domenica 30 novembre 2014

Ipse Dixit - Walter Benjamin


La musica, che rende così stancante viaggiare con il film, nel Kaiserpanorama (1) non esisteva. Mi sembrava che le fosse superiore un effetto insignificante, anzi addirittura fastidioso. Era uno scampanellio che risonava pochi secondi prima che l'immagine si spostasse con uno scatto per lasciar posto inizialmente a un vuoto e poi all'immagine successiva. E ogni volta che echeggiava, le montagne dalla vetta ai piedi, le città con tutte le loro lucenti finestre, le stazioni con il loro fumo giallo, i vigneti fin nella più minuscola foglia, risultavano permeati dal dolore dell'addio. 
Mi convincevo che per quella volta era impossibile sfruttare appieno la meraviglia di quei luoghi. E allora nasceva il proposito, mai mantenuto, di tornare di nuovo il giorno dopo. Ma prima ancora che avessi preso una decisione, l'intera struttura, da cui mi separava il rivestimento in legno, trasaliva; l'immagine barcollava nella sua piccola cornice per svignarsela presto verso sinistra.
Walter Benjamin, Infanzia berlinese intorno al millenovecento - Kaiserpanorama

(1) Era una sorta di precursore del cinema: le immagini si susseguivano dentro stereoscopi davanti ai quali sedevano gli spettatori.



mercoledì 26 novembre 2014

Modernism in Ruins: Artist "Vandalizes" a Le Corbusier Masterpiece

Modernism in Ruins: Artist "Vandalizes" a Le Corbusier Masterpiece

All images courtesy Xavier Delory

Brussels-based visual artist Xavier Delory likes to poke fun at history. His latest project Pèlerinage sur la Modernité (Pilgrimage on Modernity) is an irreverent look at the meaning of Modernist masterworks today. The first images in the ongoing series sharply questions the role of Le Corbusier’s Villa Savoye in Modernist historiography, as Delory renders its walls covered in graffiti, and its famed ribbon windows smashed. It’s a fate reminiscent of that which has befallen the ubiquitous banlieue housing projects that the Villa’s modernism in part inspired.

Delory presents this alternate Villa Savoye with head-on images of its four elevations, confronting viewers with hypothetical vandalism and a mastery of trompe l’oeil Photoshopping. Among the typical aerosol scribblings of signatures and swears, a diving shark and the text of Le Corbusier’s Five Points are also visible. The unnamed vandals have thrown rocks through the windows, leaving some shattered, others boarded up or covered in plastic. Weather, too, has played its role in this fantasy of ruination—large slabs of whitewash have chipped and fallen from the once-pristine facade.

Cloud, nuvola interattiva da interni


Cloud from Richard Clarkson on Vimeo.

giovedì 20 novembre 2014

Parque Cultural de Valparaìso

Il progetto nel suo contesto
La città di Valparaìso ha un paesaggio unico. Stando essa su un rilievo che cala nel mare con una grande pendenza, l'oceano è lo sfondo di ogni prospettiva stradale, di ogni angolo o scorcio. Le case di legno, variopinte e semplici, costituiscono la materia di cui è fatta la città.
In questa discesa di case nel mare, c'è una piastra sgombra, piana: è l'ex carcere. Da poco è stato riconvertito in un "parco culturale", centro per arti e conferenze, grazie al progetto dello studio HLPS.

giovedì 13 novembre 2014

La scultura di Tony Cragg per il Duomo di Milano

E' stata istallata nel Duomo di Milano la scultura che l’artista britannico Tony Cragg (1949) ha realizzato ispirandosi alla celebre Madonnina che svetta sulla sommità della cattedrale del capoluogo lombardo.

martedì 4 novembre 2014

MAAM, Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz

A Roma è nato un museo in uno spazio occupato da immigrati clandestini. Questo museo nasce dichiaratamente per proteggere, con la presenza di opere d'arte, questo spazio dallo sgombero forzato.
Eccone la descrizione, tratta dal volantino del MAAM:

"Il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia (MAAM) nasce come ideale prosecuzione del lavoro svolto nell’ambito del cantiere etnografico, cinematografico e d’arte di Space Metropoliz. Raggiunta la Luna, la città meticcia di fatto si colloca in un “outher space”. L’umanità metropoliziana, nel nuovo habitat esoplanetario, si va definendo comunità sui generis, sostituendo al “noi” il riconoscimento della radicale alterità di ciascuna cultura, gruppo o individuo.

domenica 2 novembre 2014

Aldovrandi e l'illustrazione naturalistica

Sandro Pignatti, eminente botanico italiano, nella prefazione alla prima edizione della sua “Flora d’Italia” dice: “…non è esagerato affermare che lo studio della flora secondo un moderno metodo scientifico ha origine proprio in Italia, durante la splendida fioritura culturale dei secoli XV-XVI”. Tra i nomi che affollano il lungo elenco di botanici citati dal Pignatti,( Savonarola, Anguillara, Ghini,Calzolari,Mattioli,Cesalpino,Imperato,Colonna) troviamo anche il bolognese ULISSE ALDROVANDI creatore di uno dei primi musei di storia naturale e fondatore nel 1568 dell’Orto botanico di Bologna, uno dei primi al mondo (Pisa nel 1543, Padova e Firenze nel 1545).

Le sue imponenti collezioni naturalistiche comprendono 18000 “diversità di cose naturali” , 7000 piante essiccate in 15 volumi e migliaia di illustrazioni a tempera di animali e piante raccolte in 18 volumi. Questi ultimi contengono tavole di piante, fiori, frutta, animali, commissionate da Aldrovandi a partire dalla seconda metà del sedicesimo secolo, e costituiscono forse la più ricca pinacoteca del mondo naturale tardo- rinascimentale mai realizzata. Questa collezione composta da migliaia di dipinti, di cui oggi ne restano circa 2900, doveva fornire un'accurata visualizzazione di quel teatro della natura che il naturalista bolognese aveva attentamente osservato per oltre cinque decenni.