mercoledì 30 settembre 2015

Henri Rousseau - War - Guerra - Guerre - 戦争

Henri Rousseau, War, 1984 - Musée d'Orsay, Paris
 English
From there the war, the eternal, terrible, gruesome child that Henry Rousseau painted in 1894 and which is the image of the poster of this year. While the pink clouds, the gentle and blue sky, the hills full of promise and the girl white dress remind us that it would still be nice to live in harmony and peace, here they are, taking away your breath, hurting us and intimidating the dead branches, the blackened falling leaves, the unrecognizable mad horse, the bodies, the crows, the sword, the strange toy that the tyrannical child brings like a flag and then the grin on his distorted face.
They are objects of intense immobility and we will identify ourselves with those tiny stones on which men and women, whose greed and ferocity have taken away their life, rest their painful, black hair.
War is cruel, causes death, stasis and winter, it is ruthless as the unhealthy and unstable Rousseau’s girl, that has teeth too white and too compact, a sign of how horrible is her apparent running and her tragic rejoice. The Rousseau’s framework invites us to cringe us, to stop for a moment, to become silence, to take a healthy distance from almightiness the delirium that broods in us. Rousseau’s framework tells us that our struggle should never be like that turbid little girl lonely ride who can not smile.
Español
De ahí la guerra, la eterna, tremenda, macabra niña que Henry Rousseau pintó en 1894 y que es la imagen del manifiesto de este año. Las nubes rosas, el cielo dulcemente azul, las colinas llenas de promesa y el vestido blanco de la niña nos recuerdan que sería bello vivir en armonía y en paz, pero vienen a quitarnos el aliento, a herirnos y a atemorizarnos las ramas secas, las requemadas hojas que caen, el irreconocible caballo desbocado, los cadáveres, los cuervos, la espada, el extraño juguete que la tiránica niña porta como bandera y, finalmente, la mueca de su rostro desencajado. Son objetos de intensa inmovilidad y nosotros nos identificamos con esas pequeñas piedras sobre las que los hombres y las mujeres, cuya codicia y ferocidad les han quitado la vida, apoyan sus dolorosas cabelleras de ébano. La guerra es cruel, provoca la muerte, estancamiento e invierno, y es despiadada como la desquiciada e inestable niña de Rousseau, de dientes demasiado blancos y demasiado compactos, signo de cuán horrible es su aparente correr y su trágico regocijo. Así, pues, el cuadro de Rousseau nos invita a hacernos pequeños, a detenernos un momento, a guardar silencio, a tomar una sana distancia del delirio de omnipotencia que anida en nosotros. El cuadro de Rousseau nos hace entender que nuestra batalla no tendría que ser nunca similar a la solitaria cabalgata de esa turbia niña que no sabe sonreír.
Italiano
Da lì la guerra, l’eterna, tremenda, macabra bambina che Henry Rousseau dipinse nel 1894 e che fa da immagine al manifesto di quest’anno. Mentre le nuvole rosa antico, il cielo dolcemente azzurro, le colline cariche di promessa e l’abito bianco della bambina ci fanno ricordare che sarebbe pur bello vivere in armonia e in pace, ecco che vengono a toglierci il fiato, a ferirci e intimorirci i rami secchi, le annerite foglie cadenti, l’irriconoscibile cavallo impazzito, i cadaveri, i corvi, la spada, lo strano giocattolo che la tirannica bimba porta come bandiera e infine il ghigno del suo volto stravolto. Sono oggetti d’intensa immobilità e noi ci identifichiamo con quei minuscoli sassi sui quali gli uomini e le donne, cui l’avidità e la ferocia han tolto la vita, poggiano le loro dolorose, chiome d’ebano. La guerra è crudele, provoca morte, stasi e inverno, ed è spietata come l’insana e instabile bambina di Rousseau, dai denti troppo bianchi e troppo compatti, segno di quanto sia orribile il suo apparente correre e il suo tragico gioire. Il quadro di Rousseau ci invita dunque a farci piccoli, a fermarci un momento, a diventare silenzio, a prendere una sana distanza dal delirio d’onnipotenza che cova in noi. Il quadro di Rousseau ci fa capire che la nostra battaglia non dovrebbe mai essere simile alla solitaria cavalcata di quella torbida bambina che non sa sorridere.
François
D’ici la guerre, l’éternelle, l’horrible, la macabre petite fille qu’Henry Rousseau a peint en 1894 et qui sert d’image pour l’affiche de cette année. Tandis que les nuages colorés d’un rose ancien, le ciel doucement bleu, les collines chargées de promesse et l’habit blanc de la petite fille nous rappellent que ça serait pourtant beau de vivre en paix et en harmonie, voici que les branches sèches, les feuilles noircies et mortes, le cheval méconnaissable et fou, les cadavres, les corbeaux, l’épée, l’étrange jouet que la petite fille tyrannique brandit comme un drapeau et enfin l’expression déformée de son visage nous coupent le souffle, nous blessent et nous effrayent. Ce sont des objets d’une intense fixité et nous nous identifions avec ces petits cailloux sur lesquels les hommes et les femmes, à qui l’avidité et la féroce ont enlevé la vie, posent leurs douloureuses chevelures couleur ébène. La guerre est cruelle, elle provoque la mort, la stase et l’hiver, et elle est sans pitié comme l’insane et instable petite fille de Rousseau, aux dentes trop blanches et trop resserrées, signe de l’horreur de son apparente course et de son rire tragique. Le tableau de Rousseau nous invite donc à nous faire tous petits, à nous arrêter un court instant, à devenir silence, à prendre une saine distance par rapport au délire de toute-puissance qui guette chacun de nous. Le tableau de Rousseau nous fait comprendre que notre bataille ne devrait jamais ressembler à la solitaire chevauchée de cette petite fille sombre qui ne sait pas sourire.
日本人
この狂気から戦争が生まれる。1894 年にアンリ・ルソーは、恐ろしい死を永遠に運ぶ少女 の姿によって戦争を表現した。今年のトナーレスターテはこの絵をイメージとして選んだ。 ピンクの雲、優しい青空、約束の地に見える丘、少女の白い服は平和と調和のうちに生き る美しさを思わせる。しかしすぐに息切れし、恐怖感を覚え、心を傷つけるイメージが現 れる。枯れた枝、今にも落ちそうな黒い葉、馬に見えないほどおかしく狂った馬、死体、 カラス、少女が握っている剣と旗のようにも見える風変わりな道具とその不気味な微笑み。 すべてに動きがない。この絵を見ると、死体の下にある小さな石のように麻痺してしまい そうだ。まだ髪が黒い年かさの男と女は欲望と残虐に苦しめられ、命を奪われた。 戦争とは残酷なもの。死、膠着、終りのない冬を作る。戦争は、ルソーの狂気に満ちた不 安定な少女と同じように無慈悲なものだ。真っ白な並びの良い歯とその笑みも身の毛がよ だつ。走りぬける彼女の悲劇と恐ろしい喜びを際立たせるからだ。ルソーの絵は、私たち が小さくなるように導いているかに見える。一瞬立ち留まり沈黙し、心の奥深く宿る全能 の狂気から距離を保つように。本心から笑えないあの少女の曖昧さとは異なり、われわれ の走りが孤独ではないように。
From the introduction of Tonalestate 2015 "Fiat voluntas mea"

The Nameless Paint Set: An Alternative Way of Understanding Color


As companies like Crayola dream up more inventive and brandable colors for their crayons like “inchworm” or “mango tango,” a young designer duo from Japan created this alternative way of exploring colors by doing away with names altogether. Nameless Paints are a set of 10 paint tubes designed by Yusuke Imai and Ayami Moteki that replace more familiar color names (which can be a tad more ambiguous, see: “jazzbery jam!”) with visual depictions of the primary colors magenta, yellow, and cyan mixed inside. The visual labeling system also relies on proportion to depict more or less of different colors to create additional shades of green, orange, or blue.

venerdì 25 settembre 2015

Astral Weeks - Van Morrison

"If I ventured in the slipstream..." Così comincia a cantare Van Morrison nella prima canzone dell'album più bello di tutti i tempi, mentre il contrabbasso, la chitarra acustica e le spazzole del batterista formano il più bel tappeto sonoro che si possa improvvisare. La canzone è Astral Weeks, è la title-track ed è una canzone d'amore fatta a domanda, per "rinascere di nuovo".

giovedì 24 settembre 2015

Gotico e Romanico in breve

Il romanico ha come sua caratteristica fondamentale che nulla è simmetrico, perché all'uomo non è possibile la perfezione, che è solo di Dio. Diverso è lo stile gotico; lì si vuole esprimere un altro concetto, cioè che tutto deve essere orientato verso l'alto, perché tutto tende all'alto. Quale sia più giusto, chiedete? Entrambi, naturalmente, l'uno non contraddice l'altro.
Mère église, Saint-Disdier, cappella XI sec.

Claude Monet, serie della Cattedrale di Rouen

martedì 15 settembre 2015

Ipse dixit: Blaise Pascal

Non è, tuttavia, senza rammarico, che mi allontano da queste opinioni così universalmente accettate. Lo faccio soltanto perché costretto dalla forza della verità. Ho resistito a queste nuove idee, finché ho potuto avere qualche appiglio per seguire gli antichi [...]. Ma, finalmente, l'evidenza delle esperienze mi ha obbligato ad abbandonare le opinioni alle quali mi aveva legato il rispetto per gli antichi.
Blaise Pascal, Trattati sull'equilibrio dei liquidi e sul peso della massa dell'aria

lunedì 7 settembre 2015

MASP di São Paulo, Lina Bo Bardi


Il MASP è il museo di arte moderna che si trova a San Paolo, in Brasile: è stato creato da Lina Bo Bardi, architetta italiana naturalizzata brasiliana, di cui da poco si è celebrato il centenario. 

domenica 6 settembre 2015

Van Gogh, Strada con cipressi e stelle, 1890


Certo, quel cipresso è centrale, taglia in due il dipinto, si stabilisce come punto fermo e definito in mezzo allo scorrere vago della strada e del cielo: ma, in quel panorama, chi rende ragione e dà un senso alla bellezza di questa creazione sono quei due piccoli uomini, che domandano almeno un senso di sè, una misericordia, un cuore, un'identità.
Il cipresso li sovrasta, ma non sa che ha bisogno di misericordia: che senso ha questo cipresso, se la sua bellezza e stabilità non viene notata da qualcuno? A che serve che il grano sia giallo o che il cielo sembri mosso dalla luce della luna, se a guardarlo ci fossero soltanto cose che non chiedono ragione di tutto? La natura tutta del quadro non ha senso in se stessa, ma solo in relazione a quei due piccolissimi omini che la contemplano.
E io, di chi ho bisogno che mi contempli?