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Il progetto nel suo contesto |
La città di Valparaìso ha un paesaggio unico. Stando essa su un rilievo che cala nel mare con una grande pendenza, l'oceano è lo sfondo di ogni prospettiva stradale, di ogni angolo o scorcio. Le case di legno, variopinte e semplici, costituiscono la materia di cui è fatta la città.
In questa discesa di case nel mare, c'è una piastra sgombra, piana: è l'ex carcere. Da poco è stato riconvertito in un "parco culturale", centro per arti e conferenze, grazie al progetto dello studio HLPS.
Questo progetto recupera l'edificio carcerario mantenendo le pareti perimetrali e cambiando sostanzialmente l'interno; vengono infatti inseriti volumi indipendenti, che costituiscono le sale prove, i teatri, gli atelier. Interessante è il risultato ottenuto liberando i muri perimetrali dalle pareti delle celle: i progettisti hanno notato che ogni detenuto dipingeva e scriveva sul muro del proprio spazio in modo diverso; in questo modo, ogni cella rimane riconoscibile sul muro come un'impronta colorata.
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Durante la costruzione |
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Esterno dell'edificio carcerario |
Intorno all'edificio carcerario vi è il cortile del penitenziario, circondato da mura. Il progetto del Parque ha mantenuto queste mura, che rendono riconoscibile lo spazio vuoto dal quartiere che vi sta intorno; il muro non divide soltanto uno spazio bidimensionale, in pianta, ma in questo caso divide anche un sistema urbano basato su un clivio da un sistema locale piano. Il raccordo tra questi due sistemi è l'altro principale edificio, una composizione di piani in calcestruzzo grezzo, che si comporta come la scalinata di piazza di Spagna:è sia sistema di risalita che belvedere, sia edificio (ospita il teatro) che fondale scenografico.
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La "scalinata" |
Questo grande spazio chiuso è una piazza civica; è giustapposizione di volumi, individuazione di limiti, emergenza rispetto all'intorno, luogo di convivenza.
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