mercoledì 17 luglio 2013

Victor Horta, la Casa del popolo di Bruxelles

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, per la prima volta dal Medioevo, gli architetti videro l'assurdo di continuare a utilizzare il linguaggio dell'antica Grecia in un mondo ormai industrializzato, dove i nuovi materiali erano il ferro e il vetro e non la pietra. Grazie a Van de Velde e a Victor Horta nacque l'"Art Nouveau": un nuovo linguaggio basato sulle linea curva e libera, generatrice di tutto il progetto, dalla pianta alle decorazioni.




La più bella opera di questo periodo è la Casa del popolo di Bruxelles, di Victor Horta. Si tratta di un edificio per il partito operaio Belga, e doveva svolgere funzioni politiche, commerciali e ricreative: un edificio per il popolo, appunto.
Ciò che Horta riesce a realizzare è una costruzione con un carattere preciso. Favorisce l'associazione di persone, già dal modo in cui si relaziona con la città, con la facciata che arretra con una curva elegante per creare una piazzetta all'ingresso; è progressiva, senza paura di mostrare il ferro e le vetrate ampie, con le finestre non prestabilite, ma che derivano dall'interno; è rivoluzionaria, con l'auditorium all'ultimo piano slegato dal resto, quasi appoggiato sopra; è poetica.
Questo edificio fu demolito negli anni '60 senza tanti scrupoli, inizialmente con l'idea di ricostruirlo da un'altra parte; in realtà i pezzi vennero smontati e dispersi nella periferia della città. Della casa del popolo restano soltanto qualche foto d'epoca e pezzi di ferro morsi dalla ruggine.



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