La musica, che rende così stancante viaggiare con il film, nel Kaiserpanorama (1) non esisteva. Mi sembrava che le fosse superiore un effetto insignificante, anzi addirittura fastidioso. Era uno scampanellio che risonava pochi secondi prima che l'immagine si spostasse con uno scatto per lasciar posto inizialmente a un vuoto e poi all'immagine successiva. E ogni volta che echeggiava, le montagne dalla vetta ai piedi, le città con tutte le loro lucenti finestre, le stazioni con il loro fumo giallo, i vigneti fin nella più minuscola foglia, risultavano permeati dal dolore dell'addio.
Mi convincevo che per quella volta era impossibile sfruttare appieno la meraviglia di quei luoghi. E allora nasceva il proposito, mai mantenuto, di tornare di nuovo il giorno dopo. Ma prima ancora che avessi preso una decisione, l'intera struttura, da cui mi separava il rivestimento in legno, trasaliva; l'immagine barcollava nella sua piccola cornice per svignarsela presto verso sinistra.
Walter Benjamin, Infanzia berlinese intorno al millenovecento - Kaiserpanorama
(1) Era una sorta di precursore del cinema: le immagini si susseguivano dentro stereoscopi davanti ai quali sedevano gli spettatori.
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