, Vincenzo Di Biase e Franco Perazza con i quali rimane fino al 1995, quando definitivamente torna a Zara.
Nel 2000 diventa membro dell’associazione degli artisti Croati accademici di Zara HADLU. Nel 2003 dirige la galleria “Kapetanova kula” (La Torre del Capitano) di rilievo nazionale. Dal 2005 a 2008 copre la funzione di presidente della stessa associazione. Al suo attivo ha 14 mostre personali e 60 collettive in Croazia e in Italia. Dal 2005 è professore ordinario di pittura e scenografia nella nuova Scuola d’Arte Applicata e Design di Zara, un’importante realtà per la formazione artistica dei giovani della Dalmazia centrale.  Dal 2006 è membro dell'esecutivo della Comunità degli italiani di Zara.

Con il Patrocinio di
Unione Italiana
Università popolare di Trieste
Ministry of Culture Repubblica di Croazia
Rustia Traine Trieste
Città di Zara
Contea di Zara
Dante Alighieri di Zara
Comunità italiana di Zara
Ente Turistico di Zara    Galleria Tondinelli di Roma

giovedì 23 febbraio 2012

Segnalazione






SIRIA E IRAN: I PUNTI CALDI DELLO


SCACCHIERE EUROASIATICO. La conferenza sarà sabato 3 marzo alle ore 11.30


presso la Sala Palme
dell'Hotel Astoria Viale Leopoldo Nobili N°242121


REGGIO EMILIA
ITALY


www.panepacelavoro.it

mercoledì 22 febbraio 2012

Premio letterario di poesia e narrativa " Terra d'uomini".
Tema libero.


Pur essendo il tema libero, il concorso vuole portare alla luce parole che valorizzino l’aspetto multiculturale del mondo odierno, evidenziandone la bellezza anziché la falsamente decantata ostilità, aprendo gli occhi sulle condizioni dell’uomo che è forzato a emigrare, o su quelle di chi, pur stentando a sopravvivere, conserva quella dignità che è segno di una nostalgia del totalmente altro.

Contatti:
officinadelle11@gmail.com
www.concorsiletterari.it

Lunga Vita al Pop

BI-PERSONALE DI ERETICA E DCGRAPHIC
DAL 24/02/2012 AL 8/03/2012
A CURA TOGACI
PROGETTO COMUNICATIVO
ALESSIO BRUGNOLI
selezione musicale ENEA
Il 24 febbraio l’Hula Hoop, il club eretico e irriverente nel cuore del Pigneto, in via De Magistris 91/93, prosegue la sua esplorazione del Contemporaneo con la mostra Lunga Vita al Pop, bipersonale degli artisti ERETICA e DCGRAPHIC.
Una mostra che afferma con forza due principi: l’attualità della Pop Art e la necessità di ampliare i confini di ciò che chiamiamo Arte.
Il Pop non è morto. Non è un ricordo nostalgico degli Anni Sessanta. Il Pop è anarchia. Il Pop è un grido di libertà.
ERETICA e DCGRAPHIC ci dicono questo, mostrando la vacuità delle icone con cui ogni potere ci rende schiavi-
Il secondo tema è nella dichiarazione d’orgoglio di chi fa arte digitale: non una sorella minore di media tradizionale, ma un linguaggio nuovo e di rottura. ERETICA e DCGRAPHIC non sono grafici, ma artisti vettoriali, alfieri di un modo nuovo di usare tavolozza e pennello che non  modifica foto preesistenti, ma si parte da zero e si costruisce interamente a mano libera su computer.
Così nasce un mondo nuovo che mischiando linguaggio colto alla street art, costringe lo spettatore a riflettere su se stesso e sul suo ruolo nel mondo.
Perché, come diceva il buon vecchio Frank Zappa
La mente è come un paracadute: funziona solo quando è aperto
 ALESSIO BRUGNOLI


lunedì 20 febbraio 2012

Disegni sulla sabbia


vi ricordate quando da piccoli disegnavate sulla sabbia?
Ma quello che fa Kseniya Simonova è pazzesco...
vincitrice del Got Talent dell'Ucraina.
Questa animazione disegnando sulla sabbia con le dita, evoca l'invasione nazista in Ucraina nel 1945.
Mai visto niente di simile...


domenica 19 febbraio 2012

Incipit

Tutta la bellezza di un racconto è, a volte, già annunciata dal suo incipit. Così è senz’altro per “Resurrezione” di Tolstoj e per “La leggenda del santo bevitore” di Joseph Roth.


Entrambi i racconti sono talmente famosi che non mi azzardo a presentarli. Voglio, invece, dire qualcosa sull’incipit.

“Una sera di primavera dell’anno 1834, un signore di età matura scese gli scalini di pietra che, da uno dei ponti della Senna, conducono alle rive del fiume. Là sono soliti dormire, o meglio, accamparsi…..” Non è la perfezione letteraria che traccia le coordinate di tempo, luogo e introduzione del protagonista a sorprendere. Con un’attenzione più profonda si può cogliere qualcosa di diverso: quel personaggio era di età matura, una maturità che si scoprirà non solo rispetto all’età e, come disse un famoso critico italiano, lo spazio non serve per informare che l’azione si svolge a Parigi, ma è come il proscenio di un evento che sta per annunciarsi, che ci fa presagire una sorpresa. Quell’uomo non osserva immobile dal ponte, ma si muove, scende le scale e “un vagabondo veniva incontro al signore maturo…”. L’attesa che si crea ci fa quasi “scendere” da quel ponte per conoscere quei due uomini e avventurarci a nostra volta in qualcosa di imprevisto.

“Per quanto gli uomini, riuniti a centinaia di migliaia in un piccolo spazio, cercassero di deturpare la terra su cui si accalcavano, per quanto la soffocassero di pietre, perché nulla vi crescesse…….la primavera era primavera anche in città.(..) Ma gli uomini non smettevano di ingannare se stessi e gli altri. Gli uomini ritenevano che sacro e importante non fosse quel mattino di primavera..quella bellezza che dispone alla pace, ma sacro e importante fosse quello che loro stessi avevano inventato per dominarsi l’un l’altro”. Accostiamo tale incipit al titolo “Resurrezione”. Non sarà temerario dire che in queste righe si può già leggere un punto di orientamento, un riferimento per appassionarsi alle vicende del principe Nechljudov e di Katjuša Maslova e, molto più, per riflettere sul mistero del male, dell’ingiustizia umana e dell’eterna lotta per avversarli dentro e fuori il cuore degli uomini.


T.B.

venerdì 17 febbraio 2012

Irina Werning: back to the future

• Born in Buenos Aires 

• BA Economics, Universidad de San Andres, Buenos Aires, 1997 
• MA History, Universidad Di Tella, Buenos Aires, 1999
• MA Photographic Journalism, Westminster University, London, 2006
• Winner Ian Parry Scholarship 2006 
• Gordon Foundation Grant 2006
• Selected for the Joop Swart Masterclass (World Press Photo Organization), 2007





mercoledì 15 febbraio 2012

Cardboard Record Player




Un packaging très intéressant pour ce mini lecteur de vyniles “GGRP Sound” construit dans une pochette cartonnée et prévu pour être envoyé aux directeurs de création au Canada. Développé par l’agence Grey Vancouver, sur une direction artistique d’Andrew McKinley.



cardboard2
cardboard3

via Fubiz

giovedì 9 febbraio 2012

Dentro THREADLESS


Siempre nos han gustado los videos que explican el cómo se hacen las cosas. Aquí presentamos algunos videos del canal de Vimeo de Threadless que nos muestran parte de los procesos, parte de los sistemas de trabajo y parte del porque esta empresa es un monstruo en calidad en playeras impresas. Todo aquel que se haya “calzado” una playerita de estos señores sabrá a que me refiero.