domenica 31 maggio 2015

Parole di riferimento

Dialogo udito sull'autobus

A- Non puoi dire che X sia una bella città. Va bene il centro, ma appena fuori le strade fanno schifo, le case di periferia saranno anche caratteristiche ma sono solo tristi, per me.
B-  E chi ha detto che una città è fatta di edifici e strade? Una città è fatta di luoghi e tragitti, sì, ma questi non corrispondono per forza alle categorie di cui sopra.
A- Non sto parlando dal punto di vista sociale, capisco che a uno possa piacere la città che gli offre lavoro o studio... Parlo del punto di vista architettonico. Se una città non è fatta di edifici e strade, di cosa è fatta?
B- Io quando vedo una città per la prima volta mi imprimo nella mente dei punti di riferimento, e quelli più facili da ricordare sono le insegne, le parole scritte, i graffiti e le pubblicità. Ci sono delle insegne che diventano simboli e punti di riferimento al punto che nessuno si chiede più il loro significato originale: basta riconoscerne i caratteri, la grafica, i colori.
A- E tu dici che quello che ti piace di X sono le insegne e i graffiti? Vuoi fare l'originale.
B- Se prendi una città dal punto di vista architettonico, la prendi dal punto di vista spaziale e visivo, non puoi tralasciare nulla. Quindi le insegne non le puoi ignorare e secondo me alcune scritte hanno caratterizzato tanto la città da essere architettura.


Edificio per appartamenti "Bonjour Tristesse", Berlino

mercoledì 27 maggio 2015

Riprodurre a mano i loghi famosi: Seb Lester


Seb Lester è un designer e calligrafo che vive in Gran Bretagna. Ha sviluppato font e illustrazioni per alcune delle principali aziende al mondo come la Nasa, Apple, Nike, Intel e il New York Times.
Ha anche collaborato con J.D. Salinger per la ristampa finale di Catcher in the Rye.

Quando lo abbiamo visto all’opera, abbiamo immaginato di poterci sedere accanto a lui per osservarlo mentre realizza i suoi lavori.
Poi abbiamo cominciato a viaggiare con la fantasia e a ricordare quando -tra i banchi di scuola- ricreavamo i loghi della nostra infanzia con carta e penna nei momenti di pausa e noia.

“I find the Latin alphabet to be one of mankind’s most beautiful and profound creations.”

È molto stimolante guardarlo mentre realizza con accuratezza i vari loghi, cambiando stile con una velocità sorprendente. Soprattutto se pensate che questi loghi sono studiati nei minimi dettagli e con strumenti digitali. Il che rende i lavori di Seb Lester ancora più stupefacenti. In una sola parola: WOW.

Via Artwort

martedì 26 maggio 2015

Mese della cultura internazionale :: Roma 2015 :: Calendario


Con 100 appuntamenti, di cui 80 gratuiti, parte il Mese della Cultura Internazionale a Roma. Per la prima volta la Capitale ospita per tutto giugno e fino al 4 luglio un cartellone unico, con eventi organizzati da 17 Ambasciate e 32 tra Accademie e Istituti di cultura stranieri , in rappresentanza di 34 paesi.

In programma un viaggio attraverso le arti e le culture di tutto il mondo, con appuntamenti di cinema, teatro, pittura, fotografia, musica, aperture straordinarie, corsi di calligrafia araba e russa, conferenze, presentazioni di libri, laboratori, mostre e concerti.

Le istituzioni di Roma Capitale, come Casa del Cinema, Macro (Museo Arte Contemporanea Roma), Museo di Roma in Trastevere, Biblioteche di Roma, Sala Santa Rita, Teatro dell’Opera e Teatro India ospiteranno moltissimi degli appuntamenti previsti, mentre il teatro di Villa Torlonia sarà il cuore degli eventi delle Ambasciate.

Tante le curiosità da scoprire. Il cartellone propone “Open Garden”, aperture straordinarie dei giardini delle sedi di cinque istituti e accademie (neerlandese, scandinavo, austriaco, francese villa medici e tedesco villa massimo), ma anche open day di alcuni Istituti meravigliosi, come quello di Norvegia.

XXXIII Arca d'oro


lunedì 25 maggio 2015

Cahiers 25 maggio 2015

Ogni settimana, un disegno originale direttamente dai taccuini dello staff di DaSeyn.


VOVA

Ipse Dixit: Melville


"Erano un uomo solo, e non trenta. Infatti, come l'unica nave che li conteneva tutti, sebbene assemblata con ogni tipo di materiali diversi - legno di quercia, d'acero e di pino, nonché ferro, pece e canapa - inchiodati insieme tuttavia in quell'unico scafo solido che scivolava sulla sua rotta, equilibrato e governato dalla lunga chiglia centrale, così tutte le individualità dell'equipaggio, il coraggio di uno e la paura di un altro, colpa e senso di colpa, tutte le diversità erano saldate in unità, e fatte convergere in quell'obiettivo fatale perseguito da Achab, rappresentante la chiglia ed il loro unico signore."
Herman Melville, Moby Dick

domenica 24 maggio 2015

Il bar progettato da Wes Anderson a Milano


Bar Luce è uno spazio dallo stile retrò che ha firmato Wes Anderson, il regista americano che ha da poco prodotto Grand Budapest Hotel e che ha trasformato il café in un vero e proprio set cinematografico. L’intento, in effetti, è sempre stato questo, un bar scenografico, un gioiello che arricchisce straordinariamente la Fondazione Prada, inaugurata in occasione di Expo 2015. L’atmosfera che respira al suo interno rievoca momenti di vita passata, le tonalità pastello lo rendono elegante e vintage e i tratti distintivi del regista, oggi anche designer, fuoriescono in ogni punto. Entrando nel café della Fondazione Prada si ha un’unica sensazione: tornare indietro nel tempo, la stessa che si prova guardando i film di Wes Anderson.
Fondazione Prada, lo spazio d’arte che ha aperto a Milano lo scorso 9 maggio, è una combinazione di edifici che sono stati recuperati e altri nuovi, voluti per lo scopo da Miuccia Prada. Con un’estensione di ben 19mila metri quadri, destinati principalmente ad attività espositive, qui è possibile entrare nel magico mondo di Wes Anderson. Conosciuto per grandi capolavori tra cui I Tenenbaum, Il treno per il Darjeeling, Fantastic Mr. Fox, Moonrise Kingdom e il più recente Grand Budapest Hotel, il regista ha realizzato, su volere della nota stilista italiana, un’area di relax e ristoro, che possa far sentire ogni persona protagonista di una delle pellicole dell’inedito progettista.
Gli interni di Bar Luce, che in origine è stato una distilleria nei primi anni del ‘900, sono molto particolari, perché si trova l’unione di differenti generi e oggetti di natura molto diversa. L’arte pop italiana degli anni ’50 e ’60 si mixa alla perfezione con elementi del neorealismo, i complementi vintage sono la base dell’interior design, che ovviamente non rinuncia ad elementi più contemporanei ma integrati in modo sublime, tanto da non notarli. Qui è possibile giocare, nuovamente, a flipper, uno ispirato a ‘Le avventure acquatiche di Steve Zissou’ e un altro al ‘Castello Cavalcanti’, un cortometraggio realizzato sempre da Anderson per Prada, e ascoltare musica di un tempo attraverso il juke-box.
Bar Luce ha aperto in occasione di Expo 2015 e i fan del regista così come quelli della maison non possono assolutamente perdere la possibilità di visitare questo luogo incantato. In effetti, è un posto che va visto realmente, personalmente, come ha dichiarato lo stesso Wes Anderson: ‘Non c’è una prospettiva ideale per questo spazio.
Dal momento che è stato pensato per essere ‘vissuto’, dovrebbe avere molti posti comodi dove sedersi per conversare, leggere, mangiare, bere. Credo che sarebbe un ottimo set, ma anche un bellissimo posto per scrivere un film. Ho cercato di dare forma a un luogo in cui mi piacerebbe trascorrere i miei pomeriggi non cinematografici’.

sabato 23 maggio 2015

Street Art - Oscar Romero


Cada uno de nosotros tiene justamente su identidad bien formada y definida: ingeniero, licenciado, doctor, madre, abuelo, etc. Pero ¿será esto lo que en última instancia me define como persona? ¿Será esto el destino de mi existencia? Algunos hombres nos sorprenden diciéndonos, a través de sus actos, que no es así, que esto no es suficiente, que hay algo más misterioso que nos define y que la pertenencia común a este misterio nos hace ser hermanos y parte de un único pueblo.
Más aún, nos demuestran que la trama de las relaciones entre nosotros es justamente el instrumento para hacer posible que el misterio esté presente en el mundo. El poeta Tomas Eliot dice: “¿Qué vida es la vuestra, si no tienen vida en común? No existe vida, sino es vivida en comunidad”.

City: fear and desire - Tram model

giovedì 21 maggio 2015

Hors cadre

La bicicletta
La morsa e il martello
Série N° 1. BnF- François Mitterand
Série N° 2 - Sol-


Mauser



Cette représentation du Mauser de Heiner Müller est la suite d'un atelier de trois semaines mené à l'Académie Théâtrale de l'Union de Limoges. Le texte de Müller reprend un épisode du roman de Cholokhov, Le Don paisible. Un soldat de la révolution, dont la mission consiste à tuer des ennemis de la révolution, devient lui-même un ennemi de la révolution, parce qu'il ne peut se libérer de l'effroi de tuer-aussi des innocents- qu'en prenant lui-même du plaisir à tuer, en transformant les exécutions en massacres. Il doit être tué et doit accepter sa propre mort. Le texte démonte la formule de la révolution "MORT AUX ENNEMIS DE LA REVOLUTION" dans sa dialectique du tuer; à cette logique il n'y a apparement aucune échappatoire. Le devoir de tuer au nom d'une vie meilleure. "L'herbe même / Nous devons l'arracher afin qu'elle reste verte" est la formule du caractère impitoyable avec lequel la révolution traite celui qui est marqué au fer comme un ennemi: "La révolution a besoin / de ton oui à ta mort". C'est le ton impitoyable d'un temps dans lequel on avance lentement, de façon torturée, dans la libération de l'homme en homme. Müller comprend la "révolutionisation" de la société, qui devient humaine, en une libération de la mort, dont les rêves inaccomplis demeurent la tâche des vivants. Mais la libération de la mort s'opère au ralenti. "...ce cas extrême n'est pas le sujet, mais l'exemple sur lequel on fait la démonstration du continuum de la normalité à faire éclater. La mort, dont la transfiguration dans la tragédie, ou le refoulement dans la comédie, constituent le fondement du théâtre des individus, est une fonction de la vie considérée comme production, un travail parmi d'autres, organisé par le collectif et organisant le collectif. POUR QUE QUELQUE CHOSE ADVIENNE, IL FAUT QUE QUELQUE CHOSE PARTE. LA PREMIERE FIGURE DE L'ESPOIR EST LA PEUR, LA PREMIERE APPARITION DU NOUVEAU L'EFFROI..." dit Müller dans sa Note sur Maüser. C'est une tentative qui s'oppose sans relâche, par un présent étiré, aux images de l'histoire. Il ne s'agit pas de rappels d'événements. Cela, au bout du compte, les machines le font mieux que nous : le rappel des faits. Il s'agit du rappel des émotions, des affects, qui sont en rapport avec les événements. D'une mémoire émotionnelle. Et c'est cela que les choses rappelées amènent à la conscience comme un matériau : le fait que l'on puisse, à partir de cette mémoire émotionnelle, construire des traditions, transmettre les expériences. Mauser reprend et critique la pièce d'éducation de Brecht La Décision. C'est une pièce chorale. Elle peut être jouée pour un public si le public est lui-même impliqué dans le jeu. Le public et les acteurs sont à la fois des "apprenants" (Lernende) et des "enseignants" (lehrende). La pièce ne traite pas du milieu, mais de la révolution, il ne s'agit pas là d'ethnologie, mais d'intégration, la révolution russe n'a pas changé seulement la "ville de Vitebsk", mais aussi le monde. La représentation ne doit pas montrer le milieu, mais l'esquisse du monde dans lequel nous vivons. Il ne s'agit pas de critiquer la situation, historique ou actuelle, mais de la rendre susceptible d'être comprise. Mauser est une pièce pour jeunes acteurs, qui ont plus devant eux que derrière eux. - Matthias Langhoff- 

domenica 17 maggio 2015

Gino Covili, Discussione per la formazione della cooperativa


Ecco l'immagine di un intraprendere insieme, di una conversazione, di un momento politico. Quelli che ne fanno esperienza sanno che è proprio così: c'è chi ne è responsabile fino a sbattere manate sul tavolo; chi ascolta guardando fisso e chi ascolta chino sulle proprie braccia incrociate; ci sono i gruppetti più distratti, c'è chi cerca lo sguardo dell'amico e chi risponde, spavaldo; c'è chi è felice del momento presente e chi ha le scarpe puntate verso l'uscita. Tutti, però, hanno quel grado di compromissione che qui è rappresentato dai vestiti sporchi e dalle mani enormi e nodose.
Infatti, intraprendere insieme un progetto comune è ciò che dà senso alle responsabilità personali nell'impegno libero, creativo e sacrificato, che, altrimenti, sono uguali a zero (e vengono travolte, o stravolte, dal potere). Dopo il lavoro dell'uomo su se stesso, il cammino comune di tali intraprese umane (e, perciò, di chi le origina, le dirige e le fa) è il contributo più grande nelle attuali circostanze sociali, politiche e storiche.

Gino Covili (Pavullo nel Frignano, 21 marzo 1918 – Pavullo nel Frignano, 6 maggio 2005) è stato un manovale, bidello e pittore "naïf". 

Collectif Berlin: Moscou


sabato 16 maggio 2015

Ipse Dixit: Zaid

“La cultura è conversazione. (..) Che importanza ha quanto siamo colti e aggiornati….Ciò che importa è come ci sentiamo, come vediamo le cose, quello che facciamo dopo aver letto; se la strada e le nuvole e l’esistere di altre persone ci importano oppure no; e se leggere ci rende, fisicamente, più vivi”
Gabriel Zaid. Troppi libri

Hors cadre

Hors cadre:  il gioco di DaSeyn, maggio & giugno 2015

Gioco per passare il tempo mentre si aspetta un treno, un autobus, un aereo, un tram, una navetta e via discorrendo. Consiste a fare una fotografia il cui soggetto non è presente nell'inquadratura della macchina fotografica del vostro cellulare, ma la cui presenza si deve indovinare a partire da quello che si vede nella fotografia. E' vietato ritrarre parti del proprio corpo. Questo giochetto sarà grandemente alla moda nel 2025, all'era dell'anti-selfy. Ricordate che è nato da qui. 

Inviate le fotografie all'indirizzo daseyn2009@gmail.com. Se la fotografia è pertinente  sarà publicata sul blog, ma una sola sarà premiata alla fine del mese di giugno 2015 con un buono birra+panino da Paul, all'aereoporto di Toulouse dove il grazioso giochetto fu inventato...."ché tutte le cose pare sia scritto "più in là". Occhio a non perdere l'aereo. 

I primi due scatti della redazione (fuori concorso)

1. L'assassino

2. Antonio Canova


FR: Hors cadre: le jeu de DaSeyn, mai & juin 2015

Jeu pour passer le temps en attendant un train, un autobus, un vol, un tramway, une navette et ainsi de suite. Cela consiste à prendre une photo dont le sujet n'est pas présent dans le cadre de l'appareil photo de votre portable, mais dont la présence doit pouvoir se deviner à partir de ce que l'on voit dans la photographie. Il est interdit de représenter des parties de son propre corps. Ce petit jeu sera vachement à la mode en 2025, à l'ère de l'anti-selfy. Souvenez-vous qu'il est né ici. 

Envoyez vos photos à l'adresse daseyn2009@gmail.com. Si la photographie est pertinente elle sera publiée sur le blog, mais une seule sera récompensée à la fin du mois de juin 2015 par un bon d'achat chez Paul, à l’aéroport de Toulouse, où ce gracieux petit jeux fut inventé...."car on dirait que dans toute chose est marqué: "plus loin"..Faites gaffe à ne pas louper votre avion.

ESP/INGL: la traduzione arriverà!


venerdì 15 maggio 2015

PREVI, la città informale progettata a Lima

Di recente siamo venuti a conoscenza di un'esperienza di città veramente unica, in cui 26 architetti ed un'intricata situazione di realizzazione e di governi hanno portato a un quartiere unico al mondo, benchè appaia normalissimo: vi lasciamo alla piacevole lettura di questo articolo apparso su Domusweb.



PREVI–Proyecto Experimental de Vivienda, il quartiere sperimentale costruito sul finire degli anni Sessanta dalla generazione di architetti dell'avanguardia radicale internazionale riunitasi a Lima, in Perù, descrive una modello di crescita che intende conciliare il conflitto tra città informale e disegno urbano.

giovedì 14 maggio 2015

Giotto, Ultima cena


Il silenzio è importantissimo, ma non è il vuoto. Noi siamo abituati, nella società, alla confusione, per cui un attimo di silenzio ci sembra il vuoto, ci fa paura incontrare noi stessi nel profondo. Invece è necessario scontrarsi con se stessi, con la propria ansia e la propria angoscia, con la propria debolezza e anche con la propria storia. Dentro a questo, poi, parlare con il mistero. 
Il silenzio non è il vuoto, ma il tuo dialogo con la realtà che permane sempre misteriosa, e ti sta facendo sempre, in ogni istante. Con la semplicità di cuore ed il silenzio riempito di questo, la vita si riempie della sostanza della vita stessa, che è il mistero.
Nel dipinto di Giotto che rappresenta l'ultima cena, Giovanni ha la testa appoggiata sulla spalla di Gesù. Questo è l'abbandonarsi, l'offrire ed il domandare. Un silenzio così è riempito della presenza di un Altro. Il silenzio è atteggiamento intelligente, non è che uno si debba ammutolire, perché se c'è bisogno di parlare, uno parla, ma il silenzio vero è spazio riempito di questa offerta e domanda, ed anche della memoria e del ricordo di ciò che lo muove o l'ha mosso, di quello che di positivo è successo e che l'ha spronato.


martedì 12 maggio 2015

Villa aperta 6

Quando:4 > 6 giugno 2015
Dove:Piazzale di Villa Medici

La sesta edizione di Villa Aperta, il festival di musica pop, electro e rock dell’Accademia di Francia a Roma, si svolgerà dal 4 al 6 giugno 2015 nella cornice dei giardini di Villa Medici. Tre serate di live che vedranno alternarsi sul palco nomi di fama internazionale e nuovi talenti, capaci di reinventare stili e linguaggi musicali. Quest’anno il festival dà ampio spazio all’elettronica, in particolare al french touch classico e alle sue accezioni techno, hip hop e house, fino al crossover stilistico del prog e dell’afro-beat. Villa Apertaproporrà live attesissimi, progetti inediti e gruppi rivelazione. La magia di Villa Medici e il belvedere su Roma faranno il resto, rendendo unica l’atmosfera del festival.

Giovedì 4 giugno si apre con una serata in cui non mancheranno le suggestioni cinematografiche. Ospite d’onore sarà Nicolas Godin, metà del duo francese Air, gruppo che ha rivoluzionato il linguaggio electro-pop e ha incrociato il mondo del cinema firmando le colonne sonore de Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola e del celebre film di Georges Méliès Le voyage dans la lune. Nicolas Godin presenterà in anteprima mondiale a Villa Aperta il suo primo lavoro solista, che uscirà ad agosto 2015, ma anche alcuni dei pezzi più celebri degli Air. Il musicista sarà a Villa Medici in residenza per lavorare a questo nuovo album. Ad aprire le danze ci saranno i romani La batteria. Il gruppo, influenzato dal synth progressive e dalla dance vintage, si ispira alle musiche dei film polizieschi degli anni '70-'80, reinterpretate in modo assolutamente originale in un progetto che non sfigurerebbe nelle colonne sonore di Quentin Tarantino. Altro nome di punta della serata sarà Miss Kittin, indiscussa regina dell'elettroclash, dj di fama mondiale e protagonista delle ultime stagioni techno francesi.

Il festival dedica la serata di venerdì 5 giugno al french touch, celebrandone i maestri ma anche guardando al futuro. Tornano a Roma dopo otto anni di assenza i Cassius, con un dj set che si preannuncia epico. I Cassius sono stati i primi a divenire noti a livello internazionale facendosi promotori di un preciso sound electro. Attualmente sono al lavoro sul nuovo disco, che presenteranno a Villa Aperta. Prima di loro sul palco il back to back techno di Louisahhh!!! & Maelstrom, nuovi geni delle produzioni e del mixing di casa Bromance, la label creata da Brodinski. Con il loro ultimo Ep Frictions, propongono un suono moderno e originale. L’apertura della line-up, invece, sarà affidata all’estro di Torb, producer francese capace di muoversi tra la space disco e il gusto per i synth analogici. Per la prima volta in Italia, Torb invaderà il palco con le sue macchine avveniristiche.

Sabato 6 giugno le sonorità vireranno verso l’afro-beat, con alcune incursioni nel jazz, nel funk o nel rock. Non poteva mancare uno dei maestri di questo genere: Tony Allen, tra i più grandi batteristi e percussionisti che l'Africa abbia mai conosciuto. Storico musicista di Fela Kuti, Tony Allen ha influenzato molti artisti, alcuni dei quali, come Damon Albarn dei Blur e Flea dei Red Hot Chili Peppers, lo hanno voluto nei loro progetti. Tony Allen si esibirà a Villa Aperta con una band di otto elementi. La serata inizierà eccezionalmente in uno degli spazi più suggestivi di Villa Medici, la Terrazza del Bosco. Da qui Magic Malik & Dj Oil ci offriranno un live che spazia tra jazz, pop ed electro. Il flauto traverso di Malik, musicista dal talento fuori dal comune ed ex borsista di Villa Medici, ammalierà il pubblico. Sempre sabato sera, Villa Aperta presenterà per la prima volta in Italia Frànçois & Atlas Mountains, capaci di far ballare chiunque con il loro indie rock in salsa caraibica afro-beat, a metà strada tra i Vampire Weekend e i Franz Ferdinand. Il loro ultimo Ep L’Homme Tranquille è stato in parte registrato in Burkina Faso, insieme a dei musicisti locali. La chiusura della serata e del festival sarà affidata a Para One, figura mitica delle produzioni elettroniche transalpine, capace di muoversi tra sonorità hip hop, house e techno.

Prevendite attive presso la biglietteria di Villa Medici e presto sui canali abituali di prevendita online.

Biglietto singolo per il 4, 5, 6 giugno: 10 € + d.p. / 15 € la sera dei live

Abbonamento per le tre serate: 20 € + d.p. limitato ai primi 500 e acquistabile entro il 21 maggio / 25 € + d.p ad esaurimento dei primi 500 o dal 22 maggio


Segui il festival su facebook.com/VILLA.APERTA / twitter.com/VILLA_APERTA


lunedì 11 maggio 2015

Bitácoras del Centro cultural One Way - numero 31

¿Qué es el centro cultural One Way?

Para nosotros, hacer cultura es el deseo de dar un juicio a la realidad, un juicio que sea el resultado de un diálogo entre nosotros y el público. Y es que cultura es el interesarse por todos los acontecimientos y por toda la realidad, no hacerlo sería como desinteresarse del mismo hombre.

Sin embargo, para juzgar es necesario tener clara la propia identidad, saber lo que es el fundamento de todo, y preguntarse qué le da un sentido a todo el actuar.

Por esta razón nace “One Way” (el único camino), porque consideramos que el único camino por el cual vale la pena vivir y actuar es el hombre. Vivir y actuar en función de él.

Fue así como decidimos iniciar un trabajo juntos, con el cual construir lugares de verdad, empeñándonos en un trabajo educativo y cultural que contribuya a formar hombres nuevos. En este sentido, se nos presentó la cuestión sobre cómo llevar a cabo esta labor, pues estábamos conscientes de que nos hacía falta madurar y crecer. Sin embargo, pensamos que este crecimiento no puede ser algo que preceda a la acción y sobre todo no puede ser algo privado o circunscrito a pocos. Todo lo contrario, es posible crecer en un actuar de forma nueva dentro de la sociedad, iniciando en ella un diálogo sincero.

sabato 9 maggio 2015

André Studer, centro residenziale Sidi Othman a Casablanca

Questo complesso di edilizia popolare progettato nel 1952 dall'architetto svizzero André Studer si inserisce nel Piano di espansione di Casablanca, in Marocco, prodotto dall'urbanista Michel Ecochard negli anni '50. Già da una prima occhiata, riconosciamo in esso uno studio del luogo che non si ferma alla pura imitazione del vernacolare; esso è, invece, come molte delle opere architettoniche che presentiamo su Daseyn, una complessa sintesi di bisogni, forme e spazi raccolti nella realtà, cioè in tutte le stratificazioni non progettate a tavolino, ma frutto del tempo e della vita normale di uomini, che costituiscono qualsiasi città.

lunedì 4 maggio 2015

Armata Rossa P.F.L.P. - Dichiarazione Della Guerra Mondiale

Un film di Masao Adachi e Koji Wakamatsu. Giappone 1971.

Film manifesto dell'Armata Rossa Giapponese, gruppo comunista rivoluzionario nato in Giappone dal movimento studentesco e dall'amicizia politica con il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.
Wakamatsu, intellettuale di punta della nuova sinistra dell'epoca, gira uno splendido documentario sulla situazione politica mediorientale tra dichiarazione di guerra al capitalismo mondiale e riaffermazione della necessità di una rivoluzione a metà tra il maoismo e le lotte di liberazione territoriali, Palestina in testa. Girato in clandestinità nel Libano.


This is the manifesto about the japanese Red Army, revolutionary communist group, born in Japan from the students movement and from the relationship with the Popular Front for Liberation of Palestine. Wakamatsu, intellectual peak in the new left of that period, films a great documentary about the middle-east politics situation, between the declaration of war to the world capitalism and the reaffirmation of the needing of a revolution, form maoism to territorial liberation struggles, at first Palestine. It was filmed underground in Liban.

Complete movie on Youtube

9 Squares: A Collaborative GIF Project for Nine Designers Using Four Colors in Three Seconds

9 Squares is a collaborative motion graphics project where 9 designers are given a 350-pixel square, four colors, and three seconds to create any kind of animation they like. The results are gathered together to create a single GIF. 9 Squares is organized by Skip Dolphin Hursh, David Stanfield, and Al Boardman and they hope to post a new collaboration every two week or so. (via Quipsologies)