lunedì 17 gennaio 2011

Mostra: Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici

Un’esposizione unica, la prima dedicata all’opera di uno fra i più grandi pittori del Cinquecento, Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (1503-1572), raffinato pittore di corte negli anni del governo di Cosimo I de’ Medici, fra i più grandi dell’arte italiana.
Questa mostra ha ottenuto prestiti dai più importanti musei del mondo e offre al visitatore la possibilità di ammirare una settantina di opere pittoriche dell’artista (l'80 % della sua produzione), più altre di Pontormo, Cellini, Tribolo, Bandinelli, Pierino da Vinci, Alessandro Allori. Accogliendo una scelta di capolavori di altissimo livello, permette a un largo pubblico di ammirare e comprendere, attraverso confronti diretti per la prima volta possibili, gli inarrivabili vertici poetici raggiunti dall’artista.
 
Nei versi del Bronzino e nelle pagine delle fonti letterarie coeve si trova esaltato l’interesse di lui nei riguardi della rappresentazione del dato naturale. Pertanto, invece di relegare la sua opera nell’astratta categoria del “Manierismo” (come oggi per lo più accade), nella mostra si suggerisce di assecondare i pensieri esplicitamente espressi da chi quella stagione visse. Si rifletta su alcune frasi di Giorgio Vasari, biografo attendibile specialmente per gli artisti fiorentini suoi contemporanei, che nel 1568 pubblicò la “vita” del Bronzino: «era suo proprio ritrarre dal naturale quanto con più diligenza si può immaginare», i suoi ritratti sono «tanto naturali che paiono vivi veramente e che non manchi loro se non lo spirito», «ritrasse da un vero corpo morto confitto in croce» il Crocifisso per i Panciatichi.
Dell’opera del Bronzino, che fu massima espressione dello splendore della corte di Cosimo I de’ Medici, si propone un percorso che inizia con i dipinti eseguiti al tempo del suo discepolato col Pontormo e si chiude con quelli di Alessandro Allori, l’allievo prediletto che prolungherà fin nel Seicento le sue indicazioni. Nella mostra si enucleano alcuni temi: il rapporto privilegiato con i Medici, la relazione intensa con i coniugi Panciatichi (processati per simpatie luterane), il doppio registro di lui pittore e poeta (sia aulico che burlesco), il suo essere ritrattista fra i maggiori di tutto il Cinquecento italiano, la sua tormentata risposta alle richieste della committenza religiosa nel transito dalle istanze libertarie degli anni quaranta all’età della Controriforma.


Dove? palazzo Strozzi, Firenze
Quando? fino al 23 gennaio
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