lunedì 27 settembre 2010

Comunicare attraverso l'immagine

Abbiamo dunque detto che all'arte viene chiesta una descrizione esatta, fotografica, delle cose. In detto contesto s’inserisce la pubblicità, di cui Hartlaub s’esprime così: "On doit parvenir à impact publicitaire correspondant aux besoins du marché (impact naturellement le plus probant pour le commanditaire, et fonction de préoccupations multiples qui, le plus souvent, n'ont rien d'artistique) et ce, autant que possible, à l'intérieur d'une conception artistique signifiante. En un mot, faire coïncider le commercial et l'esthétique. Cet idéal est acessible."(1) In questa ansia di novità e sperimentalismi rientra l'attività della Bauhaus, in particolare quella grafico-pubblicitaria. Quando la struttura si trasferisce a Dessau,(2) l'allestimento di una stamperia tecnica subentra alla stamperia d’arte di Weimar. Qui (a Dessau) vi si praticava la composizione a mano, la stampa e l’impaginazione grafica. Dal 1925 fino al 1928, la direzione della stamperia fu affidata a Herbert Bayer, che si occupò di tipografia e tecnica pubblicitaria. In uno scritto del 1928 Bayer afferma: “la pubblicità è divenuta oggi essenziale. Essa è inoltre… un’espressione culturale è un fatto economico, ed è quindi una peculiarità del nostro tempo.”(3) Il lavoro pubblicitario esige chiarezza, precisione e nitidezza, parole che si accordano perfettamente con “obbiettivo”, un’ottica senza pregiudizi. Queste caratteristiche permettono la comunicazione immediata di un messaggio allo spettatore, attraverso immagini o caratteri tipografici si deve riuscire a dare ragione di cause più profonde.

lunedì 20 settembre 2010

JAPAN CONTEMPORARY


Dal 17 settembre al 14 novembre, presso il Fotomuseo Giuseppe Panini in via Giardini 160, in esposizione una selezione di opere dalla collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

In occasione della retrospettiva di Daido Moriyama la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena rende nuovamente visibile, in collaborazione con il Fotomuseo Giuseppe Panini, una selezione di opere di artisti giapponesi dalla collezione di fotografia contemporanea, già presentate al pubblico nell’inverno 2008/09 con la rassegna Asian Dub Photography.
Attraverso gli scatti di sette autori, la mostra restituisce un ritratto del paese del Sol Levante e del suo complesso universo visivo, sospeso tra la spinta all’innovazione e il profondo legame con la propria tradizione. Se le fotografie sentimentali di Nobuyoshi Araki (Tokyo, 1940), con le loro forme sinuose e i colori accattivanti, indagano i confini incerti tra bellezza e decadimento, tra la vita e la morte, le strade ritratte da Ryuji Miyamoto(Tokyo, 1947), drammaticamente devastate dal terremoto di Kobe del 1955, descrivono il momento sospeso tra la catastrofe e la promessa di un mondo nuovo.

Comunicare attraverso l'immagine

Le emergenti avanguardie del primo dopoguerra hanno contributo alla creazione di un nuovo linguaggio: il rifiuto del passato con la formazione di nuovi concetti di oggettività e di specificità, i quali si sviluppano in una cornice sociale e politica.
Nel periodo tra il 1920 e 1925, l'arte attraversa un processo di rinnovamento; espressionismo, cubismo e futurismo, la Novembergruppe, non riescono più a incidere sul presente. La loro convinzione che l’arte sia l’“unico mezzo per ricostruire un mondo dello spirito”(1), non sa più rispondere alle esigenze di mutamento politico: “la volonté de mutation politique des artistes […] resta aussi abstraite que leurs tableaux. Jamais ces poètes et ces peintres n'avaient touché ou ébranlé le réel.(2) Lavorare occupandosi soltanto di problemi di forma, vuol dire, ritener la causa rivoluzionaria un ideale utopico. Tali posizioni non si dimostrano più in grado di attuare una trasformazione della società. Anche il dadaismo con il suo cinismo,(3) aiutò l'evoluzione di una langage in chiave politica, introducendo inoltre, l'uso della fotografia(4) nelle forme più diverse. Dopo la Dada Messe, il dadaismo cerca un nuovo respiro nel costruttivismo e nella metafisica.

domenica 19 settembre 2010

"Le conseil du village lance un appel important", nouvelle de Akram Haniyyé

"Des voix inquiètes, des questions s'élevèrent. Une peur diffuse envahit le village. Un jeune homme très enthousiaste proposa une réunion de tous les villageois pour discuter de ce sujet. Kamal lui, rétorqua qu'une réunion n'était possible que le samedi, jour de repos des ouvriers qui travaillaient dans les usines israéliennes. Certains demandèrent de trouver une solution d'urgence. Devant la gravité de la situation, Oum IsmaÏl les mit en garde contre des dangers plus grands qui guetteraient le village. "Y a-t-il pire danger que de rester sans progéniture?" lui lança un villageois.
Kamal, toujours sur un ton ironique, proposa d'engager des pourparlers avec les bébés qui refusaient de sortir, afin de connaitre leurs revendications et de désamorcer leur grève. (...)
"La vie est devenue insupportable, déclara Oum Mohamed. Il n'y a plus rien de bon. Les champs sont délaissés, jonchés d'épines. Les arbres, personne ne veut plus s'en occuper... Pourquoi nous étonner de ce qui arrive aux femmes?
C'est logique et sage que les bébés refusent de venir au monde, conclut le jeune enthousiaste. Pourquoi, en effet, naitre dans un monde où les conditions de vie ne sont pas dignes de l'être humain?"
Le bruit d'une patrouille de l'armée se fit entendre. Les gens furent priés de clore la discussion, afin que tous puissent regagner au plus vite leur maison, sans s'exposer aux exactions des soldats et des colons."

Une page d'histoire, nouvelle de Romain Gary

-Ce matin, on va encore exécuter un otage... Et qui choisit-on? Un journaliste célèbre, un pamphlétaire redoutable, habitué de plus au travail subversif... Dès que son âme révolutionnaire sera rendue là-haut, qu'est-ce qu'elle va faire?
-Jawojl?
- Parfaitement: elle va faire de la propagande contre nous! Elle va éditer un journal! Elle va publier contre nous des articles incendiaires, de véritables appels à la révolte, elle va ameuter toutes les âmes contre nous, Schweik!
- Contre nous, jawohl! répète avec satisfaction le bon soldat Schweik.
-Elle va nous calomnier, elle va nous dénoncer, elle va mobiliser contre nous des forces inouïes! Nous sommes des insensés, Schweik, des insensés! Nous expédions là-haut des millions d'âmes ennemies, nous leur donnons des moyens de transport! Nous organisons une cinquième colonne d'âmes fortes, résistantes, têtues, bénéficiant souvent d'un sérieux appui religieux, et dirigée entièrement contre nous! Une levée en masse! Un front uni d'âmes bien armées, bien entrainées, bien équipées! (...)
"J'ai l'honneur de demander à la très haute autorité compétente: notre police là-haut est-elle bien organisée? Quelles sont ses directives et ses effectifs? Les autorités locales sont-elles favorablement disposées à notre égard? Existe-t-il, là-haut, des prisons et des camps de concentration pour âmes avec des cadres suffisants pour maintenir l'ordre? (....)"

mercoledì 15 settembre 2010

Comunicare attraverso l'immagine

1925
Friedrich Ebert muore. Dopo una seconda tornata e varie manovre, le elezioni portano al potere il vecchio eroe della prima guerra mondiale, Hindenburg. In questo periodo la repubblica di Weimar gode di un’apparente e relativa stabilità, con un minor numero di sollevazioni. È l'inizio di un'apparente ripresa economica. In campo artistico Moholy-Nagy pubblica il saggio Malerei Fotografie Film; a Mannheim si tiene la mostra Neue Sachlichkeit, organizzata da Hartlaub; Grosz e Herzfelde pubblicano Die Kunst ist in Gefahr: "Riassumiamo: senso, divenire e storia dell'arte stanno in diretta relazione con senso, divenire e storia della società. Premessa della conoscenza del giudizio anche dell'arte della nostra epoca è, di conseguenza, uno spirito rivolto a una conoscenza dei fatti e dei nessi del vivere reale con tutte le sue scosse e tensioni.

L'umanità si sta impadronendo su vasta scala, da un secolo a questa parte, dei mezzi di produzione della terra. Contemporaneamente, la lotta degli uomini gli uni contro gli altri per il possesso di questi mezzi assume forme che sempre più ampiamente li trascinano, senza eccezioni, nei rispettivi vortici.

lunedì 13 settembre 2010

Joe Hisaishi Live

1920: Grosz & Heartfield Oltre Dada

Conclusioni
Il 1920 è un anno in cui i dibattiti sull'arte e sulla rivoluzione sono ben presenti, la Dada Messe è un chiaro segno di questa ansia di rinnovamento che assale gli artisti berlinesi. La circolazione di riviste come Der Ararat o Valori Plastici aiutano l'artista ad allargare il suo orizzonte creativo, permettendogli di agire in forma più concreta ed incisiva nella realtà. Così l'arte diventa un modo per affrontare l'orrore della guerra, i crimini compiuti nella repubblica di Weimar. Non è più l'espressionismo di Kokoschka , il futurismo di Balla, il cubismo di Braque o la metafisica di Carrà ma è l'arte sociale del costruttivista dadaista. L'avanguardia russa ha spianato il territorio, preparando così la terra a una nuova età: dalla negazione dada verso il realismo ed oltre.

sabato 11 settembre 2010

1920: Grosz & Heartfield Oltre Dada

Il costruttore, l'ingegniere
Ma Grosz chiarisce che si distingue da lui in quanto Carrà vuole essere metafisico ma le sue preoccupazioni sono quelle di un borghese. Magari la metafisica servì soltanto per spianare il terreno. Fu un mezzo utile per prendere fiato e cercare altrove una forma nuova, più consona al suo linguaggio. Il Dadabild non è altro che l'immagine dell'artista. Un artista universale ( Weltdada = Worlddada ), comprensibile a tutti, un artista nuovo, il suo essere intero è DADA. Le linee geometriche collocate in uno spazio neutro, immobile, sono quelle del disegno ingegneristico: "Il compasso e la riga hanno scacciato l'anima e le speculazioni metafisiche. Si sono presentati i costruttori. Essi vedono con maggiore chiarezza nel nostro tempo. Non si rifugiano nella metafisica. I loro fini sono liberi dai pregiudizi antiquati, ormai andati in rovina. Essi voglio oggettività, vogliono lavorare per bisogni reali: esigono di nuovo, nella produzione artistica, uno scopo controllabile […] Mi sono personalmente reso conto che all'Accademia di stato di Mosca è stata istituita una sezione in cui si insegna agli allievi statica e meccanica; in tal modo essere studente tecnico significa, in molti casi, essere artista."(1) C'è sempre una continua dialettica con il costruttivismo ma, nell'apertura di quelle linee geometriche del Dadabild, si intravede ciò che sta per avvenire ma che ancora non c'è: “Essi vogliono Oggettività!”. È ancora molto presente il problema di un arte che si rifugia nello spiritualismo, l'unica soluzione è eliminare l'arte: “L'arte è morta, viva la nuova arte delle macchine di Tatlin.”(2) Il dadaismo si identifica con la nuova arte delle macchine, non è un movimento inventato ma nasce per contrapporsi a quell’arte spiritualistica che davanti alla guerra preferisce riflettere su stati interiori o astratti. Se l'arte spirituale fosse stata la risposta, la guerra non ci sarebbe stata: “Goethe nel fuoco dei tamburi, Nietzsche nello zaino e Gesù in trincea - c'era sempre gente che riteneva ancora spirito e arte come forze in se stesse.”(3) L'artista istituisce la separazione tra le classi. L'artista dadaista è il costruttivista, e di costruttivista ne esiste un solo tipo: l'ingegnere, il capomastro, l'operaio metallurgico, il falegname, ( il proletariato?) in breve il tecnico. Questa nuova arte che esige una realtà concreta ha bisogno di un apparato oggettivo: la macchina fotografica, capace di produrre ‹‹nuove relazioni, finora sconosciute››, e in stretto rapporto con la fotografia è il Fotocollage.

Il giornalista Propagandada
Il fotocollage, tecnica molto usata dai dadaisti berlinesi, permette di fare a pezzi la realtà e riformularne una nuova. Ogni immagine diventa una parola, l'immagine ricomposta parla su ciò che la censura tace o almeno diventa un mass media che permette di diffondere un'informazione: "L'artiste prolétarien doit bravement en face le fait que la photographique a continué d'evolver. Si je rassemble des documents photographiques et que je le dispose face à face intelligemment et abilement. Ils exerciront sur les masses un effet énorme de propaganda et d'agitation. Pour nous, c'est cela le plus important. C'est la base de notre travail. C'est pourquoi notre tache est d'agir sur le masses de la faҫon la meilleure, la plus forte, la plus profonde."(4) Al Club Dada Grosz è il Propagandada avente il compito di diffondere la parola DADA.


1 G. Grosz, W. Herzfelde, “L'arte è in pericolo” in Un Piccolo si e un Grande no, A cura di A. Negri, ed. Longanesi, Milano, 1975; pp. 325-236.

2 G. Lista (a cura di), Dada, l’arte della negazione, Roma, Palazzo delle Esposizioni 1994; p.87.

3 G. Grosz, W. Herzfelde, “L'arte è in pericolo” in A. Negri, Carne e ferro. La pittura tedesca intorno al 1925, Scalpendi Editore, Milano 2007, p. 231.

4 J. Heartfield in DADA Paris-Berlin, Parigi, Centre Georges Pompidou, 1992, p. 172.

mercoledì 8 settembre 2010

1920: Grosz & Heartfield Oltre Dada



Un mutamento in fieri
Con la Dada Messe sembra che il dada si stia esasperando, come una grande esplosione la cui luce dura il necessario per essere vista. Nel gruppo berlinese c'è un cambiamento da “Assemblatori” a “Costruttori”. Grosz non si firma più Grosz...pinxit ma Grosz... construiter. L'incontro con Tatlin è avvenuto!: L'article de Constantin Umanskiparu dans Der Ararat, en janvier 1920, sous le titre ‹‹ Le Tatlinisme ou l'art de la machine ››, retient l'attenntion des Dadaïstes désireux de donner un nouveau soffle au mouvement.(1) Opere come Der Monteur Heartfield o Tatlinesque diagram. Nu ci dimostrano quale sia l'assimilazione del costruttivismo da parte degli artisti dadaisti, mentre opere come Lo spirito dei nostri tempi (Testa meccanica) di Hausmann rappresenta una nuova riconsiderazione circa l'arte delle macchine: L'homme n'est plus individuel, n'est plus repreésenté de manière psychologique, mais c'est un concept collectif presque mécanique. Le destin individuel n'a plus 'dimportance.(2) Ma c'è di più. Nello stesso numero di Der Ararat del gennaio del 1920 sono presenti due piccoli articoli sull'arte metafisica in Italia. Inoltre la rivista di Mario Broglio, Valori Plastici, era diffusa in Germania da Hans Goltz. La pittura metafisica ha un ruolo fondamentale nell'ideazione di un nuovo linguaggio, aiuta a passare dal groviglio della creazione dionisiaca a una forma più semplice di creazione apollinea. In un testo del 1920, Zu meinen neuen Blidern, Grosz dice che vuole essere capito da tutti, parla di costruire ( simili discorsi si fanno anche in Italia ), di fare linee semplici e precise, in modo fotografico. Considera il “dessin d'ingénieur vaut mieux que tuot le bla-bla mystique”(3). Grosz è esplicito quando parla del modello da seguire: Quand on essaie di trouver un style clair et simple, on s'approce malgré soi de Carrà.(4)


1 DADA, Parigi, Centre Georges Pompidou, 2005; p 446.
2 Ibidem.
3 G. Grosz in DADA Paris-Berlin, Parigi, Centre Georges Pompidou, 1992, p. 194.
4 Ibidem.

martedì 7 settembre 2010

1920: Grosz & Heartfield Oltre Dada

Dadabild
Ed ecco che arriva un fotomontaggio/collage di Grosz, sempre del 1920: Der Weltdada Richard Huelsenbeck o Dadabild, conservato oggi alla Kunsthaus di Zurigo. Un apparente corpo, vestito come un bourgeois gentilhomme con le mani in tasca, non ha testa e piedi ma dal suo interno scaturisce, scoppia, la parola “DADA”. È inserito all'interno di un'intersecazione di linee geometriche aperte su uno sfondo neutro. Le analogie che possiamo stabilire con il Selvaggio Heartfield sono poche: singolare il fatto che entrambe le rappresentazioni abbiano il nome di un dadaista, entrambi sono manichini da sartoria, uno in tenuta militare l'altro in “borghese”, ambedue sono unijambiste. Ma esiste una considerevole differenza: mentre il Borghese Heartfield che diviene selvaggio rappresenta la più aspra critica ai valori della società di Weimar, il Dadabild è la ricerca dell'uomo nuovo, dell'artista nuovo. Cosa è successo? Che cosa provoca un simile cambiamento in così poco tempo?

domenica 5 settembre 2010

ARQUI-NATURA




Marc Quinn



Marc Quinn
'No Visible Means of Escape IV' 1996.
Marc Quinn/Tate, London 2009.

EZRA POUND


Ezra Pound – “A che serve il denaro”
Mezzo di scambio
Il denaro è valido quando il pubblico riconosce che conferisce un diritto, e quando si consegnano merci o servizi nella quantità determinata dal valore stampato sul «biglietto», sia esso di metallo o di carta.
Il denaro è un biglietto generico, e solo in ciò differisce da un biglietto ferroviario o da un biglietto di teatro. Se questa affermazione vi sembra puerile, considerate per un istante la natura di altri biglietti.
Un biglietto ferroviario è un titolo quantitativamente determinato. Un biglietto da Roma a Frascati ha un valore diverso da uno da Roma a Catania.
Tutti e due sono misurati in chilometri di lunghezza invariabile. Un biglietto monetario, in un regime monetario malsano, ha un valore oscillante. Da molto tempo il pubblico si affida a persone che si servono di misure instabili.

Roque Dalton


Y que mis venas no terminan en mí,
sino en la sangre unánime
de los que luchan por la vida,
el amor,
las cosas,
el paisaje y el pan,
la poesía de todos.

giovedì 2 settembre 2010